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Deve essere questa casa sua. Prima di suonare il campanello esito un po'. Mi apre una signora mora, penso sia sua madre.
"Buongiorno signora, sono Claire, la ragazza che aiuta Stefano con lo studio." Mi presento sorridendo. Ho preparato tutta la notte questa presentazione, me l'aspettavo meglio.
"Oh giusto. Ti ringrazio molto, io sono sua madre. Ti accompagno di sopra." Dice facendomi entrare.
Busso alla porta del ragazzo, che la spalanca e chiede chi è in modo irritato.
È in mutante, oh fantastico.
"Giusto, oggi è mercoledì, mi vesto e poi ti faccio entrare."
Sono a disagio. Non mi piace questa situazione, mh.
La casa è molto carina e curata, mi piace un sacco.

Giuseppe:

Tutto okay?

Uhm... Sono appena
arrivata
Ha una casa bellissima
La adoro
Comunque era in mutande
Cioè
Che schifo uff

HAHAHAH
Divertente no?

Ha ha ha no
Bho appena finisce
di vestirsi ti devo salutare

Okay

E proprio in quel momento apre la porta.
"Hey." Mi saluta.
Spengo il telefono e lo saluto con il gesto della mano.
Mi dice di entrare nella sua camera e lo faccio. Non mi sento al sicuro qui dentro.
"Da cosa vuoi partire?" Chiedo.
"Seriamente?" Si butta sul letto.
"Storia?"
"Non ho voglia."
"Alzati e prendi il libro."
"No."
"Stefano Lepri, alzati adesso."
Sbuffa e prende il libro di storia.
"A che capitolo siete arrivati?"
"Facciamo un patto? Io non studio e tu fai finta di darmi ripetizioni."
"No, vedranno i tuoi voti e come vai a scuola adesso influenza anche me!"
"Allora facciamo quest'altro patto, io ti aiuto a essere meno sfigata e tu mi aiuti, o questo o io non faccio nulla."
"Non è giusto."
"Io posso."
Sbuffo. Ma questo ragazzo l'educazione non la conosce eh, cioè, fammi sedere no?
"Chiedo a una mia compagna dove siamo, mi viene dietro, farebbe di tutto per me."
Odio la gente con l'autostima alla stelle, non sei Dio, per favore.
"Siediti se vuoi."
Eh era ora.
Mi accomodo su una sedia vicino alla sua scrivania, questa camera è un disastro. Mi fa schifo, quante ragazze si sarà fatto qua dentro? Oh ew.
"Stefano, posso farti una domanda?"
"L'hai già fatta."
"Cosa intendevi prima con "ti aiuto ad essere meno sfigata?""
"Vestirti meglio, curarti un po' di più esteticamente, trovarti amici migliori." Elenca.
"Non cambierò amici."
Il ragazzo ride. Cosa c'è di divertente? Eh? Mi sta antipatico, uff. Io non sono male in fondo, basta conoscermi un po', solo che lui è stupido, o meglio dire, immaturo.

"Non ho capito." Ammette guardando le parole del libro, che per lui è arabo.
"Stefano, queste cose si fanno in seconda media, stiamo parlando della regina Elisabetta Prima e Filippo Secondo di Spagna."
"Rispiegami com'è il tipo."
"Allora, Filippo Secondo è il figlio di Carlo Quinto, era molto bigotto, ovvero ossessionato dalla religione, la capitale del suo impero era Madrid, in Spagna, in cui ha fatto costruire un castello, una fortezza, l'Escorial, ci sei fino a qui?"
"No."
"Ahh, impegnati però!"
"Ci provo."
E inizia a ripetere da capo. Non pensavo fosse così difficile fargli entrare nella testa due paragrafi di storia.
Mi parte la suoneria, che figura...
"Continuiamo."
"Non devi rispondere?"
"Non importa." Ammetto con freddezza.
"Claire non c'è la faccio più." Commenta stremato.
Era la prima volta che mi chiamava per nome, non sono abituata.
"Okay, allora io vado." Raccolgo le mie cose.
"E il nostro patto?"
Alzo gli occhi al cielo.
"Più avanti."
"Ti accompagno a casa, è tardi per una verginella come te girare da sola."
Arrossisco ed esco dalla stanza.
Ci incamminiamo per la strada, sono a disagio.
Arriviamo davanti a casa mia.
C'è Giuseppe sulla gradinata che appena mi vede balza in piedi.
"Hey Giuse!"
"Ciao Claire, ciao Stefano." Saluta il moro dietro di me con meno enfasi, ma lui non ricambia.
"Ti ho pensato tutto il pomeriggio." Mi dice il mio amico.
"Non ho mica ucciso qualcuno."
"Ma ti sei fatto metà scuola." Giuseppe sta usando un tono troppo acido per i miei gusti.
"Geloso perché io riesco a portarmi a letto tutte e tu no?"
"No, non è per quello."
"Forse perché nessuno conosce te ma conoscono me?"
"No."
"O perché non riesco a farti Claire, sappi che io ci riuscirò." Sussurra l'ultima parte.
"Vattene." Mi intrometto.
"Certo, non voglio rimanere con uno stupido."
"Parli tu che non riuscivi a capire Filippo Secondo." Ammetto per poi portarmi le mani davanti alla bocca.
"Scusa scherzavo."
Il ragazzo se ne va.
A volte è meglio tapparsi la bocca eh.

Tutor// Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora