I due viaggiatori, un poco riluttanti, stesero l’indumento sopra le loro teste, avvicinandosi leggermente l’un l’altra.
-Puzza.- si lamentò la ragazza.
-È un ragazzo. È normale che puzzi.- rispose l’uomo.
-Guarda che non ha molti anni meno di te, Ruzzante!- rimarcò lei con un sorrisino.
L’altro tacque per una frazione di secondo, soffermandosi sulla mancanza di formalità, ricacciando nell’oblio le memorie ancora fresche dell’unica volta in cui l’aveva chiamato in quel modo, prima di rispondere a tono. -Come vuoi, ma anche qualche anno fa io non puzzavo così.- mormorò. -Liliana.
-Magari ti lavavi tutti i giorni, che ne so.- rispose lei con tono distante.
La grandine cessò per fare spazio a pesanti nuvole nere, di un freddo pungente.
L’uomo consegnò la giacca al suo proprietario, che reagì con il solito sorriso.
La ragazza si appoggiò a lui, gli occhi già chiusi, in cerca sia di calore sia di qualcosa di morbido su cui riposarsi.
La guardia sospirò.
Sbadigliò.
Si assopì.
Luigi sorrideva, governando i cavalli e salutando con una mano alzata tutti coloro che lo riconoscevano per la strada.-Cavaliere Tullio da Virgilio!- esclamava Liliana, uscita dal castello di nascosto, eludendo con una nuova tattica la guardia delle sue infide dame da compagnia e di Tavismondo da Bandiera, la sua bighellona guardia del corpo.
L’interlocutore, sorpreso a passeggiare nel prato vicino al lago, era impallidito e aveva iniziato a ridacchiare incontrollabilmente, talmente turbato da riuscire a malapena a mormorare: -Oh... principessa...
Il cavaliere aveva i capelli castani e ramati scompigliati, come se avesse lasciato le sue stanze in fretta. Non indossava la solita giacca piena di onorificenze, ma aveva ancora quella camicia azzurra che sempre si intravedeva. Nella luce del sole morente, la sua benda bianca, che copriva l’orbita del suo occhio ciecato, risplendeva di una luce soffusa.
Tutto il suo corpo tremava.
Liliana lo notava: -Cosa vi succede?- mormorava, sentendo le sue parole che uscivano con una difficoltà più presente rispetto a pochi minuti prima. Era così vicino a lui... -State male?
Con un soffio di voce, con il viso sempre più adombrato dal sole che si congedava e con una lacrima brillante che gli incideva il volto, egli mormorava: -Sì.
-Diamine!- gridava quella, fermandosi un secondo dopo l’impropero poco principesco, prima di continuare. -Da Virgilio, non è consigliabile tornare in guerra in questo stato! Chia...- le sue labbra, ormai pietra, cercavano ancora di articolare sentenze, mentre una gran confusione turbinava nella sua mente. -Chiamo... qualcuno...
-No! Non andartene.- diceva l’uomo, prendendole un polso, il pianto ormai copioso. -Rimanete... rimani qua.
La principessa non riusciva a far altro che non fosse annuire, mentre dalla sua gola risaliva lentamente un nodo immenso.
Rimanevano in silenzio per un poco, intervallati solo dai loro singhiozzi.
-F... fa male?- chiedeva piano la ragazza, asciugandosi le lacrime con la mano libera.
Tullio portò delicatamente la bella mano al suo petto. Il cuore batteva a un ritmo folle.
-Sono pazzo.- commentava, stringendo la mano di Liliana, scuotendo la testa. -Sono pazzo.- ripeté, cessando il pianto ma riprendendo a tremare. -Non mi era mai successo prima di oggi.- deglutiva, chiudendo anche le altre dita su quella mano. L’ultima lacrima cadeva dai lineamenti dilaniati su quella unione. -Non mi era mai successo prima di te.
Liliana sentiva le lacrime che riaffioravano, mentre un amaro sorriso le si apriva sul volto: -È una confessione così sbagliata, questa, nel periodo più brutto del cosmo...
Si avvicinava ancora di più a lui, appoggiandosi al suo corpo, straziato d’amore.
-Io... io voglio smettere di combattere.- mormorava lui, asciugandosi l’occhio e alzando la testa, contemplando la rotondità della complice luna. -Voglio smettere di cercare gloria uccidendo.- tirava su con il naso, spostandosi in modo che lei riuscisse ad adagiarsi meglio contro lui. -Voglio... sposarti...- la sua voce si incrinava, mentre le accarezzava i corti capelli corvini, stringendola. -... ed essere ricordato come un fiero monarca con una regina più bella di Venere.
Liliana rabbrividiva, lasciando che le sue lacrime scivolassero sulla pelle del braccio di lui.
-Sono promessa sposa...- sussurrava con tono straziato. -... al principe di Durante...
L’uomo scuoteva la testa: -Dovessi sfidare tutte le leggi divine... se tu provi lo stesso per me... io ti sposerò. Al mio ritorno dalla guerra. No, alla prossima tregua. Se tu provi lo stesso, parlerò con tuo padre fino allo sfinimento, solo Dio sa quanto. Se... se tu...
-Sì.
In un’atmosfera quasi onirica, la ragazza avvicinava il volto a quello dell’altro.
-Sì.
Nel silenzio dei fili d’erba spruzzati d’acqua nella nebbia, due labbra si toccavano per un istante, mani si stringevano e promesse si libravano nell’aria.Liliana si svegliò di colpo, trovandosi sul carro nell’identica posizione di prima, se non fosse per la testa di Ruzzante, addormentato, appoggiata alla sua.
Luigi guardava beatamente la strada, mormorando vocalizzi troppo alti perché non dessero fastidio.
La strada, composta da blocchi di pietra irregolari, faceva sussultare il carro.
Tutto d’un tratto un boato fragoroso colpì i tre viaggiatori.
La principessa sussultò.
La guardia si svegliò.
Una smorfia dipinse il volto del guidatore.
La ragazza strillò: -Che cosa succede? Cos’è stato?
L’uomo cercava con gli occhi le possibili cause del rumore.
Il ragazzo, aprendo la bocca, disse: -Mae.
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Incroci
AdventureLa principessa Liliana da Felce e la sua fedele guardia del corpo Ruzzante da Virgilio decidono di viaggiare alla ricerca del cavaliere Tullio da Virgilio, che sembra scomparso in guerra...