Patria

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L'aereo incominciò a muoversi, avanzando in linea retta lungo la pista di decollo.
Il cuore di Aurora batteva forte e l'adrenalina quasi le impediva di stare ferma sul suo sedile.
Robert poteva solo immaginare l'espressione dipinta sul volto della sua amata, ma solo ad immaginarla un sorriso spontaneo stirò le sue labbra.
Quando l'aereo aumentò progressivamente la velocità la pittrice sentì le sue dita tremare dalla gioia, l'energia che le contorceva lo stomaco quasi la fece vomitare, ma talmente era felice che non ci riuscì.
Una voce registrata si diffuse dalla radio del velivolo.
-Buon volo ragazzi.
Robert fece un saluto militare alla torre di controllo e alzò la cloche.
L'aereo alzò il muso e poi si staccò definitivamente dal suolo, Aurora non poteva ancora crederci: stavano volando. Subito puntarono in alto, verso il cielo, verso il tramonto che incendiava lo sfondo.
C'era il vento che silente cullava le ali dell'aereo tra mille spirali, il suolo sotto di loro diventava sempre più piccolo, quasi una briciola. Aurora più cercava di parlare e più il vento le tappava la bocca, perdeva le parole di fronte al bellissimo regalo che il suo bellissimo uomo le aveva fatto.
Anche se la loro relazione sembrava più quella di due bambini vivaci, anche se c'erano ancora tante cose da scoprire.
Lei lo amava, e gli sarà sempre grata per questo.
Robert poteva percepire la brezza del vento, il mondo che piano scompare, il cielo che si apre solenne su di lui e le nuvole sempre più bianche. Amava volare, amava il cielo. Era la sua casa, su, dove nessuno poteva sentire i suoi urli di dolore. Voleva condividere per la prima volta questa passione con l'unica persona capace di capirlo.
Lui l'amava, e le sarà sempre grato per avergli rubato il cuore rotto ed averlo aggiustato.
L'aereo salì per vedere di più, per arrivare davanti, sopra il trono degli uomini, sotto la corona delle stelle.
Aurora si sporse e finalmente lo vide, il paradiso: le montagne innevate dell'Austria si sporgevano verso l'alto per poter toccare lo spazio, i verdi boschi erano macchiati dalla neve e ogni fiume ed ogni ruscello poteva essere visto da lassù.
Robert portò l'aereo tra i fianchi di due montagne, dove una gola non troppo stretta nascondeva una cascata bellissima e pura.
Aurora sorrise di puro stupore alla vista di quel nastro d'argento che sgorgava dalla roccia più dura.
Prima di schiantarsi contro la cascata salirono su, sempre più su, fin dove potevano respirare senza mascherine, fin dove i loro occhi potevano ancora sognare in grande.
In quel cielo c'era molto di più, c'era la notte che stava calando, c'erano le stelle che si stavano svegliando.
Sfiorarono le nuvole e Robert non poté impedire alla sua rosa di vivere.
-Toccale!
Aurora si alzò leggermente dal sedile e allungò una mano verso la nuvola sopra di lei, immergendo la mano in una sostanza morbida e priva di forma, ma lei sentì molte cose toccando il cielo.
E quasi un simbolo onorò il loro mondo, un gradevole sogno bussò alle loro menti riflesse nella bellezza del volo.
L'aquila che tocca il cielo seguì la loro corsa, le lunghe ali che sfidavano il vento e superavano ogni tentativo di superiorità. Robert guardò l'aquila e l'aquila guardò lui, per due secondi uomo e animale pensarono alla stessa cosa e sognarono un mondo migliore, un volo nelle stelle del firmamento.
Ed era lei la saggia guida che li riportava a loro stessi.
C'era solo la libertà con loro, il bisogno primordiale di ogni essere umano. Un glorioso mustang galoppava dentro le loro anime, lo scenario idilliaco poteva forse divenire pace per se stessi?
C'erano parole celate per quella bellezza, un cielo enorme che presenziava dai segni del tempo.
E finché avevano memoria di quel brivido libero come l'aria sapevano di essere ancora vivi, ancora con una colonna sonora devota al mondo incastrata nelle orecchie.
La libertà di volare si impara volando.
Dalle montagne una voce gridava di ricordarsi chi erano, e sapevano che sempre e per sempre sarebbero stati lì, tra il cielo e l'inferno, insieme.
Superarono le nuvole, attraversarono quelle coperte del mondo per trovarsi fuori, sopra di loro un mantello nero trapunto di diamanti riempì i loro urli di una libertà mai provata.
Erano lì in cima, al cospetto delle stelle.
Aurora guardò quel cielo già pronto per essere visto dalla Terra, ma ancora ignoto a miliardi di occhi presentarsi solo per loro. Un'aria fredda e magica si respirava quella sera.
Ed ogni stella brillava a modo suo, ogni sfumatura perfetta delineava le costellazioni così solenni al loro sguardo.
Ogni astro giudicava con magia e luce i loro cuori, mostrandosi in tutta la loro bellezza.
Sotto a milioni di luci, avvolti dalla spirale della immensa ed unica Via Lattea, spettatori del teatro della galassia, un cielo intero rubò le loro parole e il tempo corse al loro fianco.
-Ti amo e ti amerò per sempre.
Le stelle avverarono i loro sogni.
Ed in quel cielo si nascondevano i segreti più profondi dell'uomo, i sogni si incastravano fra le nuvole.
Volare nell'universo, la loro unica patria.

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Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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