Capitolo sette

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Capitolo sette

I was born in that summer when the sun didn't shine
I was given a name that doesn't feel like it's mine
Lived my life as the good boy I was told I should be
Prayed every night to a religion that was chosen for me

Promiseland-Mika

Veniamo svegliate da quello che definirei come papà Barton in azione.
Clint scuote gentilmente Anaëlle per una spalla e mi rigiro tra le lenzuola per guardarlo, tentando di non ridergli in faccia.
Non resisto per molto.
"Adesso esclamerai Buongiorno principesse?" gli domando, alzandomi in piedi.

Sento Natasha dietro di me che guarda la scena altrettanto divertita e mi giro sorridendole.
"Buongiorno biscia" mi saluta.

"Preferivo principessa a questo punto" sbuffo, gonfiando le guance indispettita.

Anaëlle e Clint si lanciano uno sguardo d'intesa prima di alzare gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
Sono sicura che, nell'ultimo periodo, quei due abbiano sviluppato un rapporto totalmente diverso da quello mio e di Natasha, forse più vicino a un legame padre-figlia.
Ogni tanto mi chiedo come sarebbero andate le cose se avessi avuto io la possibilità di allenarmi con Clint...Anaëlle non mi racconta quasi mai nulla in proposito tranne quando viene a sapere di qualche aneddoto divertente o qualche informazione riguardante lo S.H.I.E.L.D, ma non mi sono mai curata più di tanto della cosa...diciamo che Natasha mi ha dato abbastanza grane, sopratutto all'inzio, da non aver tempo di essere gelosa del rapporto tra Clint e Anaëlle.

"La principessa gradisce della colazione?" mi domanda Clint, canzonandomi.

"Fammi pensare un attimo"-rifletto.-"Vorrei delle uova, della pancetta, dei cereali col latte, della frutta, dello yogurt e dei pancakes!" rispondo a tono.

"Perfetto! Li vuoi a forma di stella, di dinosauro o di elefante?"

"Orso polare" sibilo.

"Io vi voglio fuori da casa mia tutti tra venti minuti" si intromette Natasha sorseggiando il suo caffè. Clint prova ad obiettare qualcosa ma Natasha alza lo sguardo dalla sua tazza e lo fulmina con lo sguardo-"Venti minuti" ribadisce e capiamo che c'è poco da scherzare.

L'Avengers Tower si staglia maestosa davanti a noi e non posso fare a meno di constatare che si tratti di una pacchianata oscena nel cuore di New York, ma pur sempre una pacchianata con un certo fascino.
La grande 'A' blu risplende nel cielo e sono costretta a socchiudere gli occhi per poterla ammirare meglio. All'improvviso, mentre sto per distogliere lo sguardo, realizzo che nessuno ci ha mai menzionato il progetto Avengers, eppure ne sono perfettamente al corrente.
Natasha Romanoff, Clint Barton, Steven Rogers (il ragazzo biondo che ho visto quando siamo state trasportate alla base dello S.H.I.E.L.D?), Bruce Banner, Thor e Tony Stark.
I loro nomi riecheggiano nella mia mente con prepotenza e sono costretta a chiudere gli occhi mentre una fitta di violento mal di testa mi assale.

"Ehi, stai bene?"

Anaëlle mi si avvicina e mi appoggia dolcemente una mano sulla spalla, con fare protettivo.
Annuisco ma non sono così sicura di quel che sta succedendo: sono forse ricordi? E perché mai dovrei ricordarmi degli Avengers, di tutta la mia vita proprio di loro?
Una paura irrazionale mi assale mentre le parole di Natasha mi riecheggiano nella mente.

"I KGB dove ho vissuto da quando ne ho memoria, sperimentava sulle sue reclute e, spesso, ci cancellava i ricordi impiantandone di falsi al loro posto."

Il tintinnio dell'ascensore in arrivo mi riscuote all'improvviso: non mi sono neanche resa conto che siamo entrare nella torre tanto ero presa dai miei ragionamenti.
Ho paura.
La consapevolezza del terrore che mi sta assalendo mi fa mancare il terreno sotto i piedi a mi aggrappo alla prima persona che trovo vicina.
Anaëlle, penso, ma è quando mi ritrovo lo sguardo penetrante ti Natasha che mi scruta capisco di aver stretto il suo braccio. Faccio per lasciarla andare ma, evidentemente, c'è qualcosa nel mio sguardo che la allarma perché fa segno a Clint e An di proseguire senza di noi.
Le porte dell'ascensore si chiudono di nuovo e finalmente scivolo in ginocchio, le mani premute sulle tempie mentre la testa sembra volermi esplodere.

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