Il biondo provò più volte a chiamarlo ma senza risultato.
***
-Benjamin, muoviti dai-disse la ragazza.
-Cassandra aspetta, madonna- disse il moro.
-Uffa nemmeno se dovessimo andare a Las Vegas!- disse la ragazza.
Il moro guardò in un punto preciso e decise di fare la cosa giusta.
-Cassandra, trovati qualcosa da fare questa sera-disse il moro andando via.
***
-Scusi, una vaschetta di gelato alla fragola e limone, grazie-disse il moro pagando.
***
Il biondo era disteso sul letto e decise di fare la cosa giusta, per lui.
-Mamma io esco-disse il biondo uscendo di casa, recandosi dal gelataio.
***
-Scusi, una vaschetta di gelato alla fragola e limone, grazie- disse il biondo pagando.
Si stava recando da Benjamin, anche se per Federico era stato Benjamin a sbagliare, ne valeva la pena.
***
-Scusi, c'è Federico?-chiese il moro alla madre del biondo.
-No è uscito, avevate un appuntamento?-chiese.
-Oh, no no, arrivederci-disse il moro salutandola.
***
-Ciao, c'è Benjamin?-chiese il biondo alla ragazza mezza vestita.
-Oh si, sta di là, sta riposando sai, dopo aver urlato si è stancato- disse la ragazza mordendosi un dito.
-Oh si certo, ehm, ciao-disse il biondo imbarazzato e scese le scale con le lacrime agli occhi.
Erano le 20:40 e decise di andare a mangiare il gelato nel parco, o meglio, in quel parco.
Non c'era nessuno, sola una persona, seduta sulla loro panchina.
Quando si avvicinò capì di chi si trattava.
-Benjamin?-
-Federico?-
-Ma tu non eri a casa tua?-chiese il biondo confuso.
-A casa? E perché mai?-chiese il moro.
-Me l'ha detto Caterina!-disse il biondo con fare ovvio.
Il moro rise.
-Perché ridi?- chiese il biondo.
-Si chiama Cassandra-disse il moro.
Il biondo sospirò.
-Che ti ha detto?-chiese il moro prendendo un cucchiaino, di quelli piccoli che di solito ti danno i gelatai, di gelato.
-Vado diretto?-
-Si-
-Che avete...beh...scopato?-
-Cosa?-chiese il moro sbalordito.
-Già- disse il biondo imbarazzato.
Il moro pronunciò delle parole incomprensibili.
-Perché sei andato a casa mia?-chiese il moro cambiando argomento.
-Beh, perché mi mancavi-disse il biondo sussurrando.
-Perché ti?-disse il moro facendo finta di non capire.
-Mi mancavi-disse alzando di poco la voce.
-Cosa? Non ho capito bene- disse il moro mettendosi una mano vicino all'orecchio.
-Cazzo Benjamin, mi mancavi-disse il biondo urlando.
-Oh, che carino- disse il moro tirandogli una guancia.
-Smettila-disse il biondo sorridendo.
-Te lo bacerei quel sorriso-pensò il moro, forse a voce alta, incantandosi sulle sue labbra.
-Fallo-disse il biondo abbassando lo sguardo.
-Cosa?-chiese il moro riprendendosi.
-Benjamin cazzo sei sordo?-disse il biondo ridendo e a quel punto il moro si avvicinò, piano, e gli lasciò un bacio, uno di quelli veri.
-Mi mancherai biondino-disse il moro accarezzandogli i capelli.
-Cazzo Benjamin-disse il biondo trattenendo le lacrime.
-Infondo sono solo due anni-disse il moro cacciando qualche lacrima.
-Due lunghissimi anni-sospirò il biondo.
•••
-Papà poi?-chiese la bambina curiosa.
-Ginevra sono le 10, è tardi, il resto te lo racconto domani ok?-disse il padre dandole il bacio della buonanotte.
-Puoi dirmi solo se si rincontreranno?-chiese la bambina curiosa.
-No purtroppo, quando Federico ritornò a Modena seppe della sua morte, Benjamin morí, lo spararono- disse il padre con una lacrima che gli rigava il volta.
-Papi domani andiamo al cimitero a trovare zio Brian?-chiese la bambina.
-Certo Ginevra, ma ora dormi-disse il padre uscendo dalla camera.
-Aspetta papà, perché non mi racconti mai della mamma?- chiese la bambina.
- Dai dormi, altrimenti zio Brian si arrabbia-disse il biondo, uscendo veramente dalla camera.
Fine