2. ᗩrrivo ha Pechino... con sorpresa

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ ᴋɪᴍɪᴋᴏ_ғ sᴜ ᴇғᴘ.
















Con la scusa di star andando a trovare i suoi, Sehun sgattaiolo fuori dal dormitorio senza destare sospetti. Portò con se solo uno zaino in cui aveva messo il necessario. Sapeva che ara pazzia, se il manager l'avesse scoperto l'avrebbe sicuramente ucciso, ma non se ne curò più di tanto.
Arrivato all'aeroporto di Incheon fece il biglietto per il primo volo diretto a Pechino, dopotutto i soldi non erano un problema. Il viaggio fu piuttosto tranquillo e camuffato com'era, nessuno lo riconobbe. Arrivò a destinazione poche ore dopo. Non era la prima volta che si recava in quella città, ma già si sentì subito spaesato. Sorse un problema: dove iniziare a cercare Luhan? Pechino è una città immensa e lui non conosceva neppure tanto bene la città, sarebbe stato un ago in un pagliaio. Si diede dell'idiota mentre prendeva un taxi per farsi portare nemmeno lui sapeva dove. Non conosceva neppure una parola di cinese, tranne qualche frase insegnatagli dai suoi Hyung degli M ma nulla di tanto elaborato. Optò dunque per l'inglese nonostante non fosse messo meglio, però riuscì comunque a farsi capire.
Mentre era sul sedile posteriore della vettura, vedeva scorrere davanti a tutte le vetrine dei negozi, i centri commerciali, i bar, tutti esageratamente illuminati e giganteschi grattacieli dominavano quel panorama tanto frenetico. Mentre osservava fuori dal finestrino ripensò a quello che aveva detto Luhan. Aveva detto di voler stare con la sua famiglia quindi poteva iniziare le sue ricerche a casa dei suoi genitori.
Inoltre avrebbe potuto chiedere a loro, potevano aiutarlo. Con non poca fatica cercò di spiegare la destinazione da raggiungere all'uomo alla guida, sperando che lo capisse e non lo portasse da qualche altra parte. Il maggiore gli aveva scritto l'indirizzo su un foglio una volta, nel caso in cui durante le vacanze avesse voluto andare a trovarlo.
Erano circa le 9 di sera a Seoul, aveva dimenticato di impostare il fuso prima di partire, quindi lì erano le 8.
Perfetto, lui odiava viaggiare di notte.
Dopo mezz'ora arrivarono alla villetta dei genitori di Luhan. Pagò il tassista e prese un respiro profondo, non doveva essere poi così difficile suonare a un citofonare, no? No.
Così rimase imbambolato lì, con le mani a mezz'aria per un tempo indefinito, indeciso sul da farsi, cosa gli avrebbe detto una volta davanti a lui? Come avrebbe dovuto agire? Erano cose a cui non aveva nemmeno lontanamente pensato, era successo tutto troppo in fretta, non si era soffermato a pensare a cosa dire.
Il rumore di un'auto lo destò dai suoi pensieri. Si dirigeva proprio verso di lui, i fari lo stavano accecando, non riusciva a vedere che ci fosse alla guida. La sua attenzione tornò al citofono davanti a sè, ignorando l'auto che si fermò.
Porto il dito al pulsante esitando ancora un po', e se Luhan non voleva vederlo? Beh, a quel punto non aveva più nulla da perdere, quindi perché non rischiare?.
- Sehun? -. Una voce famigliare lo chiamò alle sue spalle .

Oddio

Il cuore di Sehun fece le capriole, si era come liberato da un macigno gli appesantiva l'anima e il dolce suono della voce di Luhan - perché quella era la voce di Luhan, l'avrebbe riconosciuta tra mille - gli aveva restituito la felicità, lo aveva risvegliato da un coma lungo mesi.
Si voltò quasi disperatamente pronto a saltargli addosso e stringerlo senza lasciarlo più andare. Aveva una gran voglia di stringerlo tra le braccia finché non l'avrebbe pregato di fargli respirare e di attaccare la sue labbra per riassaporare quella dolcezza che gli faceva girare la testa.
Appena lo vide il suo sorriso si spense, era in compagnia di una ragazza che gli si era praticamente incollata al braccio.
- Che ci fai qui? -. Domandò il maggiore sorpreso quanto lui. Sehun boccheggiò, la sua voce non accettava di uscire, la gola si era seccata e gli occhi inumiditi. Lai lo osserva da capo a piedi con circospezione, lo sguardo tagliente come di chi volesse marcare un territorio come suo, pronto a difendere da chiunque. Sehun mantenne comunque il contratto visivo sia con la ragazza che con Luhan, ricacciodo via le lacrime pronte a uscire.
- Sono venuto solo per... per fare un saluto. Non ci vediamo da tanto, Hyung -.
Luhan si era pietrificato sul posto. Deglutiva in continuazione, non si aspettava proprio di vederlo lì .
- Ho capito, ho fatto male a venire -. Disse Sehun spazientito del silenzio che si era venuto a creare. La rabbia si era fatta strada fino al suo cervello impedendogli di pensare lucidamente. Si sentiva in intruso, se fosse rimasto solo un minuto di più rischiava di impazzire. Lei lanciava occhiate apprensive ad un Luhan immobile e sorpreso, bisbigliando qualcosa in cinese che lui non capiva. Giro i tacchi pronto ad andare ma Luhan lo fermò.
- Aspetta -. Il maggiore accennò ad un sorriso - hai fatto tanta strada per venire qui, sarebbe indicato lasciarti andare via così -. Sehun strinse i pugni, i suoi occhi osservavano lui è la la tizia che gli stava accanto fulminandolo entrambi, voleva sapere chi fosse quella. Rivolse lo sguardo a Luhan ordinandoli mentalmente di rispondere alla sua tacida domanda. Luhan aveva la capacità di leggere nella mente certe volte, sperò che non avesse perso questa facoltà, non gli andava di fare scenate di gelosia.
- Ah dimenticavo, lei è Yang Mei , è la mia... - . Sehun trattenne il fiato.
Stava per scoppiare a piangere prima che l'altro potesse finire la frase. Sperava in una cugina, un'amica di vecchia data, una vicina, qualunque cosa.

Don't Leave me  || ℋυиℋαи ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora