capitolo dieci

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Capitolo dieci

Catch my name for kicks
Thinking I would be right by your side
I don't feel adequate
Thinking I'm a monster in disguise
We've gone down every list
Stuck but I have got to begin to resist
Caught up with the fact that life will be dark.

Gravel to Tempo-Hayley Kiyoko


Il risveglio non è piacevole quanto lo immaginavo. Qualcuno mi scaraventa giù dal divano dove sono accoccolata e rovino malamente al suono, mugugnando infastidita.

"Che cazzo.." formulo con voce ancora impastata dal sonno.

"Non. Farlo. Mai. Più. "

Un cuscino mi sbatte in faccia con prepotenza, svegliandomi del tutto. Un'Anaëlle furiosa è in piedi davanti a me e brandisce con fare violento la coperta che, fino a qualche secondo fa, mi avvolgeva.

"Mi sono svegliata ed eri sparita, ho temuto che avessi fatto qualche stronzata delle tue!"

"Dai... non ne faccio così tante" cerco di difendermi.

La coperta mi arriva in faccia in malo modo e capisco che Anaëlle fa sul serio.

"Perché l'hai fatta entrare?" urlo in direzione di Natasha che assiste alla scena con le braccia conserte e un'espressione divertita stampata in faccia.

"Chi sono io per mettermi in mezzo a due sorelle che si sono appena ritrovate?" mi domanda con fare innocente.

"Non so, forse una super spia russa super agile e super prepotente?" rispondo.
Natasha si stringe nelle spalle e non muove un singolo dito per venire in mio soccorso mentre Anaëlle mi afferra per il bavero del pigiama e mi scaraventa di nuovo sul divano.

"Scusa"-esalo alla fine, coprendomi il viso con le mani. -"Scusa, non lo farò più, promesso."

Anaëlle tace e abbasso un attimo le mie difese per controllare che stia bene quando una cuscinata di colpisce nuovamente.
Sta volta le blocco il polso prima che possa scappare e la tiro a me, abbracciandola.

"Scusa"- le mormoro nuovamente, accarezzandole i capelli. -"Non ti lascerò mi sola, promesso."

Anaëlle sbuffa indispettita ma non ribatte ulteriormente e tiro finalmente un sospiro di sollievo mentre mi giro in direzione di Natasha che, in tutto questo tempo, non ha smesso di osservarci un secondo, godendosi la nostra piccola rissa.

**

Se anni fa qualcuno le avesse detto che un giorno si sarebbe ritrovata con due sorelle che facevano a botte nel soggiorno di casa sua, Natasha avrebbe pensato che quel qualcuno fosse matto. Invece eccola lì,  ad assistere ad una scena che non può che farla sorridere, sebbene cerchi di mascherarlo.
In pochi mesi Anaëlle e Camille hanno travolto la sua vita, in particolare quest'ultima: la fredda e razionale Natasha l'aveva allontanata, come faceva con tutti coloro che conosceva e Camille, con la sua testardaggine e la sua insolenza, si era fatta spazio nella sua bolla privata, senza demordere neanche per un secondo.
Natasha le è segretamente grata per questo ma, avedo una dignità da mantenere, cerca di non darlo troppo a vedere, sapendo che Camille, in qualche modo, ne è già a conoscenza senza bisogno di troppe parole.
Natasha sospira mentre si perde nei suoi pensieri.
Il fatto che il passato delle due sorelle sia tormentato e così simile al suo la fa rabbrividire spesso e, durante i primi mesi di addestramento, le aveva detestate, vedendoci riflessa se stessa, molti anni prima.
Quando aveva detto a Camille che, se avesse potuto, le avrebbe uccise entrambe, sapeva di non star mentendo: meglio morire che vivere un vita fatta di sofferenza, in cui la sola esistenza era una lotta perenne contro i propri demoni.
Forse assolvere due ragazze così giovani da un peso come quello le era sembrata la scelta più giusta, maggiormente misericordiosa, ma adesso che le guarda azzuffarsi come due gattini sul suo divano Natasha capisce finalmente il significato delle parole che Camille le aveva detto quella notte in terrazza.

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