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Sento suonare il cellulare, mi metto seduto sul letto assonnato e guardo l'ora..2:40
Prendo il telefono e lo porto all'orecchio.
«Pronto?»
«Doc ci servi, c'è stato un duplice omicidio sulla ventiquattresima» «dammi mezz'ora e arrivo»
Chiudo la chiamata e inizio a prepararmi.
Prendo la pistola, la metto nella fondina per poi recarmi sulla scena del crimine.

Davanti alla villa ci sono già alcune volanti della polizia.
Scendo dall'auto andando da Mike e George due miei colleghi.
"Ciao ragazzi, fatemi un riassunto della situazione" dico.
«Ciao, allora, marito e moglie uccisi mentre dormivano con una coltellata  sullo sterno, non hanno avuto neanche il tempo di reagire» dice Mike
«da quante ore più o meno?" chiedo a George.
«il medico legale ha stabilito dalle due alle tre ore fa»
«la coppia aveva figli?»
«si una, Amanda Jefferson ha otto anni  è chiusa nella sua stanza abbiamo mandato degli agenti ma non vuole uscire»
«va bene grazie, me ne occupo io»

Salgo i gradini varcando la soglia di casa.
Percorro direttamente le scale  fermandomi davanti alla porta della bambina.
«non riusciamo a farla uscire » dice un agente.
«sfondare la porta?» rispondo con tono ovvio.
«non volevamo spaventarla»
«se non esce è l'unico modo»

Prendo la rincorsa  per poi dare alcune spallate alla porta che si apre lasciandomi entrare.

Sul letto c'è una bambina dai capelli castani lunghi e mossi, gli occhi grandi e belli di un colore grigiastro.
Ha le gambe al petto e in mano tiene un coltello sporco di sangue.
Guardo il coltello preoccupato e avanzo verso di lei.
«Ciao amanda, io mi chiamo Doc sono qui per aiutarti» dico cercando di avere un tono gentile e rassicurante.
Lei non risponde e indietreggia.
«tranquilla non voglio farti del male, perché non posi il coltello? Potresti farti male »
« è mio» Dice lei
«chi te lo ha dato?»
«lo preso io»
«e perché?»
Lei non dice nulla ma gira lo sguardo verso la camera dei suoi.
«sai che cosa è successo ai tuoi genitori?»
«li ho uccisi»
« perché lo hai fatto?»
«me lo ha detto Melanie»
«chi è Melanie?»
«una mia amica»
«e ora dové?»
«qui» risponde indicandosi la testa con un dito.

La bambina dieci anni dopo....

«Amanda sente ancora le voci?» chiede il medico.
-digli di no..
«no dottore»
«bene, allora continui a prendere le pastiglie, che danno le infermiere tutte le mattine»
«okay»
«bene può ritornare nella sua stanza»
Un'infermiera viene e mi prende dal braccio alzandomi.
«so camminare» dico togliendo il braccio dalla sua presa.
-se ti da fastidio puoi sempre ucciderla..
No Melanie basta.
-uccidila..
-uccidila..
-uccidila..
-uccidila..
Melanie ti prego..
-lei non mi piace..uccidila..
Perdo il controllo di me stessa come la maggior parte delle volte e metto le mani al collo all'infermiera stringendo sempre di più.
-stringi, su più forte..
Faccio come ha detto e stringo.
Qualcosa di affilato e fastidioso mi penetra il braccio liberando un liquido
-bastardo ti ha messo l'anestetico.
Subito dopo mi si appanna la vista, le gambe iniziano ad essere molli, le mani non hanno più la stessa forza di prima e vedo l'infermiera riprendersi, tutto intorno a me gira come una trottola, cado in ginocchio e mi addormento sul pavimento.
-pazienza la uccideremo più tardi.



Spazio autrice
ciao a tutti!
Questa è una nuova storia spero che vi piaccia.
-sara 🌹

due pazzi in manicomioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora