La Metà di Niente

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"Lo rivoleva a casa; lo voleva ammazzare;
lo rivoleva a casa per poterlo ammazzare;
aveva bisogno di lui per riassestare il proprio mondo."

Ho detto molte volte che un libro, esattamente come le persone, non si incontra mai per caso.
Semplicemente arriva.
Calmando vecchi rancori.
Asciugando lacrime perpetue.
Strappandoti una risata perduta chissà dove.
Mostrandoti il mondo da un altro punto di vista.
Una luce completamente nuova.
Come mettersi nei panni di un altro, indossare le "sue scarpe" e capire ogni pensiero, ogni sfumatura di colore, ogni sguardo o alzata di sopracciglio, ogni cosa detta e... non detta.

"La Metà di Niente" ha incrociato la mia strada qualche mese fa. Regalo di una cara amica, che probabilmente, avendolo già letto, sapeva che effetto avrebbe avuto su di me.
Devastante!
Sono felice di non averlo letto subito.
Felice di aver aspettato e trovato il giusto tempo da dedicargli.
Felice di averlo avuto con me, proprio in questi giorni e averne capito il valore e il senso appieno.

È uno di quei libri che dovrebbero leggere tutti. Donne, ma anche e soprattutto uomini.

È stata per me una rivelazione! Un intenso e profondo colpo di fulmine.
Scritto da Catherine Dunne, famosissima scrittrice irlandese e pubblicato nel 1997 (Edizione Italiana: Guanda, 1998), "La Metà di Niente" racconta in modo vero e toccante il dramma di una crisi di coppia, Ben e Rose, vissuta con occhi strettamente femminili.
Un viaggio intimo, sperduto, denigrante, pieno di dubbi, incertezze. Terribilmente crudo e a tratti anche dolorosamente divertente.

Fin dalle prime pagine, la sensazione che si ha, è quella di sfogliare, non autorizzati, un album di fotografie di qualcuno che ovviamente non conosciamo, ma di cui inevitabilmente si vuole sapere di più.
L'alternanza e il rincorrersi intenso, dei vari flashback al suo interno, faranno in modo che si possa entrare, quasi in punta di piedi, nelle loro vite, nei loro pensieri e capire fino in fondo, come e perchè si è arrivati a quel lunedi 3 aprile del 1995.

"È per sempre, non è vero? Non è solo un periodo!"
"Credo di sì. Non ti amo più!"
Ed ecco che se n'è andato.
La porta si chiude alle sue spalle senza far rumore.


Una botta! Vent'anni di vita insieme, tre figli, una casa, un mutuo, una realtà fintamente salda, scaricati così, senza un perchè (anche se in realtà il perchè c'è eccome e anche più d'uno!).
Lui arriva e ... Boom!
Lancia la bomba e se ne va come se niente fosse. Se alle sue spalle rimangono a terra dei feriti, poco importa.
Ha fretta di andarsene.
Deve prendere il volo... Lui.
Tanto se va male...
Se va male... cosa?

Questo libro non è solo un diario lucido e schietto di come due persone che stanno insieme da tanto tempo, arrivano ad un punto in cui si rendono conto che in realtà non si conoscono per nulla.
Questo libro parla di cose reali. Che accadono a persone reali. Ogni. Santo. Giorno.
Ovunque intorno a noi. E ci fa riflettere e soffermare, con quanta superficialità e velocità talvolta giudichiamo individui che nemmeno conosciamo.
E lo facciamo. Spesso.
Con ferocia.
Senza sapere.
Senza conoscere.
Il loro male interiore.

"Vede le stesse persone. La donna con il walkman, l'uomo con i due levrieri. Si domanda quali demoni stiano esorcizzando loro..."


Parla di rinascita.
Di voglia di vivere.
Di ricominciare.
Ma soprattutto della capacità che abbiamo noi donne di sopravvivere ad ogni caduta e non darci mai per vinte.
Parla di amicizie che non muoiono mai e che infrangono la barriera dello spazio e del tempo con un solo battito di ciglia. O un volo di 17216 km!!!

Quelle amicizie vere.
Fatte di donne vere.
Che si chiamano nel cuore della notte per dirsi cose del tipo: "Ho ucciso qualcuno!" e sentirsi rispondere dall'altra parte "Bene. Dove lo seppelliamo?".
Quelle amicizie che basta uno sguardo per capirsi e un silenzio per andare oltre e molto di più.

"Poi, con le idee chiare, le ossa riposate e rinvigorita da Arthur Guiness, potrai dire a tuo marito di andare affanculo!"


Come un mantra.
Pagina dopo pagina.
Il mio personalissimo "Nam Myoho Renge Kyo", che tante volte mi ha salvato dall'insalvabile, questo libro è stato una specie di cura.
Non a tutte le ferite, ma ad alcune.
Una presa di coscienza.
Che noi ce la possiamo fare.
Anche di fronte ad un uomo che si è amato con tutte noi stesse e che dopo tanta devozione ti liquida come se nulla fosse con un: "non ti amo più" abbellendolo con un bel pugno sul viso.

Noi.
Siamo più forti di tutto questo.
E a dispetto di tutto rifioriamo dal sangue, dal vomito e dalla merda.
Rinasciamo, splendide più che mai, dalle ceneri di un camino ormai dimenticato, in una stanza chissà dove.

Noi.
Si. Noi Donne.
Che non siamo "la metà di niente" e di nessuno!!!
Ma che bastiamo a noi stesse.
Perchè siamo perfette proprio così come siamo.
Nella nostra affascinante imperfezione. Piena di difetti.
Di cuore.
Di pancia.
Di anima.
Noi. Si. Che apparteniamo solo a noi stesse e a nessun altro.

Leggetelo.
Non ve ne pentirete.

Un abbraccio.
Kate.
^^

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