Don't

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Lauren's POV

I medici continuano ad entrare ed uscire. Blocco un ragazzo, probabilmente appena laureato, per chiedere informazioni. Non è difficile estrapolargliene, essendo alle prime armi, non gli è nemmeno stato insegnato a non dare informazioni prima del previsto.

È agitato, mi confessa che la situazione è grave.
Sofi mi stringe la mano quando sente quelle parole. Dev'essere davvero dura per lei. Vorrei fosse un incubo.

Poco dopo, Sofi mi lascia, e corre verso Camila.
Provo a chiamarla ma non si ferma, sono costretta a seguirla.

Entrata, correndo, nel reparto in cui è vietato stare, seguo semplicemente i passi svelti della piccola, che presa da un attacco di panico non è riuscita a controllarsi.

Come posso darle torto? Camila è l'unica che le rimane, perderla non è assolutamente un'opzione.

Sento qualcuno urlare "Fatela uscire!" Da una porta vicina. In fretta mi appresto a raggiungerla.

I medici mi intimidiscono di uscire, ma appena afferro Sofi mi accorgo che quella di fronte a me, con i capelli arruffati, con un tubo in gola e il collo violaceo è Camila. I macchinari fanno un rumore assordante e ci sono almeno otto medici.

Mi blocco, mi spingono fuori dalla stanza e non riesco a reagire.

No, Camila, non puoi dirmi addio, devi essere forte, ti prego. Se non vuoi farlo per me, fallo per Sofi.

La piccola continua a piangere e strillare mentre mi abbraccia. Io non riesco a piangere, sono ancora completamente paralizzata.

"Ce la farà" le dico, anche per darmi un po' di speranza. Quel pezzo di merda di Alejandro me la pagherà.

Solo ore dopo riescono finalmente a stabilizzare Camila, ma non è ancora fuori pericolo. Rimarrò qui la notte.

Il padre di Camila è in questura, sicuramente lo staranno interrogando.

Sofi non ha dovuto insistere per rimanere, è giusto che stia con la sorella in un momento così difficile.

Lascio Sofi nella stanza con Camila per andare a fumare una sigaretta, ma una non mi basta, faccio per accenderne un'altra ma qualcuno me la sfila di bocca.

Lucy.

Che vuole? Perché è qui? Non può essere così insensibile. La squadro dalla testa ai piedi.

"Ho saputo di Camila, ma no, non sono qui per lei, devo fare dei controlli"

"Non mi rivolgere la parola Lucy, vai a fare i tuoi controlli e sparisci" le intimo accendendomi finalmente la sigaretta.

Mi sorride ed entra. Io tiro con forza dalla sigaretta, in questo momento, mi sento così vuota che il fumo è tutto ciò che riesce a farmi sentire viva.

Che ha fatto di male per meritarsi questo? L'unico "errore" che può aver fatto è stato lasciare il gruppo, forse, lasciare me. Ma errare è umano, non merita tutte queste disgrazie.

È una persona così buona, mi dico mentre lancio via la sigaretta.

Torno dentro e trovo Sofi addormentata sulla sedia che tiene per mano Camila.

Sono così belle, anche in questa situazione.

Accarezzo la testa della più piccola, ringraziandola mentalmente di essere con la sorella, ringraziandola di essere forte.

"È bella, non è vero?"

Sussulto e mi allontano per istinto.

"Tu?"

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Camila's POV

Mi guarda come se avesse visto un fantasma, si stropiccia gli occhi, si tira degli schiaffetti sulla faccia e spalanca gli occhi nuovamente.

Rido a vederla così, ma è anche così bella.

"Lauren, non stai sognando, vieni qui!"

"Sei sveglia? E-e-e ti ricordi di me?" Mi risponde ancora sorpresa.

Annuisco sorridendole e allargando le braccia.

Sorride, le scende una lacrima e mi abbraccia.
Poi il suo sguardo si fa più serio, mi fa quasi preoccupare.

"Scusami..." mi dice tristissima.

La guardo esortandola a continuare.

"Non avrei dovuto lasciarti sola, sono una stupida, non me lo sarei mai perdonata se tu..."

Non le lascio finire la frase, la bacio. Le sue labbra sanno di salato, ma sanno di buono.

"Ti amo" le dico lasciando andare le sue labbra, asciugando col pollice le lacrime.

Tiene gli occhi chiusi, godendosi il momento.

Mia sorella si sveglia, felice di rivedermi sveglia. Dopo qualche ora, quella stessa notte, mi fanno uscire dall'ospedale.

Le mani di quello che credevo fosse mio padre  attorno al mio collo sono un segno indelebile nel cuore.

A letto, quando Lauren mi sfiora i lividi, rabbrividisco.

Per un attimo sento il dolore, poi mi sento così fortunata ad avere una persona come lei al mio fianco.

Non voglio lasciarla, mai più.

Mi fa sentire viva.

A quest'ora, senza di lei, forse non ci sarei più.

Vorrei non essermene mai andata da lei, dalle ragazze.

"A che pensi?" Mi chiede facendomi incastrare la testa nell'incavo del suo collo, accarezzandomi la schiena.

"A te" dico nascondendomi ancora di più sotto al suo mento.

"Verrà mai il giorno in cui saremo felici?" Le chiedo.

"Mi basta essere con te" mi risponde dandomi un bacio sui capelli.

Questa è casa. Questa è la mia famiglia.

Ci addormentiamo così, abbracciate, dopo molto tempo.

Addio Lauren, ti amo, ma andrò via, prenditi cura di Sofi, ricordale che le voglio bene. Non volevo finisse così, non volevo lasciarti...

Mi sveglio di colpo, era un incubo.
Era ciò che pensavo quando gli occhi di quell'uomo mi scrutavano con rabbia, la stessa che stava sfogando su di me.

Lauren mi stringe subito a sé, mi tranquillizza mentre singhiozzo. Non mi fa nessuna domanda, per fortuna, mi tiene solo stretta, e questo basta per calmarmi.

Ho paura che questo fatto mi perseguiterà per sempre.

Ho paura di non farcela, ho paura di deluderla.

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Spazio autrice:
Ci ho messo tanto a scrivere, e il capitolo è comunque cortissimo, addirittura sotto le mille parole. Mi dispiace, mi dispiace tanto. Non credo di essere in grado di continuare la storia a causa di questioni personali. Non so se lo farò; probabilmente, sarà l'ennesimo fallimento della mia vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 09, 2017 ⏰

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