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Esco dallo studio furiosa.
-"non gliela faremo passare liscia" dice Melanie.
-"potresti sempre parlarne con Doc" interviene Dana.
Sono indecisa su cosa fare, Dana ammetto che ha ragione, ma anche se parlassi con Doc i suoi colleghi non crederebbero ad una pazza, mentre se ascolto Melanie, posso aggiustare le cose o per lo meno fargliela pagare.
«Melanie cosa suggerisci ?» chiedo entrando nella stanza.
Fa una risatina e poi incomincia a parlare.
-"pensavo...ti puoi intrufolare nella cucina dell"edificio...prendere un colt-"
«aspetta» la blocco «non voglio omicidi»
-" ma così non c'è gusto" dice seccata
«è così e basta»
-" uff allora non ti aiuto"
«sei una cosa inutile» mi siedo sul letto.
-"potresti lasciar andare, fai scorrere il tempo senza cambiare nulla di ciò che hai fatto fin ora" dice Christoph.
« e com'è che ora mi dai buoni consigli?»
-" niente di personale"
Appoggio la schiena sul materasso e sospiro.
«più tardi deciderò che fare»

All'improvviso la porta della stanza si apre producendo un fastidioso cigolio.
Sulla soglia c'è l'infermiera che ho tentato di uccidere e al suo fianco due dottori abbastanza massicci e alti.
«ciao Amanda» sorride lei.
La poca luce della stanza fa sembrare il suo sorriso inquietante e lugubre.
I due uomini avanzano verso  di me con passo deciso tenendo gli occhi fissi nei miei.
Un brivido mi percorre tutta la spina dorsale. I loro sguardi mi fanno provare qualcosa che ho provato pochissime volte. La paura.
È strano come una semplice sensazione possa mandarti in confusione.
I due mi alzano dal letto tenendomi per le braccia, la loro presa è forte, mi fanno abbastanza male.
«che cosa volete?» provo a liberarmi ma invano.
«oh Amanda cara, fai silenzio» dice lei chiudendo la porta a chiave per poi avvicinarsi.
Dalla tasca estrae qualcosa di famigliare, una siringa, con non so quale liquido all'interno.
«lasciatemi stare» provo a dimenarmi con più forza, ma riescono a bloccarmi contro il muro.
«puttana» dico guardandola.
La donna sorride beffarda mettendomi l'ago nella vena sprigionando il liquido.
Le lacrime iniziano a rigarmi le guance per il bruciore del siero.
Sento la sua risata stridula e fastidiosa.
Lentamente cado sul pavimento freddo, non riesco a muovere nessun muscolo, nessuna parte del mio corpo..sono immobile.n
Le voci sono sparite, incomincio a vedere tutto sfocato e poi buio totale.

«.....Amanda...Amanda» mi sento chiamare da una voce femminile dal tono dolce e rassicurante  a me familiare.
«mamma..?»

due pazzi in manicomioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora