10. ƒunerale ♱

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ ᴋɪᴍɪᴋᴏ_ғ sᴜ ᴇғᴘ.


















I capelli di Luhan erano mossi da una leggera brezza che soffiava in quel freddo pomeriggio e rendeva l'aria ancora più gelida di quanto già non fosse. Ormai era rimasto l'unico davanti a quella tomba che fissava da ore, tutti i partecipanti al funerale erano già andati via da un po'. Ogni palata di terra sopra a quella bara di legno era stata una pugnalata al cuore ormai a pezzi. Il vento aumentava di intensità e portava via le lacrime dalle sue guance screpolate a causa del freddo e delle gocce salate che scorrevano da due giorni senza fermarsi, gli occhi erano gonfi e arrossati, non aveva chiuso occhio da quel giorno.
Quel fatidico giorno.
Non era stato abbastanza forte da toglierla da quel maledetto volante e fermare la macchina, aveva preferito piangersi addosso, essere debole.
Si era anche chiesto cosa sarebbe successo se alla guida ci fosse stato lui.
Forse Yang Mei sarebbe ancora viva e lui avrebbe preso il suo posto.
Forse, cosa molto più probabile, non ci sarebbe stato alcun incidente.
Si perse ad osservare la sua foto; era sorridente lì, sembrava così felice. Non ricordava quando o chi gliel'avesse scattata, ma aveva colto proprio l'attimo migliore. Più guardava quel sorriso e più aveva voglia di rivederlo, ma non in una semplice foto. Sapere quanto questo fosse impossibile era un dolore indescrivibile, nemmeno un milione di lame conficcate nel petto facevano così male.
Adesso si trovava in un posto migliore, almeno questo riusciva a consolarlo giusto un po', era in buone mani. Nessuno l'avrebbe più fatta soffrire.
Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla, Jeon era dietro di lui con un'espressione addolorata. Portò la sua mano fredda su quella della ragazza e la strinse, sperando di trovarci un minimo conforto. Rimasero in quel modo per un paio di minuti, senza dire nulla, ascoltando solo il fruscio delle foglie degli alberi.
- Andiamo? - chiese Jeon con un sussurro. - Sta per piovere -.
- No. Io rimango con lei - rispose secco Luhan scostandosi.
- Luhan... -.
- Tu vai. Ti ragiungerò... poi -.
- Non ti lascio da solo -.
- Ma io non sono da solo -.
- Per favore... andiamo. Non ti fa bene restare qui -.
- Ma io voglio restare qui! Dovevo esserci io lì sotto, non lei! -.
- Non dire scemenze! Credi che ne sarebbe contenta? -.
Il silenzio tornò a dominare la scena, seguito dal boato di un tuono in lontananza. Luhan riprese a piangere e strinse i pugni.
- Cosa puoi saperne tu? La conoscevi appena, non dovresti nemmeno essere qui -.
- Hai ragione, la conoscevo appena. Ma sono qui anche per te, perché siamo amici. E poi sbaglio o sei stato tu a correre da me piangendo mh? Ed io ho pianto con te perché gli amici servono anche in momenti come questo! - il ragazzo si girò a guardarla e vide che anche lei piangeva. Era brava a nascondere i suoi sentimenti, la sua voce non l'aveva tradita, ma i suoi occhi si.
- Non dovresti essere tu piangere, Jeon -. Questa gli tirò un pugno sul braccio.
- Idiota! Come puoi dire una cosa del genere... -.
- Scusami. Non volevo... perdonami per quello che ho detto -.
- Ti capisco. Beh, forse non del tutto ma... insomma, hai capito -. Gli sorrise tristemente senza che lui avesse la forza di ricambiare.
- L'ho tradita. L'ho presa in giro nel peggior modo possibile e questa è la mia punizione, vivere nel senso di colpa. È morta ancor prima che potessi spiegarle... senza che potesse perdonarmi. Tsk... spiegare. Cos'avrei dovuto spiegarle infondo? Tutto quello che le dovevo dire l'ho detto. È morta con la rabbia nel cuore capisci? Ed è solo colpa mia -.
Delle goccioline di pioggia cominciarono a cadere, una dopo l'altra. Luhan alzò lo sguardo verso l'alto e sbuffò.
- Anche il cielo piange - disse prendendo quasi in giro se stesso.
- Adesso basta. Andiamo via da qui -.
Annuì debolmente seguendo Jeon verso l'uscita del cimitero.

Una volta a casa Jeon si spogliò degli abiti neri e cadde di peso sul divano, fermandosi ad osservare il soffitto.
Luhan le aveva chiaramente detto che Sehun non doveva sapere nulla, almeno per ora, ma lei non era d'accordo. Avevano discusso un po' su questa faccenda e Jeon sapeva che non erano fatti che la riguardavano, però si sentiva in dovere di informare Sehun dell'accaduto.
Luhan non era in grado di farlo: era triste, sconfortato, non era lucido. Aveva subito una grave perdita e si comportava in maniera alquanto aggressiva. Al cimitero le aveva quasi urlato contro senza alcun motivo. Era convinto che Yang Mei fosse morta perché le aveva detto di Sehun e, anche se non l'aveva detto apertamente, riteneva anche lui responsabile in qualche modo.
Jeon era combattuta.
Chiamare o non chiamare Sehun?
Estrasse il cellulare dalla tasca e prese il suo nome in rubrica. Si morse il labbro, forse era meglio fare come aveva detto il ragazzo cinese e lasciar perdere. Si stava immischiando in cose che non la toccavano minimamente e magari Luhan l'avrebbe odiata per questo, ma non poteva starsene con le mani in mano.
Così pigiò il tasto verde e chiamò Sehun. Il cellulare squillò per un po', forse aveva le prove. Stava quasi per riattaccare quando una voce familiare le rispose allegramente. - Noona! - urlò Sehun, sembrava stesse ridacchiando per qualcosa. Sentiva delle voci in sottofondo, qualcuno rideva, qualcun altro parlava.
- È la tipa di Pechino? Passamelaaa -. Disse una voce che non conosceva.
Aveva parlato di lei al gruppo?
- Sehun? Ci sei? - chiese.
- Ciao io sono Jongin, piacere di conoscerti -.
- Idiota ridammi il mio telefono! -.
- Ehi! Ci stavo parlando io! -.
- E smettila! Da qua... mollalo...! - la ragazza guardò il suo cellulare come se potesse darle una qualche spiegazione di ciò che stesse succedendo dall'altra parte.
- Okay ho capito, chiamerò dopo -.
- No! - urlarono i due ragazzi all'unisono.
- Bene, allora per cortesia qualcuno mi passi Sehun - quello che sentì furono dei rumori di oggetti che cadono, urla e risate. Sospirò, quella chiamata le sarebbe costata un capitale. Sentì una porta che si chiudeva malamente e quello che sembrava un sospiro di sollievo.
- Qui parla Sehun, i coglioni sono fuori dai piedi, finalmente! - Jeon mormorò un "alleluia" e sperò che nessuno li interrompesse.
- Hun, sei da solo? -.
- Si mi sono chiuso in bagno. Ero in sala prove e appena i ragazzi hanno sentito la parola noona hanno dato di matto. Che si dice a Pechino? Tutto bene? -. Jeon storse il naso, no, non va affatto bene voleva dirgli.
- Ehm... non esattamente -.
- È successo qualcosa? -.
- In un certo senso... cioè si è successo qualcosa -.
- Oh. Ha a che fare con Luhan? -.
- Ecco... si -.
- Non tenermi sulle spine, parla -.
Jeon cercò di prepararsi un discorso mentale ed essere quanto più delicata possibile, non erano argomenti di cui poter parlare per telefono ma non aveva altra scelta.
- Vedi Sehun... l'altro giorno Luhan ha... come dire... parlato a Yang Mei. Di voi due -.
- Oddio sul serio? E come ha reagito? L'ha presa bene? Perché Luhan non mi ha chiamato? -.
- Ehi aspetta un momento, una domanda per volta please! È proprio questo il punto, lei è... non l'ha presa bene. Proprio appena glielo ha detto lei è scappata via e Luhan l'ha seguita... guidava lei quell'auto e... non stava bene, era sconvolta... -.
- Jeon va dritta al sodo. Che stai cercando di dirmi? - chiese Sehun con tono seriamente preoccupato.
< C'è stato un incidente. Yang Mei non ha visto il semaforo rosso e un'auto gli si è schiantata contro... lei è... -. La voce le uscì incrinata, non voleva terminare la frase.
- È in ospedale... vero? - Sehun cominciò a tremare. Una risposta negativa voleva dire solo una cosa.
- No, Sehun. Yang Mei è... -.
- Morta? - il silenzio dall'altra parte gli fece capire che era come lui aveva detto. Yang Mei era morta.
- C-cosa?! Ma... non può essere, c-come... -.
- È morta sul colpo, le hanno trovato un pezzo di vetro nella gola -.
Alla fine Jeon scoppiò a piangere. Ricordava ancora quando Luhan era venuto a casa sua nel cuore della notte. Era conciato abbastanza male, gli avevano dato sei punti alla fronte ed aveva un cerotto sul naso. Erano stati i suoi genitori a metterlo al corrente della morte della sua futura sposa ed era letteralmente scappato via dall'ospedale. La casa di Jeon era stato il primo posto a venirgli in mente. Aveva bussato alla sua porta in lacrime, l'aveva abbracciata, le aveva raccontato tutto ed avevano pianto insieme. Era stato orribile vederlo ridotto in quello stato.
- Oh mio Dio... e Luhan? Come sta? - chiese Sehun interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
- Come vuoi che stia. Male. Piange ininterrottamente da due giorni. Mi ha categoricamente vietato di dirti qualcosa, ma io ho preferito non ascoltarlo -. Confessò la ragazza tirando su col naso.
- Come? Perché non voleva farmi sapere niente? -.
- Perché è un idiota. Troppo disperato per ragionare come una persona normale. È convinto che sia colpa sua. Perché gli ha detto di voi due e se vuoi il mio parere, ritiene responsabile anche te - Sehun aggrottò la fronte.
- M-me? Perché? Io non ho... -.
- Andiamo Hun, non ci vuole uno psicologo per capire che adesso Luhan sta attraversando una brutta fase. Si sente in colpa, cerca di trovare un colpevole e crede che l'unico colpevole sia lui. Poi c'è il "se". Se io non avessi fatto quello, se io qui, se io lì... se lui non le avesse detto di voi lei non sarebbe morta. E se tu non fossi mai venuto a fargli visita lui non l'avrebbe mai lasciata e avrebbero vissuto per sempre felici e contenti. Ecco perché potrebbe incolpare anche te -. Il ragionamento di Jeon non faceva una piega, se era davvero così allora doveva vedere Luhan immediatamente. Sehun fece una smorfia di terrore. La mente di quella ragazza era veramente contorta.
- I-io... arrivo! -.
- Che? -.
- Vado a fare il biglietto Jeon... vengo a Pechino. Devo parlare con Luhan -. Sehun schizzò fuori dal bagno e andò a prendere la sua roba negli spogliatoi.
- Sei impazzito? Vuoi lasciare di nuovo i tuoi compagni nel bel mezzo delle prove del concerto? -.
- Si. E forse stavolta Suho mi ucciderà sul serio. Ma ricordi cosa mi avevi detto tu riguardo ai film e alle percentuali al bar? -. Jeon ci pensò un attimo.
- Si. Quando ti ho detto della persona che si presenta agli appuntamenti... -.
- Esatto - Sehun sembrava affannato, probabilmente stava correndo.
- Adesso sono io a farti lo stesso esempio. Quando ci sono situazioni del genere nei film ci possono essere due casi: nel 80% dei casi la persona interessata si sente talmente in colpa che decide di non voler stare con la persona che ama perché crede che non sia giusto nei confronti del mor-... ehm... defunto. Nel rimanente 20% ci sta insieme ugualmente perché è un fottuto insensibile -.
- Sarebbe orribile in entrambe le categorie! -.
- È per questo che devo parlare con Luhan. Devo fargli capire che noi non centriamo nulla e che Yang Mei vorrebbe vederlo felice -.
- Ok ma almeno vai ad avvertire gli altri! -.
- Naaah, si perderebbe troppo tempo. Gli lascerò un messaggio -.
- Se questo è tutto io chiudo... mi sono finiti tutti i soldi. Fammi sapere quando arrivi! -.
- Ok Jeon e... grazie! -.
Jeon riattaccò. Il suo dovere lo aveva fatto. Sperava solo che andasse tutto bene e che a Luhan non venisse la brillante idea di mollarlo... era questo a non essere giusto. Due persone che si amano sono destinate a stare insieme, in un modo o nell'altro.













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Yuki~❄️

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