Capitolo 3

38 6 0
                                    

Chi è Samantha?
Avevo 4 anni, era un pomeriggio d'estate, e mentre ero a giocare con mio fratello lanciai la palla oltre la rete del mio cortile.

Di solito ero abituato a scavalcare quella rete per recuperare i miei giocattoli, ma quel giorno non ce ne fu bisogno.

La palla tornò indietro. Fu così che presi dalla curiosità io e Mattia ci affacciammo.

Era li. Seduta a terra, triste. Caschetto biondo, guancette rosse, un vestitino giallo un po sporco per via della terra.

Mio fratello, non molto socievole, prese e rientrò in casa. Io no.

Mi feci coraggio e dalla rete mi presentai :<<Ciao bambina, io sono Leonardo, tu come ti chiami?>>.

A quella domanda lei si girò, mi guardò e poi con una rapidità si alzò e scappò in casa.

"Che bambina antipatica" pensai tra me e me.

Quando era piccola Samantha non era molto socievole, un pò come mio fratello.

Si trasferì insieme alla madre dalla città, ma non ho mai capito le reali motivazioni. Non ne ha mai voluto parlare.

Nei giorni seguenti ho provato di tutto per fare amicizia con lei, ma senza successo, finché un pomeriggio insieme a mia mamma ci presentammo al campanello con un vassoio di biscotti. Mia madre amava far sentire benvenuti tutti.

Alla porta venne ad aprirci una signora tutta elegante e molto solare.

<<Oh Salve! Prego entrate pure. Sono la nonna di Sam>>.

Sam? Chi è Sam?

<<Scusate il disturbo, ho preparato questi biscotti per darvi il benvenuto, sono Serena, questo è mio figlio Leonardo, ma noi tutti lo chiamiamo Leo, siamo i vostri nuovi vicini di casa>>.

Dentro di me mi domandavo come mai mia madre avesse detto a questi sconosciuti il mio soprannome, dal momento che solo gli affetti e gli amici mi chiamavano così.

Mentre loro? Chi erano loro? E questa Sam? Era forse la bambina antipatica che non aveva ricambiato le presentazioni? Non voleva esser mia amica, e nemmeno io il suo, quindi.

<<Molto piacere, sono Carla, quella è mia figlia Monica, e lei è mia nipote. Coraggio tesoro presentati>>.

<< Ciao, sono Samantha>> rispose a voce bassa.

Finalmente si era presentata. E finalmente aveva abbozzato un sorriso.

Nei giorni seguenti quando andavo in cortile mi capitava di vederla, era sempre in terra, giocava con delle bambole, ma non era molto felice.

Le uniche volte che la vedevo sorridere era quando arrivavano i nonni, mentre con sua madre era sempre molto arrabbiata. Chissà perchè.

Le cose andarono così per le successive due settimane, finché un giorno Sam insieme a sua madre si presentarono a casa nostra con un dolce.

Avevano ricambiato i nostri biscotti, e finalmente si erano decise a fare conoscenza. Sam era diversa, più serena, più socievole. Forse troppo.

Prendeva tutti i miei giochi, e non c'era verso di farla star ferma. Era iperattiva.

Strano vederla così dal momento che la prima impressione che ha dato di se è stata quella di una bambina sulle sue.

A fine giornata eravamo diventati inseparabili, ed anche le nostre mamme erano diventate molto amiche, tant'è che da quel giorno ogni fine settimana passavamo le giornate tutti insieme, anche con i nonni.

Stretti in un abbraccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora