0.8 - Partiamo dalle basi

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- Luke's pov -


«La smetti di essere così depresso? Non risolverai di certo le cose, rimuginandoci su», mi disse Ashton, seccato, con la sua solita tazza di caffè tra le mani.

C'eravamo solo io e lui in sala professori, ma il ricordo di ciò che era successo tra me e Michael – o meglio, il pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere se Michael non mi avesse lasciato di punto in bianco – era così vivido che quasi percepivo il suo profumo, la sua voce, il suo respiro pesante infrangersi sulle mie labbra. Era tutto così forte che mi trovavo quasi in uno stato di trance, sospeso in quel dannato momento che avrebbe potuto concludersi in tutt'altro modo. Oltretutto ero venuto a sapere che, la sera stessa di quell'accaduto infernale, lui era uscito con James Elgort (che mi sembrava abbastanza rassegnato, quindi l'appuntamento forse non era andato bene – per mia immensa gioia), e la cosa non poteva far altro che deprimermi ulteriormente. Odiavo questa situazione – sul serio, non mi sentivo così nei riguardi di una persona da una vita, quindi era come se fosse stato tutto nuovo e la cosa mi dava fastidio, mi faceva male al petto come se stessi per avere un infarto.

«Luke, sul serio. Odio vederti così».

Mi voltai verso Ashton, sospirando rammaricato prima di tornare a fissare il tavolo incriminato. «Stavamo per farlo proprio su quel tavolo, Ash», borbottai a mezza voce, «Mi tremano le ginocchia soltanto a pensarci – capisci quant'è drammatica la situazione? Sembro una ragazzina!».

Ashton alzò gli occhi al cielo. «Allora, prima di tutto è disgustoso pensare che avresti voluto scopare con Michael su quel tavolo. Secondo, credo sia normale che il pensiero ti faccia tremare le ginocchia, sei innamorato di Michael».

Guardai male Ashton. «Io non sono innamorato di Michael. Io non mi innamoro, io-».

«Non. Azzardarti. A dirlo», mi interruppe Ashton, puntandomi un dito contro, «Tutti si innamorano nella propria vita, di una cosa o di una persona. E tu, mio caro Christian Grey dei poveracci, sei innamorato di Michael. E fidati di me, sono un mago in queste cose».

Scossi la testa, arrossendo leggermente. Forse un fondo di verità, nelle parole di Ashton, c'era. Ma io non volevo dargliela vinta così facilmente. Avrebbe dovuto sudare per sentire certe cose da me. «Al massimo sono innamorato dell'idea di sbattermelo dove capita», borbottai, incrociando le braccia al petto.

Ashton ridacchiò. «Beh, è pur sempre una forma di amore», disse, facendo spallucce, «Comunque, uhm, tra poco lo rivedrai dopo il famigerato episodio. Come ti senti?».

Sospirai. «Arrabbiato e triste. Ma anche eccitato. Se dovessimo restare soli potrebbe finire male. Molto, molto male», mugugnai, sorridendo malizioso all'idea di me e Michael da soli, in classe, dove nessuno avrebbe potuto darci fastidio (almeno in teoria. Però avevo pagato Muriel perché mi chiamasse per chiedermi quale aula non dovesse neanche considerare, quindi almeno con lei eravamo a posto. Non mi sarei fatto scappare Michael di nuovo come uno stupido).

«Ew. Ma portartelo a casa no? È tanto difficile?», borbottò schifato Ashton, facendomi ridere.

«Scherzi? È Michael Clifford. Come minimo prima di portarlo a casa dovrei essere capace di un miracolo. E poi, andiamo, la scuola è il principale set dei film porno – non dirmi che tu non hai mai pensato a-».

Ashton mi tappò la bocca con la mano quando la porta della sala professori si aprì e Sabrina, bella come sempre, fece il suo ingresso trionfale. La bionda ci salutò con un cenno della mano, guardandoci stranita e ridendo della situazione – probabilmente sembravamo due idioti, cosa che tra l'altro eravamo.

«Ciao ragazzi. Uno di voi due sta andando via? Avrei bisogno di un passaggio, stamattina sono venuta qui con James ma è andato via prima perché non si è sentito bene e adesso sono a piedi», disse, guardandoci speranzosa.

Il mio peggior nemico || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora