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Le infermiere ci corrono in contro togliendomi dalla sua presa.
Continuo a fissare sconvolta il ragazzo mentre con violenza scaraventa i dottori lontano da lui.
"Amanda stai bene?" Dice una delle infermiere
Annuisco soltanto e lei mi guarda sorridendo
"Almeno per questa volta non sei stata tu a combinare casini" conclude
"Ma quanto è simpatica" l'ironia traspare dalla voce di Melanie come coltelli taglienti.
Mi alzo da terra e vado verso il ragazzo,
"Matthew basta" dico con voce ferma mettendomi davanti a lui
"Che cazzo stai facendo, ti chiuderanno in isolamento almeno per una settimana" continuo cercando di trovare la lucidità nei suoi occhi
Lui non dice nulla
"Amanda continua" dice Dana
"Controllati" prendo la mano al ragazzo.
Lui la toglie dalla mia presa e mi spinge via
"Ed ecco che ti respinge anche uno stupido ragazzo preso da chissà quale crisi" Ride Christoph
"Tu mi odi" dice lui ringhiando rabbia
Mi riavvicino a lui
"Non ho paura, non mi farai del male"
Intanto i dottori ci guardavano sconvolti, erano sconcertati da me, da cosa stavo facendo, da come stavo tenendo la calma, una cosa che io non sono mai riuscita a fare, lo leggevo nei loro sguardi, dalle loro espressioni.
Stavano assistendo alla nuova Amanda.
Il ragazzo si calma e torna finalmente in se.
"Scusa" dice solo.
I medici lo portano in infermeria, per tutti i controlli, mentre lo guardo andarsene abbasso lo sguardo verso il pavimento e noto una ciocca di capelli.
L'infermiera che si occupa di me,  con la sua solita camminata impacciata viene da me.
"Sono tuoi" dice "ma per fortuna sono della parte sotto della nuca e non si nota" continua cercando di consolarmi.
"Amanda la crocerossina" ride Melanie
"Che Brava la pazzerella" continua
"Melanie stai zitta, migliorerò con o senza di te" rispondo alla voce.
Il rimbombo dei tacchi della responsabile dell'istituto riecheggia nel corridoio,
è una donna seria, sulla cinquantina d'anni.
Si rivolge ai medici con uno sguardo tagliente,
"Portatemi Amanda Jefferson in ufficio, subito" dice come se non fossi già lì davanti a lei.
Uno dei dottori mi porta nel suo ufficio.
Le mura sono tappezzate di quadri e foto.
Mi fa sedere su una delle poltrone davanti alla sua scrivania.
È tutto così maniacalmente organizzato.
Tutto così ordinato nei minimi dettagli, questo posto mette più ansia della responsabile stessa.
"Allora" incomincia " cosa è successo? Hai infastidito Matthew? Lo hai provocato?" Dice alludendo palesemente che sia io la causa della crisi del ragazzo.
" non ho fatto niente, ero in bagno, sono uscita ci siamo messi a parlare e lui ha incominciato a piangere poi a cercare di uccidermi" rispondo con tono freddo
Lei sorride alzandosi dalla sedia.
"Amanda non dire bugie"
"Ecco un'altra stronza" dice rassegnata la voce Omicida.
"Non ho detto bugie, non avrà preso le pastiglie, al posto di puntare il dito perché non fa il suo lavoro e va a chiedere al ragazzo che mi ha quasi ammazzato? Anche perché sono stata io a calmarlo"
Incomincio visibilmente a scaldarmi e lei ne approfitta.
" Tu fai del male a quel ragazzo, stai lontana da lui o sarò costretta a prendere precauzioni" si siede.
"La conversazione è finita" conclude facendomi portare via da uno degli infermieri.
Sta stronza.

Mattina dopo..
Mi alzo di corsa andando in sala comune.
I pensieri corrono nella mia testa, ma l'unico obbiettivo che ho è incontrare il ragazzo per chiedergli spiegazioni
C'è mi stava uccidendo
O almeno voleva farlo.
Entro nella sala e lo cerco dappertutto
Lo vedo seduto su uno dei divanetti con un libro.
Il suo solito libro
Appena  mi vede si alza come se avesse visto un mostro.
"È meglio se non ci vediamo più" dice
"Ciao anche a te" rispondo

due pazzi in manicomioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora