Capitolo Due

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Ruzzante annuì: -Il nome del cavaliere Tullio non mi è nuovo.
Liliana spalancò gli occhi: -Come lo conosce?
La guardia mosse gli occhi a sinistra: -Era un apprendista presso il mio stesso maestro d’armi, Giunelfo da Gotico, per conoscere i segreti della spada. Uno dei migliori.
La principessa annuì, come se si aspettasse tutto quello, sprofondando in un silenzio meditabondo, supportato da quello di Ruzzante, che rimase impettito a fissare pensoso i capelli corti della ragazza seduta sotto un albero.
Liliana alzò lo sguardo a scrutare la guardia, e quella lo distolse, osservando il lago e le piume lucenti dei tre cigni, in un moto di imbarazzo.
-Non sa altro del cavaliere?- mormorò la ragazza abbassando lo sguardo sui sassi ancora sparsi a terra.
-Ciò che la Fama detta. Tre settimane fa è ripartito per Montescuro a causa della nuova fase della guerra.- disse l’altro. -Ha ucciso molti e importanti nemici, conquistando medaglie con cui si fregia i bottoni della giacca in speciali occasioni. Se non sbaglio, ha perso un occhio in combattimento e l’ha sostituito con una benda con lo stemma di Virgilio.
-Com’è in amore?
La guardia impallidì leggermente, esitando per un momento: -N... non saprei, principessa, non parlavo molto con egli. So che non ha ancora una moglie, se è questo che intendete.
Liliana abbassò gli occhi, guardando di sottecchi i tre cigni che, usciti dall’acqua, si stavano pulendo, i becchi tra le penne.
-Ruzzante da Virgilio.- chiamò, infine, osservando la cintura con la spada dell’uomo, su cui era inciso “Eucratea”. -Lei sa mantenere un segreto?
L’uomo stava per rispondere, quando lei aggiunse: -Un segreto che non potrà rivelare a nessuno, tantomeno ai miei parenti, per nessun motivo.
La guardia tacque, riflettendo. Gli cadde lo sguardo sulle occhiaie della ragazza.
-Se liberarsi da questo fardello non le deturperà più il volto dal pianto...- disse, cauto. -Parola d’onore, non dirò nulla a nessuno.
La ragazza, silenziosa, alzò la testa, strofinandosi in un infantile secondo gli occhi.
-Io ho incontrato il cavalier Tullio da Virgilio.
Guardò i rami dell’albero che la sovrastava, che coprivano una parte del sole. -Era giunto qua in viaggio verso Montescuro.- qualche uccello attraversò il blu del cielo. -I miei regali genitori, sentita la sua fama, l’hanno invitato a cenare da noi.- I cigni tornarono nel laghetto. -E io mi sono invaghita di lui.
-Invaghita?- ripeté Ruzzante, alzando le sopracciglia in sorpresa.
-Innamorata!- rispose la ragazza, veementemente.
-Innamorata...- mormorò la guardia tra sé e sé. -Tuttavia lei è già promessa al principe di Durante...
-Non mi interessa.- scandì lievemente lei. -Non mi è mai interessato.
-Principessa, è consapevole della sua ribellione e delle conseguenze?
-No. Non la principessa.- disse lei. -Ne è consapevole Liliana, la regale ragazza pazza.
Ruzzante si raddrizzò di colpo, girando la testa in corrispondenza di due infide dame di compagnia che stavano cercando di avvicinarsi di soppiatto a loro, trafiggendole con una autorevole e gelida occhiata, che le mise in fuga.
-Lei è solamente pazza d’amore.- mormorò poi. -È disdicevole l’annullamento di un matrimonio combinato, soprattutto di questi tempi di guerra, soprattutto se è la sposa a chiedere una tale modifica, ma l’onore perso potrebbe essere recuperato sposando un cavaliere di alto rango, che Tullio potrebbe raggiungere.
-Lei...- mormorò Liliana, guardandolo con due grandi occhi tristi: -Lei crede?
-Sì.- rispose a bassa voce l’uomo guardando il lago deserto, con un sorriso appena percettibile per la risposta precisa e soddisfacente.
La principessa si alzò e si inchinò, alzando di qualche centimetro la gonna: -Lei è più affidabile di tutto il mio personale messo assieme.- disse. Alzò la testa: -C’è un problema, tuttavia. Posso confidarglielo?
Ruzzante si inchinò a sua volta, mentre diceva: -Certo.
Non esitò: -Il cavaliere Tullio non vuole più combattere.
Gli occhi dell’uomo si aprirono di qualche millimetro in più.
-Qualche ora prima della sua dipartita, al tramonto, ci siamo incontrati in solitaria.- mormorò Liliana. -Ha detto che vuole regnare su questo posto come re, poiché prova per me un’affezione profonda che a stento riesce a contenere. Mi ha detto che, contro ogni buonsenso, è stanco della gloria pagata a carne umana e che vorrebbe sposare una ragazza di cui essere fiero e regnare benevolmente su un regno prospero.- la ragazza si coprì il volto con le mani, indietreggiando di qualche passo.
Ruzzante aveva le labbra socchiuse senza accorgersene, intento a pensare furiosamente a cosa avrebbe potuto dire.
Tacque troppo.
-Lo so che è una pazzia.- mormorò la principessa, tirandosi i corti capelli. -Ma io lo supporto. Io odio questa guerra, e anche se nei poemi è cantata la morte in battaglia come la più grande e meritevole, io voglio che si salvi. Io voglio salvarlo, io voglio sposarlo!- gridò, mentre i cigni starnazzavano via e nel cielo il sole compiva un impercettibile movimento che mutò ogni ombra della Terra.
Il volto di Liliana si rilassò, mentre distoglieva lo sguardo dal viso in conflitto della sua guardia.
-È un po’ troppo per essere solo il primo giorno, eh?- disse nervosamente, con un tremore nella voce, sia da risata sia da disperazione.
-Principessa.- disse Ruzzante, riacquistando il controllo di sé. -Mi trovo diviso tra due sponde: la vostra felicità contro le leggi morali di questo tempo.- sospirò, chiudendo gli occhi, lo sguardo di Liliana che gli pungeva la carne. -Io sono un assiduo seguace delle norme.- socchiuse un occhio e quelli della ragazza gli trafissero il cuore. -... ma permetto al mio essere umano uno sfogo nelle leggi non scritte. Vi supporterò.
Liliana fece un largo sorriso, inchinandosi di nuovo: -Grazie, la ringrazio infinitamente.
L’uomo ricambiò, pensoso.

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