ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ ᴋɪᴍɪᴋᴏ_ғ sᴜ ᴇғᴘ.
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⌗Sehun rientrò solo la sera. Aveva passato l'intera giornata a girovagare per la città da solo, senza sapere esattamente dove andare. Trovò Jeon accovacciata nel divano, il trucco sbavato e gli occhi rossi. Aveva pianto.
- Ehi, stai ben-... ma che diavolo è successo qui dentro?! - si guardò intorno e la casa era un disastro, anche peggio del solito: c'era roba da mangiare sul pavimento, era tutto appiccicoso, vestiti e altro ancora. La ragazza non rispose e tirò su col naso. Sehun cercò di aprirsi un varco in quel cataclisma e finalmente riuscì a raggiungerla, si sedette accanto a lei.
- Sembra che sia appena passata una mandria di bufali inferociti. Si può sapere cosa è successo? - chiese. Lei lo guardò con ira per poi cominciare ad urlare.
- È tornato il mio ex ragazzo, ecco cosa è successo! Oh avresti dovuto vedere come se l'è data a gambe! -.
- Calmati. Cosa voleva? -.
- È venuto solo a prendere la sua "roba", certo e tu ti ripresenti così dopo cinque mesi solo per la tua roba. Che gran figlio di puttana... poi alla fine mi ha detto il vero motivo per cui era venuto. La stronza lo ha mollato e così ha pensato "ma che problema c'è, tanto c'è quella cretina di Jeon che sicuramente mi starà aspettando a braccia aperte". Ma cazzo quanto ti sbagli! Gli ho detto di andarsene con le parole ma non ha voluto ascoltarmi, così sono passata alle maniere forti. Gli ho lanciato tutto quello che mi è capitato tra le mani, compresi i suoi fottuti vestiti. Mi ha dato della pazza, solo perché quando ho scoperto che mi tradiva gli ho messo del lassativo nei biscotti ed ho sostituito il dentifricio con la vernice delle scarpe -. Sehun scoppiò a ridere.
- T-tu cosa? Oddio Jeon! - alla fine anche lei cedette, nonostante non ci fosse nulla da ridere.
- Lo odio. Spero di non rivederlo mai più -.
- Già... ti aiuto a rimettere a posto -.
Per pulire quel disastro ci vollero più o meno due ore, a lavoro finito si lasciarono cadere entrambi a peso morto sul divano ridendo come degli imbecilli.
- La mia vita fa veramente schifo - disse Sehun sghignazzando.
- Almeno tu sei un idol. Sei famoso... -.
- Non è tutto rose e fiori come vogliono farti credere -.
- Che senso ha dire rose e fiori? Le rose non sono sempre dei fiori? Certi modi di dire non li capisco proprio - risero ancora, con le lacrime.
- Sembri ubriaca Jeon -.
- Vogliamo ubriacarci davvero? -.
- Sul serio? - la ragazza ghignò e scattò in piedi, recuperando una bottiglia di vodka che teneva nel frigorifero. Poi ebbe un'idea.
- Facciamo così: per ogni bicchierino che manderemo giù dovremo raccontare un aneddoto imbarazzante della nostra vita -.
- Ci sto -.
Erano entrambi seduti a tavola quando cominciarono il "gioco". Jeon piazzò la bottiglia piena al centro e un bicchierino per ognuno.
- Non abbiamo mangiato nulla, non fa bene bere a stomaco vuoto - disse Sehun.
Lui non aveva mai toccato un alcolico in tutta la sua vita, a parte le birre che ogni tanto si concedeva con il gruppo, anche perché Luhan non glielo permetteva.
- Non fa niente. Dicono che bere non serva a un bel niente, ma ci sono momenti nella vita in cui l'alcol diventa quasi necessario. Ti aiuta a dimenticare tuuutti i problemi -. Versò il liquido trasparente nei due bicchierini e ne porse uno al ragazzo.
- Bene. Inizia tu - Sehun ci pensò un attimo. Di figure di merda ne aveva fatte parecchie, ma al momento non gli venne in mente nulla.
- Fammici pensare. Nel frattempo inizia tu -.
- In quinta elementare ho vomitato addosso alla maestra di coreano -. Confessò e trangugiò il contenuto del suo bicchiere.
- Dio. E come ha reagito? -.
- Il gioco non prevede dare spiegazioni. Tocca a te -.
- Quando avevo quindici anni ho dato fuoco ai capelli di mia nonna -. Ingoiò la sua vodka, sentendola bruciare come un fiume di lava lungo la gola. La ragazza sgranò gli occhi.
- Solo questo batte tutte le mie malefatte! -.
- Questa cosa è fortissima! E anche amara... -.
- Ti ci abituerai. Dunque... ho avuto il mio primo ragazzo a 14 anni. Poi mi ha chiesto di fare sesso ed io non sapevo nemmeno cos'era -.
Dopo diverse confessioni imbarazzanti e risate, arrivarono al settimo bicchiere che erano già andati. Ridevano senza darsi un contegno per qualsiasi cosa.
- Oggi sono andato da Luhan. Mi ha chiesto di dargli del tempo e mi sono messo a piangere come un bambino! - ormai si erano completamente dimenticati del gioco. Bevevano ad intervalli regolari fino a scolarsi tutta la bottiglia.
- Sai ultimamente piango troppo. Mi sembra di essere tornato all'età di cinque anni quando mi sbucciavo il ginocchio e mia madre correva a soccorrermi. La tua teoria non poteva essere più azzeccata. Si sente in colpa e non vuole tornare da me -.
- Io invece non capisco come tu possa sopportarlo. Fossi stata io l'avrei mandato a fanculo da tempo. O magari l'avrei preso a colpi di microfono come Rihanna!* -.
- Si, e tu prenderesti mai a microfonate la persona che ami? -.
- Se la situazione lo richiedesse perché no? Solo che il microfono me lo devi prestare... -. Ancora risate. Più parlavano e più frasi sconnesse e senza senso uscivano dalla loro bocca.
Erano quasi le tre del mattino quando si addormentarono sul divano.Fortunatamente quel giorno Jeon non aveva il turno di mattina al bar, per via dell'università, quindi poteva concedersi di dormire qualche oretta in più.
Aprì gli occhi lentamente per abituarsi alla luce che già aveva invaso la stanza e il suo sguardo si posò sull'orologio nella parete. Non appena vide l'orario balzò sul posto, facendo cadere sia lei che Sehun dal divano con un tonfo.
- Ommiodio! Sono in mega ritardo! - urlò, mentre correva in bagno.
Sehun si massaggiò la testa. Faceva già male a causa della sbronza, più il modo gentile con cui era stato svegliato e adesso sembrava stesse per scoppiare.
Si mise in piedi e cercò di stare in equilibrio. Aveva ancora addosso i vestiti del giorno prima e puzzava di alcol. Aspettò che la sua amica scappasse all'università prima di fare una bella doccia rigenerante e si sa che quello è uno dei migliori posti della casa per riflettere.
Pensò a quello che era successo il giorno prima, il modo in cui Luhan lo aveva trattato e il modo in cui aveva trattato lui. Non ci aveva pensato due volte a dirgli tutto quello che gli passava per la mente e pentì di averlo ferito, semmai l'avesse fatto. L'aveva baciato, eppure chiedeva del tempo. Ma del tempo per cosa? Gli aveva detto per superare la morte di Yang Mei e fino a qui ci era arrivato, ma dopo cosa sarebbe successo? Non sapeva se fosse mai tornato con lui, forse non ne aveva mai avuta l'intenzione.
Mentre risciacquava via lo shampoo pensò che forse Jeon aveva ragione, ancora. Gli andava dietro da troppo tempo, ottenendo solo chiari rifiuti. Proprio quando le cose sembravano andare per il verso giusto, ecco che doveva arrivare l'impedimento.
Arrivò a pensare che fosse il destino a volerli separati, altrimenti come spiegare tutto.
Pensò ai suoi compagni, gliene stava facendo vedere di tutti i colori e non era giusto. Avevano un concerto da preparare e lui se ne stava totalmente fregando, pensando solo a farsi i cavoli suoi. Tutte le sue fughe non sarebbero rimaste impunite, avrebbe passato dei grossi guai. Non osava immaginare cosa avrebbero potuto fargli, gli altri al suo ritorno. Prese un respiro profondo e si schiaffeggiò un paio di volte per svegliarsi. Ok Sehun, puoi farcela. Adesso tu torni a casa, ti concentri solo ed esclusivamente sul tuo lavoro e pensi a non deludere i tuoi fan. Non è così difficile. Se Luhan ti vuole davvero sarà lui a rifarsi vivo.
Con questi buoni propositi finì di lavarsi ed uscì dalla doccia con un sorriso stampato sulle labbra.
Doveva smetterla di piangersi addosso, riprendere in mano la sua vita e ci sarebbe riuscito.
Bastava solo non pensare a lui.
Non doveva pensare a Luhan.*per chi non lo sapesse: è successo ad uno dei concerti di Rihanna che un fan la trascinasse da un braccio e lei in risposta gli ha rifilato una microfonata in testa... lol
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Yuki~❄️
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Don't Leave me || ℋυиℋαи ||
FanfictionErano mesi ormai che viveva senza di lui e magari ci aveva pure fatto l'abitudine. Le giornate si susseguivano tutte uguali, tutte troppo vuote e prive di significato. Ricordava bene quel giorno in cui lui gli aveva chiaramente detto che per loro no...