Parte 6

31 10 0
                                    

~ ANNA~

Mi svegliai in una camera d'ospedale. Ero ricoperta di flebo su tutto il braccio e non riuscivo a muovermi.

La mia vista si appannava continuamente e non ricordavo niente di quello che mi era successo poco prima. Le uniche immagini che passano per la mente sono sfuocate e confuse.

Ero troppo debole per pensare e caddi in un sonno profondo.

~ JOSH~

Era da due giorni che continuavo dopo la scuola a vedere se si era svegliata, ma era inutile.

Oggi ci andai. I medici mi dissero che si era svegliata verso mezzogiorno ma per la troppa perdita di sangue si era riaddormentata.

Entrai nella sua stanza e vi rimasi a riflettere.

Era lì per colpa mia. Era lì perché i troppi insulti le facevano male e si sfogava.

Per un attimo riuscii a mettere da parte tutto l'odio che provavo verso di lei.

Mi avvicinai al suo letto per guardarla meglio.

I capelli a caschetto scuri le incorniciavano gli occhi meravigliosi cerchiati da occhiaie violacee.

Si vedeva che quella ragazza era sola. Ed io sono stato uno stupido a non averlo capito subito.

L'ho presa in giro per quattro anni senza fine. E lei non diceva o criticava niente.

Si teneva tutto dentro finché non e' esplosa.

Decisi di rimanerle accanto per tutta la notte così avrei potuto controllarla se fosse successo qualcosa.

Mi addormentai dopo molto tempo che fissavo il suo viso .

... Mi risvegliai verso le cinque di mattina.

Mi presi un cappuccino alla macchina del caffè e quando ritornai in camera la vidi sveglia.

Mi avvicinai sempre di più finché il mio sguardo non cadde sui suoi occhi. Erano spenti, vitrei, privi di emozione.

Aveva rinunciato a combattere. Conoscevo bene quello sguardo. Purtroppo.
Fissavano un punto indefinito della stanza, mentre i miei erano puntati sui suoi.

Anche se l'odio era reciproco io volevo salvarla o almeno provarci.
Le toccai la mano ma lei la ritrasse subito come se non volesse quel contatto.
Io gliela ripresi. La sua mano era fredda. Gelida. Le toccai la fronte e scottava. Cazzo!
Corsi fuori nel corridoio per trovare qualche medico. Qualcosa non quadrava.
Finalmente trovai il primario e gli imposi di seguirmi.
Quando toccò la sua fronte si preoccupò molto e chiamò subito le infermiere.

Accadde tutto in pochi secondi. La portarono in sala operatoria.
Ero nel panico. Non ero cosciente della situazione che stavo vivendo ed in poco tempo ritornati con la mente in quel terribile giorno.
No! No! Basta! Non ce la facevo più. Mi scoppiava la testa e anche io, in una frazione di secondo mi ritrovai a terra incosciente.

~ ANNA~

Mi svegliai in una sala diversa da quella precedente.
Era buia con una sola lampada accesa ed in camera con me non c'era nessuno.

Avevo ancora quei tubicini fastidiosi sul braccio e la gamba mi procurava un enorme dolore.

< Finalmente ti sei svegliata >

Disse un dottore entrando dalla porta.

Cercai di alzarmi un po' sullo schienale ma il medico mi bloccò dicendo che non ero del tutto ripresa.

disse ridendo il medico.

Dissi sconcertata .

Io non avevo nessun amico. Quindi chi poteva essere?

< Aspetta...>

Disse andando verso la porta.

< ..vado a vedere se si e' svegliato>

Finì la frase ed uscì dalla porta.

Ma.. Chi poteva essere?

L'unica persona con cui avevo parlato prima di sentirmi male era lui. Josh.

Però lui non si sarebbe mai preoccupato di me. Di questo ne ero certa al 100%.

Mi rilassai sul letto e cercai di non pensarci più.

CREDETE NEL LIETO FINE?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora