“Madame Michel ha l’eleganza del riccio:
fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza,
ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci,
animaletti fintamente indolenti,
risolutamente solitari e terribilmente eleganti”Nella stragrande maggioranza dei casi la percezione occidentale dell’origami si limita a una classificazione che lo cataloga, banalmente, come divertimento per bambini, sfoggio di abilità manuali o più semplicemente come mezzo utile allo smaltimento dello stress quotidiano.
Niente di più sbagliato!
Per gli orientali e in particolar modo mi riferisco ai giapponesi, l’origami ha un significato profondo e simbolico che affonda le sue radici nei tratti più caratteristici della loro cultura.
La bellezza e la fragilità dell’origami rappresentano infatti il ciclo vitale e la fine delle cose rivolto a una continua rinascita. Chi ammira un origami accetta il fatto che, per quanto faticosa possa essere stata la sua costruzione, esso è un oggetto temporaneo, il quale a un certo punto esaurirà la sua funzione e scomparirà.
Poetico e sublime al tempo stesso. Non trovate❤?Ho fatto questa premessa semplicemente per farvi capire che leggere L’Eleganza del Riccio 🦔ha avuto su di me, lo stesso, incredibile effetto.
Pagina dopo pagina, “ho piegato dolcemente la carta”, andando avanti “passando da un semplice foglio a una forma complessa” immergendomi nel racconto “senza nessuna limitazione alla creatività” e giungendo al finale “meravigliandomi per il risultato ottenuto: un oggetto dotato di vita propria, come se l’energia impressa con le mani si fosse trasformata in qualcosa di tangibile”.
Ho avuto bisogno di un giorno intero per riprendermi da questa storia, riflettendo sulle varie cose che avevo letto al riguardo e sentendomi completamente all’opposto su alcune considerazioni. Forse troppo "occidentali" per un libro che invece andrebbe percepito con un’ottica più, come dire, “orientale”.
Siamo a Parigi al numero 7 di rue de Grenelle, in un elegante palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia.
Madame Michel è una portinaia che appare in tutto e per tutto conforme all’idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Assiste dalla sua guardiola, lo scorrere lussuoso di questa vita superficiale e piena di sciocche frivolezze, che a malapena si accorge di lei, quasi fosse invisibile.
Non le importa, è proprio questo ciò che vuole.Perché Renée, all’insaputa di tutti è una coltissima autodidatta cha ama l’arte, disquisire su Marx, la filosofia, la letteratura (il suo gatto🐾 si chiama Lev per merito di Tolstoj!), la musica e la cultura giapponese.
Veniamo rapiti dal suo modo di ragionare, brillante e mai banale, mentre con grandissima ironia e spiccato senso di osservazione ci racconta cosa accade al numero 7 di Rue de Grenelle e risulta impossibile non rimanere affascinati da questa donna. Dalla sua incredibile intelligenza e sensibilità.
Pagina dopo pagina si spoglia davanti ai nostri occhi, di tutto ciò che la riveste, tanto che alla fine non vediamo più Madame Michel la portinaia, ma solo lei… Renée.
Poi c’è Paloma.
Paloma, figlia dodicenne di un ministro ottuso e di una “tossicodipendente” da antidepressivi e sedute d’analisi, dotata di un’intelligenza molto al di sopra della media, brillante e fin troppo lucida per la sua giovane età. Stanca di vivere, infatti, decide di farla finita il giorno del suo tredicesimo compleanno e dare fuoco all’appartamento dove vive con la sua famiglia.
Nel frattempo continuerà a “fingere” di essere una ragazzina mediocre, un po’ strana e terribilmente asociale.Due personaggi, che ignari dell’impostura dell’altro, si incontreranno solo con l’arrivo nel palazzo di Monsieur Ozo, un ricco e cortese giapponese, che con la paziente virtù delle sue origini, smaschererà Renée e il suo doloroso segreto.
Un libro delicato. Sensibile. A tratti troppo pensato, ma incredibilmente affascinante e ironicamente disincantato.
Una di quelle letture che si insidiano nell’anima e ti lasciano quasi un vuoto nello stomaco. La voglia di precipitarsi al numero 7 di Rue de Grenelle con in mano un vassoio di madeleine, per bere un profumatissimo tè al bergamotto in compagnia di Renée.
Non posso che consigliarlo, chiedendovi di non fermarvi alla complessità di certe parti, che agli occhi di alcuni potranno sembrare “pesanti”.
Andate fino in fondo.
Ammiratene la bellezza.
L’eleganza.
La dolcezza.
Come una gru di carta, che si apre davanti a voi e sembra spiccare il volo verso il cielo.Un abbraccio❤.
Kate
^^
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Talking About - Beyond Words -
PoetryLe parole mi arrivano dritte dalla pancia passando attraverso il cuore e oltrepassando l'anima. Vengono fuori da sole, come un fiume in piena e per me è praticamente impossibile domarle.