Capitolo nove

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Capitolo nove

I'm a princess cut from marble, smoother than a storm.
And the scars that mark my body, they're silver and gold,
My blood is a flood of rubies, precious stones,
It keeps my veins hot, the fire's found a home in me.
I move through town, I'm quiet like a fight,
And my necklace is of rope, I tie it and untie.

Yellow flicker beat-Lorde

Una settimana dopo

Mi lascio cadere scoordinatamente sulla poltroncina dello studio di Fury e mi guardo intorno con fare svogliato, mordicchiandomi l'interno della guancia in attesa di sapere il perché di quella convocazione.
Certo, non si può dire che non ne abbia un'idea, ma ormai ho imparato che con lo S.H.I.E.L.D tutto può essere.
La porta dello studio di apre con un suono metallico e faccio per accogliere Fury quando mi ritrovo davanti a una matassa di capelli rossi terribilmente familiare.
Natasha mi fissa un secondo mentre scatto in piedi e muovo un passo verso di lei, per poi fermarmi in mezzo alla stanza, incerta sul da farsi.
La abbraccerei se si trattasse di una persona normale, ma è Natasha, il che esclude a priori molteplici atteggiamenti che potrei assumere in questo momento.
"Dovresti essere ancora a letto"-esordisco poi, con tono severo.-"Vanifichi tutto il mio lavoro" aggiungo, incrociando le braccia e guardandola con aria torva.
Natasha non si perde in parole inutili e solleva un lembo della maglia, facendomi vedere le poche lacerazioni create dai detriti dell'esplosione completamente rimarginate.
"Super metabolismo?" azzardo, avvicinandomi.
"Stark"-mi risponde.-"Un prototipo di culla rigenerativa."
"Funziona anche sui traumi cranici?" incalzo, cercando di mascherare la mia evidente preoccupazione.
"Sto bene, Camille"- sbotta Natasha.-"Ho visto di peggio." mi rassicura e non posso fare altro che sospirare rassegnata.
Del resto non potevo certo aspettarmi che una super spia russa si legasse a un letto anche solo per una decina di giorni.
Natasha mi appoggia una mano sulla spalla incrinando le labbra in un piccolo sorriso e parte di quella tensione che aleggiava nell'aria pare allentarsi, soprattutto quando ghigno meschinamente esordendo in un sonoro
"Allora carina la biancheria in pizzo!"
Questa esclamazione che mi vale un'occhiata gelida e una serie di epipeti in più lingue così vasti e variopinti da poter riempire un dizionario.
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere come non facevo da tempo, mentre l'ansia accumulata in quei giorni, il senso di colpa e la paura che qualcosa, qualsiasi cosa, potesse essere andata storta, scivolano via disperdendosi come foglie spazzate lontano dal vento.
Vorrei che fosse una sensazione eterna, ma è nel momento stesso in cui Nick Fury, accompagnato da praticamente tutti gli Avengers, ad eccezione di Stark e Thor, entra nella stanza con un'espressione torva stampata sul volto che capisco che la pacchia è già finita.
Anaëlle, a fianco di Barton, mi cerca con i sensi, per poi venire a sedersi accanto a me, sfoderando uno dei suoi candidi sorrisi che hanno la capacità quasi magica di rassicurarmi immediatamente.
"Clint dice che Fury ha qualcosa su di noi" mi mormora poi, avvicinandosi al mio orecchio e parlando così flebilmente che a stento capisco cosa dica.
Annuisco e sento un formicolio diffuso in tutto il corpo probabilmente dovuto al nervosismo. Anaëlle appoggia la sua mano sulla mia, ancora adagiata sul bracciolo della poltroncina e intreccio le mie dita con le sue, in un gesto ormai istintivo.
Sentire la mia mano serrata intorno alla sua mi fa sentire meno sola, mi tranquillizza all'istante e mi restituisce quella lucidità necessaria per affrontare le situazioni più spinose, come quella che stiamo per fronteggiare.
Anaëlle ed io diventiamo un tutt'uno, legate dallo stesso passato tormentato, lo stesso presente incerto, ci stringiamo per supportarci l'un l'altra.
Nick Fury rimane in piedi, al centro della stanza e scruta ognuno di noi col suo occhio buono.

"Ho delle notizie per voi"-esordisce poi. - "E non saranno piacevoli."

Fantastico.

"L'ultima missione condotta da Romanoff, Barton e Rogers ha riportato alla luce delle informazioni che allo S.H.I.E.L.D erano sfuggite. In questa cartella"-spiega, brandendo il fasciocolo rosso ritrovato nel bunker-"Vi sono schedate quattro persone, due delle quali di nostra conoscenza."
Il suo sguardo si posa su di noi e sento un peso enorme bloccarsi all'altezza del mio stomaco.
"Prima di mettervi al corrente di ciò, però, c'è qualcosa che vorrei discutere con te, agente De La Croix."
Per un attimo penso che stia parlando di Anaëlle, ma quando incrocia le braccia e alza il suo sguardo su di me, sospiro, capendo che la ramanzina che ho atteso per una settimana intera dopo l'esplosione è finalmente arrivata.
"Sarò sincero con te: qui allo S.H.I.E.L.D non gradiamo coloro che prendono inziative personali come decidere di frugare in vecchie celle dismesse in cerca di documenti"- dice, con un tono che non ammette repliche.- "Tuttavia, ti sei dimostrata brillante, intuitiva e con grandi capacità deduttive e non mi riferisco solo al ritrovamento di questi fascicoli."

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