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Domani è il giorno della partenza e per questa sera dormirò da Giulio e domani mattina partiremo alla volta di Rimini.

-Giuliooo!- urlo.
Lui arriva di corsa dal bagno. È buffo vederlo con il fiatone, appoggiato allo stipite della porta della cucina.
-ho fame, cibami- continua categorica.
-sei impossibile, davvero, sei una bambina- si sbatte una mano sulla fronte.
-non c'è nulla nel frigo?-
-solo birra- rispondo.

Apre la dispensa e poi mi lancia una barretta di cioccolato, della Milka.
Quelle che mangiavamo da piccoli.
-ahia stupido!- gli urlo contro.
-santo cielo, quanto frigni- sbuffa -me ne dai un pezzettino, vero?- fa la faccia da cucciolo.
-non ci penso nemmeno, la prossima volta non mi offendi- gli faccio la linguaccia.
-daje, dammene un pezzetto-
-altrimenti?- incarco un sopracciglio.
Mi scocca un'occhiata e subito inizio a correre verso il salotto con Giulio alle calcagna, che mi corre dietro.

Faccio due giri attorno al divano finché il riccio non intercetta il mio percorso e cadiamo un sopra l'altra.

Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere come degli stupidi.
-siamo degli idioti!- rido.
-concordo- nasconde il viso contro il mio seno.
Arrossisco improvvisamente.
Tossisco per fargli capire di levarsi.
-Giulio emh...- lascio la frase in sospeso.
-cosa?-
Alza la faccia, poi abbassa lo sguardo ed infine capisce.
Solo ora noto quanto siamo vicini.
-scusa...comunque sono morbide- blatera, forse per l'imbarazzo o forse perché anche lui si è accorto della nostra vicinanza.
-mh okay, afferrato ed ora possiamo smettere di parlare delle mie tette-
-va bene. Che fine ha fatto la barretta?- domanda.
Il mio sguardo vaga per la stanza finché non trovo la tanto agognata barretta.
Proprio anche in quel istante Giulio ci posa gli occhi sopra; ci guardiamo per un secondo e poi entrambi ci lanciamo per raggiungerla.

-è mia, cazzo!- tento in tutti i modo di strappargli il pezzo di cioccolata dalle mani.
-non l'avrai mai!- ribatte.
Finalmente riesco a prendere la minuscola confezione, la quale riesco ad aprire e ne mangio subito un pezzo.
-è fottutamente buona- dico con la bocca piena e lo sguardo sognante.
Sabatello mi guarda con uno sguardo misto tra arrabbiato e stupito.
-sei una maiala!-
-daje tieni la metà- gli rispondo sempre con la bocca piena.
Sorride come un bimbo, è dolcisssimo [ N/A: sì, con tre 's' perché c'è chi può e chi non può: io può].

-Giulio- lo richiamo.
-ho sete- continuo quando mi guarda.
Sbuffa e si alza. Mi porge una mano per aiutarmi poi mi tira su con troppa forza e gli finisco vicinissima, troppo vicina.

Sento il suo respiro caldo sulle labbra e noto che mentre il sguardo cade sulle mie labbra, le sue braccia si stringono attorno la mia vita. Penso non ci sia sensazione più bella di questa.

D'un tratto si stacca da me e va verso la cucina.
Ma? Perché? Che cosa ho fatto di male ora? Troppe domande, nessuna risposta.

Stava andando tutto così bene e lui ha dovuto rovinare tutto per cosa? Perché ha paura delle persone? Perché ha paura di rovinare la nostra amicizia?

Riemergo dai miei pensieri e lo raggiungo in cucina. Lì trovo il riccio seduto sul bancone che beve della birra.

Appena gli compaio difronte mi porge la bottiglia verde di vetro e ne bevo un sorso.
-che si mangia questa sera?- domando per spezzare l'imbarazzo.
-pizza?-
-sììì!- mi metto ad urlare contenta.

Ed infatti un paio d'ore dopo siamo seduti a gambe incrociate sul divano con i cartoni della pizza in grembo.
L'unico rumore è la tv.
Non abbiamo parlato molto da quando ci siamo quasi baciati; forse una o due parole.

-mi dai una coperta se dormo qui?-
-tranquilla, dormi nel letto con me- sorride per la ingenuità.
Alzo le spalle e lo seguo al piano di sopra.
-hai un pigiama da prestarmi? Il mio è nella valigia-
-mh, prova questa, dovrebbe esserti giusta- mi porge una maglia grigia.
-girati!- gli ordino.
Sbuffa e fa come gli dico e mi levo la maglia e i pantaloncini.
Mi è enorme, il bordo della maglietta arriva quasi alle ginocchia 
-penso che tu abbia una percezione diversa del mio corpo- ridacchio.
-mh è la maglia più piccola che ho, accontentati- alza le spalle.

Tranquillamente si toglie i vestiti rimandendo in boxer.
-sei serio? Vabbe che fa caldo ma dormire in boxer?- domando scettica.
-certe volte anche senza quelli- ammicca con un occhiolino.
-sei proprio uno stupido!- scuoto la testa.
Alzo gli occhi al cielo e successivamente mi lancio di peso sul letto.

Sento il rumore di un accendino.
-cristo ma la smetterai mai di fumare?-
-mh...no-
Sbuffo mentre osservo con riluttanza la canna tra le sue dita.

Spengo la lampada sul comodino e cerco di prendere sonno ma la puzza di erba mi impedisce di dormire, quindi mi alzo di controvoglia ed apro la finestra.

-Elena?-
-dimmi- gli dico quando mi sdraio di nuovo sul letto matrimoniale.
-lo vedi anche tu quello zombie che cavalca un unicorno rosa e verde?-
-Giulio sei fatto- cerco di non ridere. 

Mi corico sul fianco e cerco di addormentarmi.
-non importa se stai dormendo, io avrei voluto tantissimo baciarci, forse è tutta una cazzata- sussurra con la voce roca, pensando che io stia dormendo.
Avvolge un braccio attorno la mia vita e mi attira a sè fino a far aderire la mia schiena al suo petto.

Sorrido istintivamente per ciò che ha detto e per ciò che ha fatto.
È come se in questo periodo si stesse sbloccando, qualche anno fa non di sarebbe mai sognato di abbracciarmi mentre dormo, nemmeno da fatto; oppure cercare di baciarmi, l'anno scorso non si sarebbe nemmeno avvicinato.
Non so cosa gli sta succedendo ma sinceramente non mi dispiace per niente.

Dammi un bacio anche se sono fatto. -Lowlow-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora