0.6 - La caduta del Muro

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- Luke's pov -


«Luke, io e te dobbiamo parlare».

Mi voltai inquieto verso la fonte di quella voce, rabbrividendo quando Wendy si piazzò davanti alla mia visuale, bella come al solito ed arrabbiata da morire, il che era un gran problema. Ero sicuro che volesse parlare della nostra situazione ormai caduta nel dimenticatoio, visto che erano settimane che io non la avvicinavo, la evitavo addirittura – preso, più che altro, dallo strano sentimento terribile che provavo per Michael. Tra l'altro mi ero reso conto della tossicità della cosa, e quindi ero arrivato alla conclusione che allontanare Wendy fosse l'unica cosa che potessi fare - a lei non l'avevo detto, però. Avevo lasciato che le cose facessero il loro corso perché avevo troppa paura di lei, e mi rendevo conto solo adesso di aver fatto un enorme sbaglio. Wendy mi avrebbe fatto fritto...

Dovevo almeno cercare di arginare i danni. Quindi, decisi di rabbonirla usando qualche nomignolo ad effetto. «Wendy, tesoro-».

Wendy, ovviamente, non abboccò. Infatti mi interruppe, sibilando un «Non azzardarti neanche» che mi gelò il sangue nelle vene. La situazione non poteva che peggiorare, per me, visto e considerato che Wendy fosse praticamente una furia nonostante stesse cercando di contenersi.

Sospirai. «Di cosa vuoi parlare?», decisi di chiedere, dandole corda. Tanto eravamo in un corridoio vuoto, e se qualcuno ci avesse visti potevo farla sembrare una lite per un voto non voluto. Questo tipo di cose erano fin troppo comuni.

Wendy si portò le mani ai fianchi e sbuffò, alzando gli occhi al cielo. «È da giorni che non ci vediamo per le ripetizioni. Hai un'altra, per caso?», mi attaccò, fissandomi con quegli occhi tanto freddi e cattivi quanto ammalianti. Di solito le bastava guardarmi per farmi cadere ai suoi piedi e rendermi completamente soggiogato a lei, ma al momento non mi facevano alcun effetto. Cominciavo a pensare che ciò che provavo per Michael fosse davvero fin troppo forte e che avrei dovuto arrestarlo in qualche modo, visto che lui non voleva combinare niente con me e mi odiava a morte – almeno apparentemente – rendendo i miei sentimenti per lui alquanto infondati.

Mi passai una mano fra i capelli mentre guardavo Wendy sconsolato, nel vano tentativo di diminuire le mie colpe (che tra l'altro non erano neanche colpe, visto che stavo facendo la cosa giusta ignorando Wendy). «No, tesoro, non devi preoccuparti di questo. Sei ancora la mia preferita. È che ultimamente sono davvero occupato, e ho anche il sospetto che Sabrina sappia qualcosa in più, quindi sto... cercando di rigare dritto per un po', giusto per non far ricadere le accuse su di me. Mi dispiace tanto, piccola», mi inventai, spiegando la situazione con tanto di voce cedevole e teatralissimo broncio che mi sarebbero valsi un Oscar.

Wendy mi guardò scocciata. «Beh, vedi di smetterla di rigare dritto allora, se non vuoi che io righi la tua auto con le mie chiavi», sbottò, sorridendomi malefica, «Sul serio Luke, mi manchi. Gli altri non mi fanno provare ciò che mi fai provare tu neanche lontanamente», aggiunse, adesso languida ma senza toccarmi come suo solito – beh, almeno si rendeva conto del fatto che fossimo nel bel mezzo del corridoio.

Come al solito le sue parole mi inquietarono, ma questa volta decisi di lasciar perdere. Avere paura di una diciottenne, per quanto inquietante Wendy fosse sul serio, non era una cosa razionale. «È perché gli altri non sono come me, mia cara Wendy», dissi languido, sorridendole falsamente. Beh, probabilmente gli altri non le facevano provare le sensazioni che le facevo provare io perché scappavano tutti terrorizzati da lei, ma questi erano dettagli insignificanti.

Fortunatamente la campanella che suonava segnando la fine delle lezioni mise fine alla nostra conversazione. Wendy mi lanciò un occhiolino prima di sparire ed immischiarsi nella folla di studenti, lasciandomi solo e sconsolato nel bel mezzo del corridoio. Non pensavo che questa situazione sarebbe diventata incasinata fino a questo punto, ma avrei dovuto aspettarmelo. Che mi ero messo in testa quando avevo deciso di avvicinare ragazze appena diciottenni solo per il mio piacere? Che deficiente.

Il mio peggior nemico || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora