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Finalmente anche l'ultimo esame è finito, ora sono libera, matura e soprattutto in vacanza.
Chi l'avrebbe mai detto, io Elena Martini, ho appena sostenuto l'esame orale della maturità.

Anna, la mia amica, mi risveglia dai miei pensieri.
-Elena tesoro, facciamo shopping insieme oggi pomeriggio, vero?-
-mh non penso proprio, voglio solo dormire e lasciarmi tutto questo schifo alle spalle-
La brezza estiva mi arriva in faccia appena uscita dall'edificio scolastico.
-bhe io non ho la minima idea di starmene qui, domani mattina ho il volo per Malta-
-io ho un volo prenotato per il mio divano- rido.

Ad un tratto la suoneria del mio cellulare mi di estranea dalla conversazione.
-pronto?-
-buongiorno anche a te, nannerottola-
Riconosco la voce, è il mio amico Giulio, ci conosciamo da quando siamo piccoli.
-salve a lei Sabatello, si degnerebbe di venirmi a prendere?- lo canzono dandogli del 'lei'.
-ah già, sei matura ora- ride prendendomi in giro.
-ridi pure quanto ti pare, fai con calma io ti sto solo aspettando- ribatto sarcastica.
-arrivo subito mocciosa-
-ciao anche a te-

Riattacco e subito Anna mi lancia un'occhiata maliziosa.
-bhe che c'è?-
-chi era?-
-era solamente Giulio- alzo le spalle.
-solamente? Elena ammetti che sei innamorata del tuo migliore amico dalla quarta elementare- agita le braccia treatralmente.
Eccola che ricomincia...
-quante volte devo dirti che non amo Giulio- alzo gli occhi al cielo.
-sí okay, ed io sono Rihanna. Elena, tu stai male ogni qualvolta ti racconta delle sue scopate e lui si incazzava appena gli parlavi di Carlo-
-non è vero ma che dici!-
Perché la voce mi è uscita così acuta?!

Improvvisamente suona il clacson di un'auto.
-ecco vai da lui e confessatevi il vostro amore-
-vaffanculo, ci vediamo a settembre!-

Salgo nella macchina del riccio dal lato del passeggero.
Vorrei abbracciare Giulio, sapere che sensazione si prova tra le sue braccia, poi ricordo che lui odia il contatto fisico.

Non mi ha mai detto il perché, però sonoo abbastanza certa che c'entri il padre, so che quando eravamo piccoli suo padre usava dei metodi poco ortodossi per educarlo, lo stesso trattamento che infliggeva alla madre del mio amico, ora quel verme schifoso è in carcere, per fortuna.
Ricordo che quando eravamo piccini, dopo la punizione da parte del padre per Giulio, lui correva sempre a casa mia, gli curavo le ferite con i cerotti di Hello Kitty e poi insieme guardavamo le Winx anche se lui le odiava.

-buongiorno nannerottola- sorride spettinandomi i capelli.
-cazzo Giulio, quante volte ti ho detto di non spettinarmi!- lo rimprovero.
-sei una palla totale-
-gne gne- gli faccio la linguaccia.
-mado' apri i finestrini, c'è una puzza di fumo qui dentro, ma come fai a sopravvivere?!-
-io non sento nulla- dice tranquillamente imboccando la via di casa mia.
Però mi ascolta ed abbassa i finestrini.
-potresti gentilmente guardare la strada invece di rollarti una canna?- domando acida mentre con la coda dell'occhio lo vedo leccare la cartina.
-grazie a dio siamo arrivati, io non salgo più in auto con te-
-tesoro lo dici ogni volta, eppure ti devo sempre scarrozzare in giro-
-eh ho il foglio rosa, aspetta la fine di agosto per farmi giudare- rido.
-con quale macchina?- domanda ovvio.
-con la tua, no?- ridacchio. -ti va di salire?-
-se non disturbo- alza le spalle. 
Parcheggia la casa difronte a casa mia ed entriamo.

-i tuoi?-
-penso siano a lavoro- rispondo con un'alzata di spalle.

Noto che indugia sulle foto appese alla parete del salotto, ritraggono vari momenti della mia vita, in alcune di esse c'è anche Giulio.
-eri paffuta da piccola- sorride.
-tu avevi i capelli più lisci- dico intenerita.
-daje andiamo di sopra-
Annuisce e mi segue fino al piano di sopra.

Dammi un bacio anche se sono fatto. -Lowlow-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora