Capitolo8: Crollo

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Era sola, relativamente sola.
"Sai che sono anche stanco di apparire?"
Valentine si stiracchiò entrando nella stanza e si sedette accanto a lei sul letto.
"Scusa.."
"Scusa cosa?"
"Di esistere..."
Si raggomitolò sul letto coprendo il volto coi capelli castani.
Il ragazzo incrociò le gambe sul materasso, prese un respiro profondo e sciolse le spalle.
"Sai... a volte mi sembra che tu sia stupida"
"Lo s-"
"Sta zitta o ti faccio ingoiare le mie sigarette, accese."
La ragazza si strinse ancora di più in se stessa.
"Sembri stupida ma probabilmente è dovuto al fatto che io sono te e indirettamente penso di te ciò che pensi tu stessa... Il problema è che non lo sei."
La ragazza alzò lo sguardo.
"Diamine, smettila di sminuirti"
"Ma..."
"Non sei stupida, non sei deficiente, non sei un cazzo di peso!"
Lei ammutolì
"Non lo sei"
Le prese il volto tra le mani
"Non sei un peso per nessuno... E' questo che non capisci. Sappiamo entrambi da dove è partito tutto questo. Ma... Cazzo... è successo 5 anni fa. Tu non sei quella persona. Tu non sei un fallimento, non lo sei per nessuno.
Non sei un peso.
Non sei un fallimento.
Non sei stupida.
E continuerò a martellarti la testa con sta roba finchè non cambierai idea su te stessa! Dio Santo non sei così, non sei quello che loro pensano ! Non sei quello che hanno pensato tu fossi. 
5 anni... lo capisci? Sono 5 cazzo di anni... se non contiamo la cazzata di quasi 2 anni fa... DEVI SMETTERLA"
Lo fissava ammutolita, le labbra quasi schiuse nel vano tentativo di cercare un appiglio per ribattere.
Lui si passò una mano tra i capelli nascondendo poi per un momento il volto.
"Valentine..."
"Sta zitta"
qualcosa non andava nella sua voce, la ragazza si sporse verso di lui.
"Vale..."
"Se non è per dire che ho ragione chiudi quella fogna..."
Lo abbracciò stringendolo più forte che potè.
E fu in quel momento che la crepa che si era insinuata nella voce di Valentine ruppe in un sospiro che era solo il preludio per poche solitarie lacrime calde che gli rigarono il volto pallido.
"Mi dispiace.."
"Non dirlo"
"Scusa..."
"Chiudi quella bocca."
Le braccia di lei si strinsero attorno a lui.
"Scusami Valentine..."
"Dio santo... hai almeno capito?"
"Non ne sono sicura.."
Gli sfuggì un sorriso.
"Valentine... io però.. tu chi sei davvero?"
La guardò per un attimo
"Te?" rispose lui con aria strafottente.
"Quello lo so..."
"Quale parte di te?"
"Sì.."
Lui sorrise alzandosi dal letto e andando verso la porta.
Uscì.

Chiuse la porta dietro di sè.

"Lo sai perfettamente.."

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