Benito Giovanni Scendente prese per una manica sia Luigi che Ruzzante, iniziando a correre tanto velocemente che Liliana faticò a seguirlo.
Il pensatore si fermò al centro della piazza principale della cittadina, gli occhi scintillanti.
Mise le mani a imbuto e gridò: -Una statua per mio fratello! Una statua per mio fratello!
I paesani, che avevano seguito con lo sguardo la folle corsa del concittadino, si riunirono, abbandonando i lavori, attorno a lui.
-Eh sì.- rimarcò con baldanza il fratello, gli occhi chiusi nella solennità. -Per ricordare il mio valente fratello, costruiremo una statua nella sua città natale, statua che durerà fino alla fine dei tempi e farà tremare gli angeli quando scenderanno durante l’apocalisse!
-Cosa...- iniziò la guardia, cercando di riavere la manica del proprio vestito.
-Di che materiale?- si udì una voce tra il popolo, seguita da altri echi.
-Bronzo!- gridò Benito Giovanni Scegliente, alzando la testa risoluto.
-Come...- ricominciò Ruzzante, opponendo ancora resistenza a quella morsa stupidamente forte.
Tutta Rimbombaio si disperse concitata, cercando gli attrezzi necessari per un’opera del genere.
Luigi stava fischiettando. Diede due colpetti con la mano libera sul dorso di quella del pensatore, ottenendo la libertà, tornando ballonzolando al suo carro di polli.
Liliana era davanti ai restanti due, le mani sul petto.
-Signor Benito Giovanni Scendente...- mormorò con grazia. -Saprebbe indicarci una locanda per la notte?
-Non credo ci sia nessuno al momento che vi possa aiutare.- rispose vagamente l’uomo, finalmente lasciando andare Ruzzante e iniziando a misurare la piazza a larghi passi, gesticolando. -Abbiamo una gloriosa statua da creare.
-... lo capisco.- fece la principessa, cercando di sembrare comprensiva. -Tuttavia, ad un certo punto la gente dovrà aspettare, giusto, che arrivi il bronzo. Non è un materiale facilmente reperibile tra queste vallate...
-Oh.- Benito Giovanni Pensante arrestò la sua passeggiata concentrica. -È vero.- si portò una mano sul mento. -I forgiatori di rame più vicini sono a Vittonia, ma con tutto quel carico, rischiano di impiegarci più di un giorno! Forse anche più di un mese!
Si sedette improvvisamente, come se tutte le sue membra si fossero simultaneamente separate, a terra: -Mio fratello rimarrà senza gloria per un mese?
Abbassò la testa, mentre Liliana e Ruzzante, senza un’indicazione su dove ripararsi dall’impellente oscurità, lo fissavano.
L’uomo mise le mani a imbuto e gridò: -Falso allarme! Falso allarme!
Gli affaccendati cittadini si radunarono nuovamente, concitati, vicino al pensatore, appena alzatosi, confabulando tra loro.
-Nessuna statua.- mormorò, piuttosto affranto, Benito Giovanni Ritirante. -Il materiale impiegherebbe troppo tempo ad arrivare.
Un mormorio di tristezza si diffuse tra tutti.
-Non... non si può forse incidere un albero?- mormorò un uomo, con in mano un’accetta. -Quando la scritta inizierà a sbiadirsi, la riscriveremo.
-Questa è una splendida idea, Aldigunfo!- strillò l’altro, la felicità ritrovata. -E non servirà l’aiuto di tutti voi per una semplice ma gloriosa targa! Potete tornare ai vostri impegni! Grazie comunque a tutti!
La gente, rumoreggiando, si allontanò a passo svelto, mentre quello appoggiava un braccio sulle spalle del taglialegna, illustrando a parole l’albero perfetto.
-Mi scusi!- gridò Liliana.
Il sole era ormai basso, e le lunghe ombre delle case sembravano coperte stese a nascondere il giorno in un abbraccio.
-Potrebbe, adesso, indicarci un luogo per la notte?
Il pensatore iniziò a pensare.Liliana guardava la luna.
Ruzzante stava pulendo con un panno bagnato la superficie dello scudo magico, vicino alla luce delle candele.
Un sospiro si levò sopra il capo della principessa, mentre rimuginava, fissando il cielo notturno: -Se veramente Tullio sia morto? ... se veramente questo viaggio sia stato inutile?
La guardia abbassò la testa, appoggiando l’arma sul pavimento della locanda e avvicinandosi all’altra.
-Non lo è stato.- rispose lui. Si schiarì la voce, appoggiandosi al muro vicino alla finestra. -Abbiamo liberato Pozzi. Abbiamo salvato la vita a Clavis. Hai sorriso, dopo tanto, senza pensieri. Dio è con noi, in un modo o nell’altro, con una sentenza o con l’altra, ce ne renderà merito.
La ragazza stava fissando le stelle, senza una parola.
Finalmente, chiuse gli occhi.
-Spero sia come tu dici.- sussurrò, la voce leggermente rauca.
-Lo sarà.- rafforzò l’uomo, abbassando la testa e rimirando le strade buie del paese quasi dormiente. -Dio è con noi.Il giorno aveva spodestato la notte un’altra, confortante, volta.
Un rivolo di luce colpiva il viso della principessa, mentre respirava, gli occhi insonni spalancati proiettati sull’orrore di due giorni prima, su uno dei letti imbottiti di paglia.
Il vento scivolava tra i corti capelli di Ruzzante, mentre scrutava la strada dal tetto della locanda.
Scorse, sull’esposta via, opposta a quella di Montescuro, un drappello di cavalieri che spronava i cavalli e che stava giungendo a Bombardaio, i primi viaggiatori della giornata.
Era tempo di andare.-Liliana...- la sua fredda mano si poggiò sulla fronte della ragazza.
Con un mormorio indistinto, ella si svegliò dai propri pensieri, alzando velocemente la testa verso l’uomo. -Ruzzante? Cosa...
-Andiamo.- mormorò lui, voltandosi e sistemandosi la giacca insieme al coltello magico.
-Ho come la sensazione che i funzionari di tuo padre ci possano raggiungere da un istante all’altro. Passeremo per la foresta. Lì saremo un po’ coperti.
-D’accordo, d’accordo.- replicò Liliana, infilandosi gli stivali e affondando le dita ripetutamente sui propri capelli.
Pagarono il locandiere frettolosamente, prima di incamminarsi quasi in corsa verso gli alti alberi.
Oltrepassarono con un grande e nervoso sorriso il limitare della cittadina, tra gli sguardi curiosi delle persone che fissavano Benito Giovanni Impaziente girare in circolo davanti all’albero che il taglialegna stava incidendo con precisione.
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Incroci
AdventureLa principessa Liliana da Felce e la sua fedele guardia del corpo Ruzzante da Virgilio decidono di viaggiare alla ricerca del cavaliere Tullio da Virgilio, che sembra scomparso in guerra...