Parte 12

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~ ANNA~

Ero in crisi. Mi aveva scoperta ormai ed ero tornata nella situazione passata.

Lo vidi sbiancare e poi incominciare a tremare. La sua mascella era salda e potevo sentire, dal silenzio che c'era, i suoi denti che lentamente digrignavano.

Le lacrime scendevano sul mio viso mentre i miei occhi scrutavano il suo volto teso.

< Anna> disse sottovoce.

< Ma... Come?> continuò

Con un grande sospiro incominciai a parlare.

< Sono ancora viva. Hai visto? Pensavi che sarei rimasta lì? In un ospedale? ...> spalancò gli occhi e allentò la presa dal mio polso che era diventato rosso.

< Mi creai una nuova identità per non farmi riconoscere dagli altri ma soprattutto da te. Volevo avere la mia vendetta. In qualche modo ci sarei riuscita. Ma tu mi hai scoperta ancora prima che io iniziassi il mio gioco.> Staccò totalmente la sua mano dal mio polso che mi faceva male dalla sua forte presa.

I suoi occhi erano ancora spalancati ma non mi fissavano più. Osservavano un punto indefiniti dello spazio in cui eravamo. Non sapevo il perché.

< Sei stato bravo> continuai < ma continuerò il mio gioco> dissi.

Me ne stavo per andare. Avevo già preso i miei tacchi e la porta era semi aperta ma mi bloccai appena sentii un tonfo.

Mi voltai e lo vidi cadere a terra, mentre cercava invano di appoggiarsi a qualche mobile per sostenersi.

Il punto e' che sarei potuta uscire tranquillamente da quel luogo ma sfortunatamente il ragazzo, con un brusco movimento, colpì la testa su un mobiletto di vetro molto affilato che non avevo notato.

Incominciò a perdere molto sangue. Fui presa dal panico ed ero indecisa se andarmene via o aiutarlo.

Me ne andai. Incurante della situazione. Ero convinta che doveva provare io dolore che provai io.

Corsi più che potevo, lontano da quella scena.

~ JOSH~

Avevo colpito la testa e mi usciva molto sangue. La mia vista si stava annebbiando ogni minuto che trascorreva mentre urlavo disperatamente per farmi aiutare.

L'ultima cosa che vidi fu un manto rosso. Poi il buio.

Mi ritrovai in una clinica attaccato a diversi tubicini. No.

Di nuovo in una clinica. Non ne potevo più. Ci ero già stato una volta e mi bastava. Mi comparvero nella mente i ricordi di quell'incidente. Tutto. I minimi particolari salivano a galla.
Cercai di aprire gli occhi per dimenticare i ricordi, anche se so che è impossibile.

Stavo recuperando la vista e la prima cosa che notai su una sedia lontano dal mio letto, fu il manto rosso che vidi in camera.

Cercai di alzarmi dal letto ma non ci riuscii, così mi appoggiai sui gomiti.
Vidi Anna dormire sulla sedia tutta rannicchiata in quel metro quadrato.
I suoi capelli scuri ricadevano sulle braccia e i vestito toccava terra.
La guardai dormire per un bel po' di tempo. Pensai che stava meglio coi capelli corti, come quelli che aveva prima della mia scenata.
Pensai che aveva delle grandi doti da pittrice e che avrebbe potuto fare carriera. Pensai che non l'avevo mai capita.
Mi rimisi sdraiato sul lettino ma bussarono lievemente alla porta.
Entrò un signore alto, snello coi capelli bianchi pettinati e sistemati col gel.
< Ben svegliato >
Continuò.
< Pensavo di non bussare forte per non svegliare la ragazza>
La indicò con la mano. Stava ancora dormendo.
< Ritorniamo a te.> si girò verso di me, prese una cartella nera e la controllò.
< Cosa ho avuto?> chiesi con fatica.
< A quanto pare un piccolo trauma. Ma sei già stato operato non ti preoccupare.>
< E quanto sono stato qua?> chiesi scettico.
< Circa da venti ore>
Come? Così tanto?
< E pensare che lei è qui da quando sei arrivato> continuò successivamente. Quindi era stata lei a chiamare l'ambulanza... Perché? Mi odiava a morte.
Non parlai più fino alla fine degli esami che durarono una infinità.
Finalmente il dottore se ne andò e mi lasciò da solo col mio " angelo".

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