Capitolo Quattordici

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La prima cosa che Louis avverte non appena apre i suoi occhioni azzurri è l'aria di libertà.

Sì, la fresca e rinvigorente aria di libertà. Perché oggi è finalmente l'undicesimo giorno.

È stato rinchiuso nella tana per ben dieci giorni ed i suoi carcerieri non l'hanno mandato nemmeno a fare i suoi bisogni da solo. 

Quindi, chiamatelo crudele o meno, il sorriso che gli va da parte a parte sul volto non è derivante dall'ingratitudine, Louis ama i suoi alfa per essersi presi cura di lui, ma dalla gioia del sole e dell'aria aperta. 

Non vede l'ora di correre lungo il fiume, di farsi un bagno spettegolando insieme a Niall, di sedersi in mezzo agli altri membri della tribù mentre mangiano. 

Ma la sua felicità dura ben poco, quando si accorge che uno strano senso di nausea si sta impossessando di lui.

Eh no, pensa, non rimarrò altri giorni rinchiuso qui dentro perché il mio stomaco ha improvvisamente deciso che mi odia, conclude sdegnato. Rimanda infatti giù il conato di vomito e si mette a sedere, sentendo la testa girargli leggermente. 

Così fa finta di niente e si alza definitivamente in piedi, sfuggendo all'abbraccio soffocante di Marcel che mugola, contrariato, quando il piccolo omega lascia le sue braccia.

"Forza, forza, è un giorno nuovo" urla allora Louis, a gran voce, cercando di svegliare i suoi alfa.

"Principessa... Dammi cinque minuti per svegliarmi e poi ti voglio sulle mie ginocchia. Sculacciata mattutina" ringhia Edward, mentre butta la testa sotto le pelli e cerca di ignorare l'omega.

Louis però non è contento del trattamento e grunisce, ferito, soprattutto quando si accorge che Marcel l'ha ignorato, accoccolandosi contro Edward e che Harry non l'ha nemmeno sentito! Quel bastardo sta continuando a russare come se non ci fosse un domani! 

Il castano sbuffa, incrociando le braccia al petto, indeciso sul da farsi. Prende poi la decisione di passare alle maniere forti e con un salto si lancia sulla schiena di Edward, iniziando a scuoterlo.

"Eddie, Eddie, Eddie" ripete insopportabilmente, scuotendo senza tregua il povero alfa.

"Ripetetemi ancora a che cosa ci serviva esattamente un omega" grugnisce il capobranco, ricevendo un piccolo pugno sulla spalla destra. "E questo doveva far male?" 

"Oh, ora basta! Marcie" e così riprova la stessa tecnica, che di nuovo non ha molto successo.

"Harry, il tuo omega ha bisogno di attenzioni" mugola Marcel, cercando di difendersi come può da Louis. 

"Prima di mezzogiorno è il tuo omega" gli risponde Harry che è stato costretto a svegliarsi a causa del gran baccano.

"Siete incredibili" gli urla contro Louis, alzandosi in piedi. Batte con violenza un piede per terra, facendosi anche incredibilmente male e ricevendo solo un piccolo sguardo di sfuggita da Marcel. "Ed io che volevo fare del buon sesso mattutino" e lì improvvisamente i tre alfa sono molto ben svegli.

Edward tenta di afferrarlo tra le sue braccia ma Louis è più veloce e si sposta. 

"Amore mio-" inizia Marcel, leccandosi le labbra.

Harry invece ha semplicemente iniziato a gattonare, senza nemmeno aver aperto gli occhi, verso l'omega.

"Brutti bastardi" strilla Louis come un canarino stonato. "Per il sesso sì ma per la mia libertà no?" 

Quando i tre alfa si accorgono di essere appena stati imbrogliati, hanno tre reazioni diverse.

Harry ritorna, sempre gattonando, da dov'è venuto, buttandosi nuovamente a dormire.

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