<<Ciao sono Melissa, ma tutti mi chiamano Mel. So che tu te la cavi con la fotografia, potresti scattarmi una foto?>>. Così si è presentata Mel.
Primo anno di liceo, quinto giorno di scuola. Lei era seduta accanto a Sam, e fin da subito erano entrate in confidenza. Sicuramente per questo sapeva che avevo la passione per la fotografia.
Mel è una ragazza molto curiosa ed estroversa. Non ha paura di fare il primo passo, né ha problemi di timidezza.
Ricordo ancora il primo giorno di scuola, ventidue ragazzi tutti timidi e silenziosi che entrano in classe puntuali come un orologio svizzero. E poi c'era lei: borsa a tracollo, capelli perfetti, un paio di jeans con delle toppe artistiche ed un golfino elegante adagiato sul suo corpicino. Già dal primo giorno aveva dimostrato quanto lei e la puntualità non fossero grandi amiche.
Non era una studentessa modello, anzi tutt'altro. Però se la cavava bene nelle farsi conoscere al liceo. Infatti era considerata come una delle ragazze più popolari della scuola, nonostante lei dichiarasse sempre il contrario.
Tutt'ora è sempre molto popolare, e molte ragazzine prendono esempio da lei per essere notate dai ragazzi.
Ricordo che per fare quella famosa foto mi ha fatto fare un sacco di scatti.
Non era mai contenta. "Questa no perché non mi piace la posa, questa no perché non mi convince".Inizialmente non provavo molta simpatia per lei. Troppo invadente come persona, ma ha saputo farsi voler bene molto presto.
Come siamo diventati amici? Un incidente.
Ero in motorino, tornavo verso casa, ed improvvisamente i freni smisero di funzionare. Una curva a gomito, e subito dopo il nulla. Non ricordo altro di quell'incidente, se non che quando mi son risvegliato, su un letto d'ospedale, c'era lei seduta di fianco a guardare le foto che avevo nel mio book.
<<Finalmente ti sei svegliato. Hai dormito per due giorni. Comunque voglio una foto in questo parco appena ti riprenderai>>.
Eh beh certo, io sdraiato su un letto d'ospedale andavo a preoccuparmi di fotografare una sconosciuta.
<<Ma chi sei. Ti credi di essere chissà chi, ma non sei nessuno. E che ci fai qui>> ricordo di averle risposto.
Li per li non prese molto bene la mia risposta, si alzò e uscì dalla stanza.
Ricordo che in quel momento si scontrò con Sam e Marco, che erano venuti a trovarmi.
Avevo raccontato loro della sua invadenza e entrambi mi hanno rimproverato, mettendomi a conoscenza del fatto che era stata lei a soccorrermi e che, nei due giorni successivi, mi era venuta a trovare in ospedale.
Ricordo di essermi sentito un vero stronzo. Avevo trattato male Mel, mentre lei cercava di essere gentile.
Il giorno seguente questo episodio, si era ripresentata con un sorriso smagliante e una bevanda dolce :<<Prego, smorzerà l'acidità che hai in corpo!>> esclamò.
<<Ma io non ho acidità nel corpo>> le risposi.
<<Ah no? Sei stronzo di nascita? Andiamo bene. Ma mi sei simpatico>>
Da quel giorno cominciammo a parlare, e piano piano a confidarsi, o almeno io a confidarmi.
Lei non è una persona che si fa conoscere per ogni aspetto. Nonostante sia molto estroversa e solare, so che ha qualche scheletro nell'armadio.
La cosa frustrante è che ogni volta che cerchi di farla confidare, il massimo che riesci a tirarle fuori è un osso, e prima di completarlo quello scheletro ci vuole molto tempo.
STAI LEGGENDO
Stretti in un abbraccio
RomanceIl sentimento, la passione, l'addio... la storia d'amore che non si dà pace..