Parte 10

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~JOSH~

Entrò improvvisamente una ragazza molto bella. Il vestito rosso era molto lungo e le fasciava molto bene la vita. Era uno schianto. Ma non l'avevo mai vista prima.

I suoi capelli scuri ricadevano sulle spalle con numerosi ricci.

Aveva la faccia spaventata e si vedeva che era imbarazzata. Le sue guance rosee divennero rosse come fuoco e i suoi occhi erano un po' lucidi.

Mi feci spazio tra la folla e mi avvicinai alla ragazza. Appena mi vide cercò di allontanarsi da me ma la presi per un braccio.

< Come mai vai via così presto?!> le dissi cercando di allentare la situazione.

< Ormai hai fatto fermare il ballo con la tua entrata; non vorrai andartene proprio ora.>

La rigidità del braccio si allentò e le andai a prenderle la mano.

La trascinai in pista. C'era solo un piccolo problema.... Il suo vestito aveva uno strascico lunghissimo e sarebbe stato difficile ballare.

~ANNA~

Un ragazzo si avvicinò a me e mi convinse a entrare in pista.

< Sai che non bosso ballare> gli dissi con tono preoccupato.

Volevo convincerlo a non farmi ballare ma non ci riuscii.

Dopo pochi secondi mi prese lo strascico a metà della sua lunghezza e lo tiro' su... Così sarei riuscita a ballare meglio.

Il dj fece ripartire la musica classica e ballammo.

I suoi occhi non si staccavano da me. Voleva sapere chi ero, credo.

Eri nella stessa condizione, anche se avevo già qualche idea. Poteva essere Luca.

Ma pensandoci bene mi veniva in mente un'altra persona: Josh. Provai ad osservare meglio i dettagli anatomici del suo volto, i suoi lineamenti marcati sulla mascella e i suoi occhi magnatici che risaltavano sulla pelle olivastra. Non c'era ombra di dubbio. Era lui.

A metà de ballo cercai di liberarmi dalla sua presa, ma lui mi strinse più forte cingendomi la vita con uno dei suoi bracci.

Dopo circa venti minuti di ballo, la tortura finì e io mi allontanai cercando la porta che conduceva al grande giardino centrale della scuola.

Volevo andare via e confermarmi nelle mia mente, che i balli non erano fatti per me. C'erano troppe emozioni che non sapevo gestire del tutto bene.

Passeggiai per il giardino lungo il viale principale, che a metà del suo percorso si incrociava con un'altra strada.

Al centro dell'incrocio si trovava una fontana molto bella e grande decorata con una statua centrale a forma di sirena. Mi avvicinai alla fontana.

L'acqua zampillava e qualche schizzo mi finiva in faccia o sul vestito.

Rimasi lì ad ascoltare quel suono ripetitivo per molto tempo fin quando mi addormentai con la testa appoggiata sul bordo della vasca.

~ JOSH~

Cercai la ragazza con cui avevo ballato ma non la trovai all'interno della sala da ballo. Provai ad andare in corridoio ma anche li non c'era. Senza più speranze mi sedetti su una panchina del giardino che si trovava dietro alla palestra.

E' lì che la trovai. Accasciata a terra con le testa appoggiata alla fontana. Mi incamminai verso di lei e mi accorsi che stava dormendo. Era così vulnerabile in quel momento. La luna risaltava la sua carnagione chiara e i suoi capelli scuri.

Il vestito era appallottolato vicino alle sue gambe dove si potevano intravedere dei tacchi alti neri.

Era stupenda. Non avevo altre parole per descriverla. Non era come le altre. Lo avevo capito fin da quando entrò in sala.

Non sapevo chi era ma mi sembrava di averla già vista da qualche parte. Mi risvegliai dai miei pensieri quando vidi che la luna stava sparendo dietro ad un manto scuro di nuvole grigie.

Si mise a piovere così decisi di portarla dentro per tenerla al sicuro. Mi avvicinai a lei e senza fare troppo rumore la presi in braccio come una sposa . Il suo vestito toccava terra, ma non avevo tempo di raccoglierlo. Pioveva troppo e iniziava a fare freddo. Il suo respiro a contatto con il mio petto mi teneva al caldo. Mi piaceva questa sensazione.

La porta per la sala da ballo la trovai ancora aperta e la festa era ancora nel pieno del suo svolgimento. Entrai con tutte le persone che si giravano a vedere la scena. Sembrava appena uscita da uno di quei libri romantici.

Attraversai tutta la sala fino al corridoio e poi presi la direzione del mio dormitorio.

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