Capitolo dodici
Runaway while you can
Everything is coming to an end
Please don’t swear
This story can not begin again
Runaway-Urban StrangersNatasha distoglie un attimo lo sguardo dalla strada deserta per osservare la sua compagna di viaggio, normalmente fin troppo loquace, che si è addormentata come una bambina, con la testa appoggiata al finestrino e i piedi sul cruscotto dell'automobile.
La russa sorride, pensando a come Camille sia stata vigile per tutto il viaggio in quinjet, durato fin troppe ore, per poi crollare non appena aperto lo sportello di quella carcassa anonima con cui sono partite da poco.
Come Natasha aveva previsto, Camille non aveva smesso un secondo di tartassarla di domande, con
la curiosità insaziabile che la caratterizzava, ma non l'aveva trovata fastidiosa: ormai si è abituata alla sua esuberanza, al suo modo di non rispettare assolutamente i limiti e le decisioni altrui, come quella di Maria di mandarla in missione in Russia.
Se ci ripensa, Natasha non è molto sicura del perché abbia accettato di portarsi dietro un'agente inesperta come Camille, ma il modo in cui la francese si era preoccupata per lei l'aveva fatta sorridere, sopratutto per la sua ingenuità.
Camille non l'ha mai vista veramente in azione e, in un certo senso, Natasha ne è contenta: sa che Camille la ammirerebbe, del resto già lo fa, ma, per il momento, è l'unica a vederla come una persona, non come una super spia straordinaria.
Averla accanto è un po' come avere una radio costantemente accesa, ma Natasha si è resa conto che quando Camille non c'è, non può fare a meno di mancarle.
Fino a quando non le piomba nel soggiorno nel cuore della notte, allora si ricorda del perché si rifuta di condividere il suo appartamento con qualcuno.
Natasha sorride e torna a concentrarsi sulla strada, scorgendo il paesino dove sono dirette sbucare in lontanaza, tra le valli.
La russa si porta una mano all'auricolare e lo accende: "Hill, ci siamo." comunica poi, senza esitazione.
È ora di iniziare.**
Pensavo che Natasha mi avrebbe scaraventata giù dall'auto con violenza, riprendendomi per essermi
addormentata, invece quando mi sveglia sembra che non abbia nessuna fretta.
"Buongiorno a te, biscia" mi dice, sfoderando un sorriso del tutto inaspettato."Tutto questo buon'umore mi spaventa" -sbadiglio, stiracchiandomi e uscendo dalla vettura con
andatura traballante. -"A cosa è dovuto?"Natasha si stringe nelle spalle e mi rifila una delle sue occhiate indecifrabili, così mi limito a
ricambiare il suo sorriso e tutto il malumore accumolato durante il viaggio sembra svanire mentre ci
incamminiamo verso l'entroterra.Il nostro contatto si chiama Vladimir Sokolov, ma adesso è conosciuto come Olaf Dahl, un mite pescatore norvegese che abita a Bleik, un paesino a nord delle isole Vesteralen, sopra il circolo polare artico. Natasha mi ha spiegato che dopo il crollo dell'Unione Sovietica gran parte degli
uomini che facevano parte di progetti segreti come la Red Room si sono uniti alla malavita: molti di loro sono invischiati in traffici umani, di organi, di bambini e di droga, altri gestiscono dei mercati neri e delle reti sotterranee di informazioni private.
Natasha mi ha detto di aver venduto lei stessa segreti di vario genere all'offerente più alto dopo che
la Russia aveva perso il suo controllo su di lei, cosa che non mi ha sorpreso più di tanto.
Vladmir, a quanto pare, è stato tra i pochi a cambiare identità e a condurre una vita apparentemente
normale, ma Natasha mi ha detto di sapere per certo che i suoi contatti con il mercato nero non siano cessati e che le sue informazioni possano essere discretamente affidabili.
Vivere così a nord, secondo lei, lo fa sentire protetto da eventuali minacce esterne, soprattutto in periodi come questo, quando d'inverno la neve sotterra ogni cosa, la notte dura per mesi e Bleik diventa un paese pressoché inaccessibile se non si possiede un jet privato come il nostro che atterri nell'areoporto più vicino, nonostante le lastre di ghiaccio sulla pista.
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Bring me to life
FanfictionDue ragazze francesi, prive di memoria, vengono ritrovate in un bunker sotterraneo durante una missione dello S.H.I.E.L.D. Non ci vuole molto perché scoprano di essere state vittime di orribili esperimenti e, affiancate da Barton e Romanoff, i migli...