13. S⃟entimenti ♡

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ ᴋɪᴍɪᴋᴏ_ғ sᴜ ᴇғᴘ.


















Luhan si svegliò di soprassalto. Era già la quarta volta che faceva lo stesso sogno, lo stesso incubo. Sognava di correre lungo un tunnel buio, senza una meta, senza luce. Ogni volta che si fermava intravedeva una luce e la sagoma di Yang Mei e quando si rimetteva a correre per raggiungerla, questa si allontanava sempre di più fino a sparire. Era orribile.
Afferrò la bottiglietta d'acqua sul comodino e ne bevve un paio di sorsi per calmarsi. Era tutto sudato, la sveglia segnava le tre del mattino, ancora troppo presto per alzarsi. Ciononostante scese dal letto e salì nel terrazzo senza preoccuparsi di prendere una giacca.
Il vento soffiava piano, ma unito al freddo della notte era abbastanza per farlo rabbrividire. Non gli importava.
Aveva con sé un pacchetto di sigarette. Di solito non fumava, ma ultimamente aveva scoperto un qualcosa di rilassante nel fumo. Ne accese una ed inspirò una boccata che lo fece immediatamente tossire, non si sarebbe mai abituato a fumare come si deve. Chiuse gli occhi concentrandosi sui rumori della città che suonavano ovattati alle sue orecchie, poiché troppo lontani dal suo quartiere residenziale.
I grattacieli del centro di Pechino gli ricordarono Sehun che adesso era lì da qualche parte, insieme a Jeon sicuramente. Era tentato di andare lì e bussare alla sua porta ma troppo orgoglioso per farlo, dopotutto era stato lui a chiedergli del tempo. Però non era nemmeno tanto sicuro di volerlo, perché la sua decisione ormai era presa: doveva dimenticare Sehun. Per quanto ne fosse convinto non riusciva a dirglielo espressamente perché non riusciva nemmeno a farsene una ragione. Per questo gli aveva chiesto del tempo. Magari avrebbe cambiato idea, ma di certo Sehun non l'avrebbe aspettato in eterno. O bianco o nero, non c'è una via di mezzo.
Fece un lungo tiro e rilasciò il fumo dalla sua bocca.
Si era pure portato dietro il cellulare.
Compose il numero di Jeon, visto che era sicurissimo che fosse con lei. Stava per chiamare ma si bloccò. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Di recente l'incoerenza non voleva proprio saperne di abbandonarlo e si divertiva a giocargli brutti scherzi.

Ma cosa credi di fare? Dopo quella di oggi lui non vorrà più vederti, smettila di continuare a farti i film mentali.

Doveva pensarci prima, molto prima. Il flusso dei suoi pensieri l'aveva distratto troppo, tanto che la sigaretta era stata consumata dal vento.
- Fancul* - Mormorò gettandola sul posacenere accanto e rientrò in casa.
Tornò a letto e cercò di riprendere sonno.

Passarono due settimane.
Luhan non usciva di casa, non voleva saperne di fare qualsiasi cosa. Era stanco, stanco di tutto. Quella non era vita. Sehun non lo aveva contattato, in nessun modo, si era completamente dimenticato di lui. Era quello che voleva infondo, allora perché si sentiva così male? Quell'incubo non la smetteva di tormentarlo, le aveva provate tutte, aveva persino assunto farmaci per poter dormire tranquillamente ma non facevano altro che prolungare la sua agonia fino al mattino dopo. Ultimamente aveva un aspetto orribile, sua madre insisteva ad accompagnarlo da un medico, lui la rassicurava dicendole di stare bene ma sapeva però di non poter continuare così. stava male sotto tutti i punti di vista.
Mandò letteralmente tutto a fanculo e chiamò Jeon. Erano le due di notte, l'avrebbe ucciso? Sicuramente ma non se ne curò. Attese un po' prima che la ragazza rispondesse con una voce roca e profonda.
- Pronto? - disse sbadigliando.
- Jeon? Sono Luhan -. La immaginava già alzare gli occhi al cielo, scocciata. Sorrise.
- Hai un buon motivo per avermi chiamata a quest'ora? -.
- Si. No, ecco si e no. Non riesco a dormire, ho troppe cose che mi frullano per la testa -.
- Mai provato un sonnifero? Funziona sai... meglio che importunare la gente nel cuore della notte -.
- Scusami. Ehm... s-sei sola? - si azzardò a chiedere.
- E con chi vuoi che sia? -.
- Oh. Non so. Credevo che Sehun fosse con te -. La ragazza schiarì la voce e sospirò pesantemente.
- Sehun è partito la settimana scorsa, non può certo stare ai tuoi comodi. Forse non lo sai ma anche lui ha una vita, che purtroppo, non gira attorno a te. Invece di sorprenderti fatti un bell'esame di coscienza e chiediti il motivo per il quale si è stufato di correrti dietro. Tocca a te fare la prossima mossa se lo ami ancora e io ti consiglio di fare presto perché più il tempo passa e più rischi di perderlo. Seguire la testa ti ha portato solo casini, segui il cuore! -.
Quelle parole risvegliarono Luhan dallo stato comatoso dal quale era da ben due settimane.
Seguire il cuore.
Tempo.
Non se n'era reso conto, ma sentirselo dire faceva male. Più passava il tempo e più Sehun si allontanava da lui. Lo sentiva distante e non per i chilometri che c'erano a separarli, ma per i suoi sentimenti ed era colpa sua. Lo aveva ferito un sacco di volte, gli aveva mentito su un sacco di cose, lo aveva abbandonato dicendogli solo un mucchio di bugie.
E Sehun non si era dato per vinto, era tornato da lui e aveva provato a sistemare le cose nonostante tutto, nonostante sapesse che gli aveva sempre mentito. Gli aveva offerto il suo cuore su un piatto d'argento e lui lo aveva rifiutato.
Pensava questo mentre delle calde lacrime gli solcavano le guance.
- Luhan? Sei ancora in linea? - il ragazzo si asciugò le lacrime col dorso della mano.
- S-si, ci sono -.
- Smettila di frignare e sii uomo. Cazzo, perché non vi rimettete insieme e mi lasciate in pace una buona volta? Non posso farvi da psicologa a tempo pieno, pretendo di essere pagata! -.
- Mi dispiace, non ti disturberò più -.
- Non te la cavi così mio caro. Domani alle otto. Hot Dog, patatine fritte e coca cola. Paghi tu. Buona notte -. Luhan ridacchiò.
- Ci sto! Buona notte J... -. Nemmeno il tempo di finire di parlare che Jeon aveva riattaccato. - Che stronza che sei -. Mormorò rimettendosi a dormire.
La sua psicologa aveva proprio ragione. Se avesse continuato così l'avrebbe perso. Il fantasma di Yang Mei però lo tormentava. Sentiva che stare con Sehun era sbagliato, lei ci aveva rimesso la vita. Eppure non poteva e non voleva rinunciare alla sua felicità per uno stupido senso di colpa.
Era combattuto.
Per una volta non avrebbe ascoltato la testa.
Se voleva stare con Sehun niente e nessuno gliel'avrebbe impedito, l'aveva detto a Yang Mei sperando che capisse anche se l'aveva presa malissimo. Lei però era il tipo di persona che ingigantisce le cose, era sicuro che dopo la rabbia momentanea sarebbe passato tutto.
Le ferite guariscono.
Lei non gli avrebbe mai serbato rancore, era troppo buona per farlo e lo amava.
Anche lui amava lei, ma in un modo forse un po' diverso. Come una sorella, una compagna d'avventura, la migliore amica, la persona con cui era cresciuto. Aveva solo scambiato tutto questo per un altro tipo di amore ingannando anche se stesso.
Si sentì uno stupido.

Il mattino seguente si svegliò molto presto, non aveva altro tempo da perdere.
- Salve, desidera? -.
- Un biglietto aereo per Seoul, Corea del Sud. Sola andata -.
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Jeon mi spiace, ma credo che il nostro Hot Dog dovrà aspettare, io invece non posso più farlo. Ho deciso di seguire il mio cuore come hai detto tu. Non ti ringrazierò mai abbastanza.
Luhan













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Yuki~❄️

Don't Leave me  || ℋυиℋαи ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora