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"Sei Bipolare" dico secca.
" Non ne voglio parlare" ammicca cercando andarsene.
" Senti, ieri nonostante tu mi stessi uccidendo sono stata con te e non ti ho lasciato sotto le grinfie dei medici, potresti almeno spiegarmi"
"Tanto hai capito cosa sono, cosa ti costa lasciarmi in pace" alza la voce.
"Mi costa! Tu mi hai staccato una ciocca di capelli" rispondo tirando fuori dalla tasca i miei poveri capelli.
"Appunto per questo dobbiamo stare lontani,tu sei una pazza assassina, e io sono un pazzo bipolare,io non ti voglio vicino, peggiori solamente le mie condizioni mentali"  dice.
"È stato bello fin che è durato" dice Melanie


MATTHEW'S POV
La guardavo spezzarsi davanti a me come un grissino, il suo viso era visibilmente straziato. Guardo vagare il suo corpo esile e distrutto in giro per la sala come un'anima in pena.
Il rischio che si affezioni a me è alto e voglio evadere da questo posto, qui gli infermieri sono più pazzi degli stessi pazienti, e portarla con me sarebbe uno sbaglio.
Riprendo il libro che stavo leggendo, e comincio a studiare la planimetria dell'istituto che avevo nascosto tra le pagine nei giorni prima.
In tutti i corridoi sono presenti delle videocamere di sorveglianza. Ci sono due uscite, quella di emergenza, nella mensa e l'uscita principale nell'atrio.
Per uscire da entrambe le porte serve il badge dei dipendenti, anche per uscire dal cancello al di fuori dell'ospedale.
Devo solo capire che turni di lavoro hanno gli infermieri e potrò pianificare la mia fuga.
Non vedo l'ora.
Alzo gli occhi dal foglio e noto una delle infermiere avvicinarsi ad Amanda.
I capelli della donna sono così tanto unti che trasudano olio extravergine d'oliva.
Cerco di interpretare il labiale mentre le parla, ma invano, l'unica cosa che penso di aver capito è -la lucertola scappa- ma la probabilità che parlino di lucertole è minima se non nulla.
Mi avvicino cercando di non far insospettire Amanda che sembra ignorarmi con una facilità assurda.
Mi avvicino alla libreria e inizio ad ascoltare la conversazione con il mio udito favoloso, che pipistrello con gli ultrasuoni, spostati.
" Avvicinati con un solo dito a me, e non sai dove ti faccio finire" dice la ragazza minacciando l'infermiera.
Sicuramente starà parlando la sua vocetta socievole e piena d'amore nella sua testa.
Vedo la mano dell'infermiera tirare lentamente una siringa fuori dalla tasca  della sua felpa.
Senza pensarci due volte mi metto tra loro due sperando di non ricevere un pugno da Amanda
"Amanda vieni?"  le chiedo facendo l'occhiolino.
"Cosa vuoi tu ora" dice
La situazione non è delle migliori e lei non collabora per niente.
L'infermiera mi guarda e io guardo la sua mano, noto Amanda seguire il mio sguardo, per poi allontanarsi piano tirandomi per un braccio.
"Adesso che ci penso vengo con te" dice
Le metto un braccio intorno alle spalle e la porto via.
L'infermiera ci segue con lo sguardo, dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima e lei riflette quelli del diavolo.
Stringo a me la ragazza, è così magra che quasi ho paura di farle male, il suo viso scavato e le occhiaie fanno vedere quanto lei sia realmente stanca di tutto questo.
"Grazie" ammicca
Resto in silenzio senza dire nulla.
La verità è che sono un egoista malato e anche se un giorno io me ne andrò via, non riesco a lasciarla da sola neanche un attimo.


Spazio autrice ❤️
Buona sera miei cari lettori, come state passando questa interminabile quarantena?
~Sara🌹

due pazzi in manicomioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora