Capitolo 9: Quieta Tempesta

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Se ne stava sola, totalmente sola in quella stanza fredda e buia.
Non sapeva nemmeno come si sentiva in quel momento.
Cercò il suo riflesso nello specchio buio che si affacciava sul suo letto.
Nere e profonde occhiaie le avevano scavato il volto.
Continuava scrocchiarsi le dita nonostante ciò non producesse più alcun suono.
Si era avvolta nel piumino bianco come un'indiana.
Dalla porta socchiusa penetrava solo un fascio di debole luce.
Non si era più fatto vedere da allora.
Strinse il piumino mentre con i denti si mordeva insistentemente il labbro.
Era forse rabbia?
Forse.
La pelle si ruppe sotto l'insistenza dei suoi denti.
Un rivolo di sangue le scivolò sul mento.
"Fanculo"
sibilò pulendosi col dorso della mano.
Nessuno le rispose.
Come poteva risponderle qualcuno.
Erano quasi 5 mesi che nemmeno lui si faceva vedere.
"E se avessi bisogno di qualcos'altro...?"
Iniziò a guardarsi attorno.
Provò a controllare se nel cassetto c'era ancora il coltello.
Lo teneva lì senza un apparente motivo.
Le piaceva fissare la lama seghettata di quell'oggetto e la sua luce sinistra.
Non lo trovò.
Strinse di nuovo il piumino.
"Valentine"
Silenzio.
Si morse di nuovo il labbro.
Sentì un nodo stringersi intorno alla sua gola.

"Sei patetica."
Un sorriso triste le si dipinse sul volto.
"Lo so..." gli rispose lei stringendosi nella coperta.

Un acre odore di fumo invase la stanza.

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