Parte 5

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~ ANNA~

< No> disse imponendosi. Cosa voleva ancora da me?

Stavo sclerando, non potevo più vederlo.

< Beh se non lo farai tu lo farò io > finii velocemente di pulire il lavandino. Dopodiché aprii la porta per uscire dal bagno, ma in quel momento una mano mi prese il braccio. E mi tiro' verso di lui.

Cercai di dimenarmi dalla sua presa ma caddi e mi feci male al polpaccio ancora infetto.

Urlai dal dolore. I suoi occhi erano posati sulla gamba che tenevo fra le mani. Dopo pochi secondi una piccola pozza di sangue comparve sui miei jeans.

Cazzo. Ero nei guai ora. Adesso un altro sapeva il mio segreto.

Adesso sarebbe andato subito dai suoi amici a dire che la sfigata era una psicopatica autolesionista che aveva bisogno di un po' di affetto.

Ma non fu così. Si avvicinò lentamente impaurito con in mano un asciugamano e mi fece pressione sulla gamba.

< Attento ! Fa male!>dissi stringendo i denti per sopportare il dolore.

~ JOSH~

Urlava dal dolore mentre le tamponavo la ferita con un asciugamano.

Questa esperienza mi fece tornare in mente Sofia. Era una ragazza di cui mi ero innamorato tempo fa.

Anche lei era fragile ma non lo dava nell'occhio.

Cazzo Josh! Basta pensare a questo.

< Togliti i pantaloni che devo vedere se e' grave>

< Manco morta! > rispose scettica ed impaurita. Secondo lei avrei avuto secondi fini ? Proprio con lei? Manco fossi già morto.

< Non pensare male>

Risposi cercando di sdrammatizzare la situazione.

< Tanto è solo un graffio >

Sapevo che c'era qualcosa di più. Ma non voleva mostrarlo ad un estraneo. E come biasimarla.

< Vado a prendere una forbice per tagliare i pantaloni.>

Corsi in salotto. E vidi un paio di forbici sul tavolo centrale.

Le presi e salii velocemente in bagno.

La ritrovai in piedi che tentava di camminare. Ma ovviamente non ci riusciva.

< Rimettiti seduta che così conciata non puoi stare in piedi. >

Lei si rifiutò. Era cocciuta la ragazzina.

< Devo farti sedere io? > le dissi e subito lei si sedette su una sedia.

Mi diressi verso di lei ma prima che tagliassi la stoffa mi fermò.

< Promettimi che ciò che vedrai non lo dirai a nessuno.>

< Perché dovrei?>

< Perché ti sto implorando> disse abbassando gli occhi in direzione della gamba.

Forse per una volta dovevo aiutarla.

< Va bene >

Tagliai lentamente il pantalone che perdeva gocce di sangue che schizzavano ovunque.

< Stai perdendo troppo sangue> le dissi leggermente preoccupato.

Lei mi guardò con gli occhi lucidi e sbiancò improvvisamente.

Continuai velocemente a tagliare e il sangue aumentava mano a mano che salivo.

Rivolsi un'occhiata alla ragazza che stava per diventare incosciente. Ora cosa faccio? Mi prese il panico. Non ho mai assistito una persona in queste condizioni.

Oh mio Dio!!

Andai verso la sua camera da letto e ricoprii il letto di salviette per far si che le lenzuola non si sporcassero.

Anche perché sono un maniaco della pulizia e dell'ordine.

Ritornai dalla sfigata e la presi in braccio. L'appoggiai sul letto. Ormai era semicosciente.

Le strappai il pantalone.

Le tolsi la cintura e la strinsi sull'inizio coscia per non far passare tanto sangue.

Le misi sulla fronte un pezzo di stoffa bagnata e iniziai a pulirle la gamba dal sangue.

Non potevo farcela da solo.

Chiamai un'ambulanza e mi dissero di continuare a tamponare che sarebbero arrivati il più in fretta possibile.

Tolsi del sangue dalla gamba e capii tutto.

Si tagliava. Aveva un campo di guerra sul polpaccio da non so quanto tempo.

Rimasi impressionato dalla quantità di tagli che si era inflitta. Erano troppi .

E gli ultimi due non si erano rimarginato. Anzi si erano infettati e sapevo che poteva essere pericolosi.

Ma quando arriva l'ambulanza?

Dopo venti minuti arrivò e la caricarono sull'ambulanza.

< Lei venga con noi> disse uno degli assistenti che teneva la barella.

< Perché dovrei?> risposi pensando di non vedere più tanto sangue .

<. Che cosa e' per lei? > mi disse indicando la barella che stavano caricando sull'ambulanza.

Improvvisamente tornai indietro nel tempo. A quel giorno che mi cambiò.

Stavo per svenire. Mi girava la testa. C'era troppo movimento. Troppo rumore. Troppo!

< Si muova che è in gravi condizioni la ragazza>

< Ehm.. si certo sono un suo amico> una delle più grandi bugie.

Non sapevo neanche il suo nome.

Il signore mi spinse sull'ambulanza e partì a sirena.

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