Un’ora era passata, Ruzzante stava dormendo sul suo letto, scompostamente e ancora vestito, quando sentì sulla fronte una mano ghiacciata.
Aprì gli occhi, turbato, e quelli ambrati di Liliana incontrarono i suoi.
-Mi annoio.- disse immediatamente la ragazza, ritraendosi. -Voglio fare una passeggiata.
L’uomo annuì, cercando al tatto Eucratea, lo scudo e la sacca, alzandosi: meglio ingannare la mente in quel modo piuttosto che assecondarla con ridondanti e fissi pensieri.
I due uscirono dalla stanza, ritrovandosi in quel corridoio agghiacciante ricoperto di pelliccia.
Velocemente, lo attraversarono, trovandosi nel salone dove la stessa Maddalena li aveva scortati. Un breve passaggio e si trovarono davanti all’imponente portone d’ingresso, custodito da due immobili sentinelle in armatura.
Ruzzante iniziò a camminare, seguito da Liliana, verso quei corpulenti esseri che, dopo una ventina di secondi, quando entrambi erano a qualche centimetro dall’apertura, voltarono l’elmo nella loro direzione.
-Vogliamo compiere un breve percorso in città.- spiegò Ruzzante.
-Non uscite dalle mura.- rispose una delle due, con un cenno d’approvazione dell’altra, che tolse in maniera repentina dalle mani della guardia la sacca da viaggio e lo scudo.
L’uomo, infastidito, scoprì per un secondo i denti, ritrovando dopo qualche istante l’autocontrollo. Sospirò, chiudendo gli occhi, e annuì.
Le case, come qualche ora prima, erano immerse in una tranquillità quasi incredibile.
La città era molto più pulita di ogni altra che Liliana ricordasse: gli odori erano perlopiù piacevoli e ciò era anche aiutato dai fiori ai lati delle strade. Nessun bambino correva giocando con gli altri, e le tende erano ben calate sulle finestre.
Accadde mentre i due si stavano dirigendo verso il mercato della città: un anziano incappucciato afferrò veementemente Ruzzante per un polso.
La guardia si girò verso lui, fermandosi e liberandosi con uno strattone, con un’espressione confusa, e lo sconosciuto si inchinò profondamente: -Buon giorno, gentili signori, verreste a visitare il mio negozio di miele? Si trova a pochi passi da qua, vi assicuro che non ve ne pentirete!
-Oh, certamente!- rispose con un sorriso la principessa.
Ruzzante, sentita la tempestiva risposta, alzò le spalle e diede un leggero cenno con il capo, seguendo l’anziano.
La casa era a pochi metri più a sinistra, in una strada secondaria.
Aveva un’insegna su cui era dipinta un’ape, la quale era soltanto riconoscibile dagli sbiaditi colori neri e gialli. Le tende erano tirate, come in tutti i casolari attorno.
L’anziano uomo aprì la porta e rivelò un ambiente nella penombra, dove erano state accese centinaia di piccole candele, miriadi nella parte alta e sempre più rade nel fondo, luce che colpiva i vasetti di nettare dorato.
Liliana entrò guardandosi attorno, mentre Ruzzante era più concentrato a esaminare con lo sguardo gli angoli più bui.
Qualcuno appena dietro i due spinse la porta, chiudendola con uno scatto.
Ruzzante aveva già tratto per metà fuori Eucratea, quando qualcuno dall’ombra si gettò ai loro piedi e gridò: -Vi prego!
Era la voce della bambina che li aveva fermati qualche ora prima.
L’anziano proprietario, il cappuccio ripiegato da parte, alzò un candelabro dietro i due, rivelando quattro o cinque persone inginocchiate a terra.
La spada tornò di nuovo nel fodero e la ragazzina alzò timidamente la testa.
-Rialzatevi.- disse Liliana, in tono imperioso ma gentile. -E diteci cosa vi turba.
I paesani, timidamente, fecero come gli era stato ordinato.
Il vecchio dietro loro si fece avanti, portando con sé il candelabro, che segnava con luci e ombre ogni ruga del suo volto. Raggiunse gli altri, scambiando con loro fugaci occhiate, prima di prendere fiato e decidersi a parlare.
-La signora Maddalena...- iniziò. -... ha ereditato qualche tempo fa, dalla morte del governatore, suo marito, questa città. La sua bellezza è eguagliata solamente dalla sua pazzia demoniaca.- Liliana stava per parlare, quando egli la fece ammutolire: -Ci ha resi cannibali.
Ruzzante prese un polso della principessa, iniziando a indietreggiare, ma uno degli uomini in ombra, avvicinandosi, alzò una mano: -Siamo cannibali, ma abbiamo comunque l’autocontrollo e la morale, che ci fa inorridire davanti alla nostra esistenza dimenticata dal Signore.
Nell’altra aveva un libro, probabilmente la Bibbia, e le dita che lo stringevano erano tanto serrate da sembrare bianche.
L’anziano chinò il capo: -Ha iniziato uccidendo tutto il nostro bestiame, istituendo sontuosi banchetti che durarono settimane. La gente era dubbiosa, ma fu contenta di quel cibo gratuito. Poi iniziarono a sparire gli animali da compagnia. I cani, i gatti, gli uccelli ammaestrati... la signora istituì una nuova serie di pietanze, che sembravano non finire più. Chi si rifiutava di andare veniva prelevato dalla propria casa e spariva nel nulla. Almeno, così pensavamo.- la sua voce tremava talmente tanto che una signora leggermente più giovane di lui gli posò una mano sulla spalla e continuò al posto suo.
-Coloro che, avvisati, non vi partecipavano, venivano uccisi e... e cucinati, ed era solamente la signora che faceva tutto questo per tutta la città! Dopo la terza serie di banchetti qualcuno cercò di scappare, fallendo, altri invece si unirono a lei, consapevoli dell’orrore che avrebbero compiuto in quelle mura. Ora i cittadini hanno paura l’uno dell’altro. Una lite e potremmo perdere la ragione e scarnificarci a vicenda.- si fece il segno della croce, tacendo.
-I vostri cavalli non ci sono più.- mormorò la ragazzina. -La signora non vi farà mai più uscire.
-A meno che...- disse l’anziano, mentre la moglie annuiva.
-A meno che...- disse l’uomo con la Bibbia, seguito dalla piccola.
-A meno che...- dissero quasi in coro le persone che erano rimaste in silenzio nell’ombra.
-A meno che...?- mormorò Liliana, seguendo gli sguardi di tutti e arrivando alla spada della guardia, appesa alla sua cintura, e spalancando la bocca.
-A meno che...- ripeté Ruzzante, intuendo il tutto e stringendo l’elsa della quieta Eucratea. -... a meno che io non uccida la governatrice Maddalena.
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Incroci
AdventureLa principessa Liliana da Felce e la sua fedele guardia del corpo Ruzzante da Virgilio decidono di viaggiare alla ricerca del cavaliere Tullio da Virgilio, che sembra scomparso in guerra...