Parte 1

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~ ANNA~

Ci vogliono tante parole per descrivere la propria vita, ma io ne userei solo una: Meravigliosa.

Credo che ogni vita sia meravigliosa, sia con le sue imperfezioni sia con le sue gioie.. Non andrebbe mai rovinata.

Io vivo in un ambiente particolare. Mia madre mi abbandonò dopo i miei sedici anni e mio padre la seguì. Dicevano che dovevano farsi una nuova vita, ripartendo da zero. E ripartire significava dimenticarmi. Non soffro della loro mancanza e credo che loro abbiano avuto un giusto motivo per lasciarmi da sola.

Sola. Completamente sola. Non divido la casa con nessuno, lavoro per mantenere la retta scolastica, anche se ho vinto una borsa di studio.

Tutti i giorni sono monotoni. Come questo che sto vivendo ora.

Mi sono alzata alle sette, fatto colazione velocemente e ora sono diretta verso scuola. Una giornata noiosa.

Solita strada, soliti negozi, soliti commercianti e i soliti ragazzi che ti squadra o da capo a piedi solo perché sono diversa. Perché sono più matura degli altri. Perché ho conosciuto la sofferenza, anche se per un breve periodo.

Loro credono in tutto quello che io odio. Solo una cosa ci accomuna: Siamo tutti alla ricerca della persona perfetta con cui stare. Della nostra metà.

< Hei Anna> mi distoglie dai miei pensieri il titolare del negozio in cui lavoro . E' un po' lontano e faccio fatica a sentirlo.

< Ti ho lasciato una settimana di vacanza> si dirige verso di me a passo svelto. Probabilmente ha fretta.

< Mi scusi ma potrebbe ripetere? Non l'ho sentita molto bene> dissi con tono pacato.

< Hai la settimana libera> Ripete leggermente infastidito, al contrario di me che invece faccio salti di gioia.

< Grazie molte>Gli risposi. Dopo di ché si allontanò da me.

Il mio sguardo pose l'attenzione sull'orologio del campanile della piccola chiesa che fu edificata nella piazza centrale della città. Cavolo è tardi!

Corsi più che potevo e i miei polmoni erano secchi.

Mentre correvo , il mio sguardo era focalizzato sulla strada e finì per scontrarmi con qualche passante , ma diedi poca importanza.

Finalmente intravedevo la mia scuola. E' un edificio molto alto con circa quattro piani e uno interrata. E' molto vecchio e gli servirebbe una restaurazione.

La campanella era ormai suonata da un quarto d'ora e per altro avevo alla prima ora la professoressa di matematica. E' una donna molto antipatica , una di quelle che non vorresti mai incontrare nella fa vita.

Ero nel corridoio e stavo ancora correndo quando mi scontrai con la segretaria che stava accompagnando dei ragazzi ( probabilmente nuovi studenti) verso le loro aule.

E dopo essermi scusata troppe volte con la signora, mi soffermai su un dettaglio che avevo già visto. Si trovava sopra la giacca di uno di quei ragazzi. Raffigurava una rosa rinchiusa in una teca.

Poco dopo mi ricordai di aver già visto quel simbolo nel cartone animato della Bella e la Bestia.

E ridendo come una demente mi avviai precipitosamente verso l'aula.

< Mi scusi prof> un uomo si girò per guardarmi. La professoressa non c'era. Ora si che la giornata andava per il verso giusto.

Era alto con capelli biondi- castano con occhi marroni tendenti... Al rosso. Mi lasciò perplessa questo particolare. Ma non mi veniva in mente nessuna risposta.

< Sono Anna Graham > presi l'iniziativa e subitomi misi a sedere al mio solito banco isolato.

Eh già nessuno mi vuole come amica per vari motivi che ritengo inutili. Come per esempio l'abbigliamento o il carattere.

L'ora passò lentamente. E il suono della campanella mi rese felicissima.

Seconda e terza ora Discipline Artistiche. Che meraviglia!! E' la mia materia preferita. Dai libero sfogo alla tua personalità con il colore.

< Merda> qualcuno mi cadde addosso. Probabilmente era di fretta anche lui.

< Cosa ci fai in mezzo ai piedi?> riconobbi subito la sua voce, profonda ma sensuale del ragazzo che quest'anno è stato eletto come il più bello, figo, sensuale.... ect. dalle ragazze della mia scuola.

Io lo trovo superficiale.

Bello lo e' ma non puoi dire che un ragazzo e' dolce, buono e gentile solo dall'esterno.

< Calmati. Adesso me ne vado > mi alzai velocemente ma mi soffermai suo suo sguardo. Non lo avevo mai fatto ee solo ora mi sono accorta che i suoi occhi verdi cambiano colore a seconda dell'emozione .

Anche lui si sofferma un secondo a fissarmi, ma poi riprende il suo percorso

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