Amiche

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Era passato un mese o poco più dall'arrivo di Aurora negli Stati Uniti e giorno dopo giorno si innamorava sempre di più di New York e di Manhattan.
Robert era pieno di impegni per Infinity War e viaggiava dalla sua casa a NY a quella ad Atlanta, quasi non poteva respirare. Ma c'era una persona che ancora non si faceva viva in tutta questa storia, e forse era la persona che più di tutti doveva sapere: Stella, la moglie. Aurora non sapeva minimamente cosa era successo tra i due, ma una volta le capitò di sentire solo un piccolo pezzo di una loro telefonata e il tono di Rob era esasperato e quasi arrabbiato.
Per una volta si sentiva egoista e insofferente nei confronti di Stella nonostante l'avesse aiutata a riconquistare proprio la persona che ora lei aveva il privilegio di baciare.
E poi c'era Damien, il grande punto interrogativo che ultimamente era resuscitato nella sua mente e si promise di parlarne al più presto con Robert.
In quel giorno d'ottobre, dove un cielo pieno di nuvole ricolme di pioggia minacciavano la città, Aurora e Giulia stavano passeggiando per Times Square in uno dei giorni meno affollati con un caffè appena preso da Starbucks in mano.
La mora aveva un giorno libero dal tribunale in cui lavorava e la pittrice beh, lei era una turista e come tale doveva godersi la vacanza. Molte volte il pensiero di trasferirsi lì le attraversò la testa, ma sentiva che ancora un pezzo di lei era rimasto in Italia, nel suo mare.
Molte canzoni si incrociavano con i clacson delle auto a Times Square dando vita alla colonna sonora di New York, unica nel suo genere e fatta solo per chi ama la vita e il movimento.
In programma quel giorno dovevano anche fare un po' di jogging a Central Park per respirare l'aria pura della grande macchia verde che tappezzava la città che non dorme mai, ma in quel momento erano troppo impegnate a ridere per delle scemenze uscite dalla bocca della rosa.
Aurora mise un braccio attorno alla spalla di Giulia per sorreggersi talmente le risate erano forti, la gente le guardava stranita e anche un pizzico divertita.
Svoltarono nella quarantasettesima, la via più vicina per arrivare a casa.
-Senti ma il tuo principe azzurro come sta?
Chiese l'amica con un po' di malizia, facendo alzare gli occhi di giada al cielo per il suo ammiccamento.
-Diciamo che la sua agenda è piena di impegni.
Giulia avvolse il braccio libero sulla vita della cuoca che imperterrita le circondava le spalle con il braccio.
-Cioè?
Aurora bevve un sorso di caffè espresso.
-Mi ha detto che deve rimettere su un po' di massa muscolare per il suo personaggio, ehm...Trony...
-Tony Stark amica, quante volte devo dirtelo?
La pittrice fece spallucce.
-E poi adora passare del tempo con i suoi colleghi quindi non lo biasimo. È fatto così.
Giulia le tirò una gomitata nello stomaco.
-E chissà come sarà la sua massa muscolare quando lo rincontrerai.
Fece l'occhiolino e Aurora la spintonò di lato, rischiando di farle rovesciare il caffè addosso.
-Scema!
Ridacchiò. Entrambe sospirarono per la spensieratezza dei loro momenti insieme che tanto ricordavano le superiori quando la rosa aiutava la mora ad uscire dal suo guscio e dalla sua freddezza verso gli altri, permettendole di farsi nuovi amici.
A volte lei la difendeva dalla solitudine e Giulia ricambiava tirandola fuori dalle situazioni pericolose con la sua prudenza.
-Comunque domani sera torna a New York e mi ha invitata a mangiare pizza e patatine fritte a casa sua.
Si tappò subito le orecchie per non sentire l'ennesima battuttina pervertita dell'amica che si finse offesa mentre la ignorava bellamente bevendo il caffè.
Quando finirono le bevande le gettarono nel cestino, stiracchiandosi nel freddo vento di ottobre che accarezzava i loro fianchi.
Dopo mezz'ora arrivarono alla strada nella quale in fondo c'era una svolta a destra, dove si finiva nella via del loro appartamento.
Aurora si massaggiò la pancia.
-Io direi di farci una bella corsa e chi arriva prima in salotto vince. Chi perde paga un giro al Lord Green.
Giulia finse di pensarci su.
-Ma io ho le chiavi!
La rosa inclinò la testa nella sua direzione con le sopracciglia alzate.
-Per questo dovrò batterti sul tempo.
Si strinsero la mano.
-Ci sto.
Camminarono normalmente per altri due secondi, dopo di che la mora improvvisamente scattò in avanti e iniziò a correre come il vento, sorprendendo Aurora che subito le corse dietro.
La pittrice perse tempo a schivare due mamme con il passeggino e quando alzò lo sguardo vide la chioma riccia di Giulia sparire dietro l'angolo della strada.
-Maledizione!
Esclamò, correndo sempre più veloce per raggiungere la svolta, ma non appena girò l'angolo nella  via poco frequentata si bloccò di colpo.
E quello che vide poco distante dalla scalinata del loro palazzo le ghiacciò il sangue nelle vene.

*siete pronti? Domani iniziano i problemi. Un consiglio: rilassatevi domani ragazzi, restate seduti sul divano con una tazza fumante di camomilla in mano e guadatevi tutto Iron Fist come ho fatto io. Non avete idea di cosa vi aspetta. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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