Davide Calabria, Milan
"Elena, vuoi qualcosa da bere?"
"No Vale, prenderò qualcosa più tardi."Quella sera Elena era stata trascinata dalla sua migliore amica Valeria alla festa di uno dei loro compagni di corso all'università, sconvolgendo così i suoi piani di restare tranquillamente sul divano di casa sua. Le feste non le dispiacevano, ma quella sera la voglia di divertirsi le era finita sotto le scarpe, a causa del costante studio del periodo degli esami.
Avrebbe preferito trascorrere una serata tranquilla, ma ormai il danno era fatto, quindi tanto valeva svagarsi un po'. Prese per mano l'amica e la trascinò in mezzo alla sala, dove iniziarono a ballare insieme alle altre persone presenti alla festa.
Ballarono per una ventina di minuti, quando poi perse di vista la sua amica, che probabilmente si era allontanata per ballare con un qualsiasi ragazzo. Decise così di prendersi una pausa avvicinandosi al bancone, dove si sedette aspettando l'arrivo del barman.
Il ragazzo si avvicinò a lei per prendere la sua ordinazione, quando una voce non familiare sovrastò la sua.
"Due Martini, grazie." A pronunciare quelle parole fu un ragazzo riccio, di circa vent'anni, con due occhi azzurri così profondi da potersi perdere all'Interno di essi. Si sedette accanto ad Elena rivolgendole un dolce sorriso, mentre il barman posò davanti ai due i drink che il ragazzo aveva ordinato in precedenza.
"Piacere Davide." Iniziò il moro mentre mandava giù tutto d'un colpo il contenuto del bicchiere.
"Elena." Fece lo stesso.
"Dimmi, come mai qui?"
"Mi ha invitato un mio compagno di corso, tu invece?"
"Imbucato." Fece le spallucce ricevendo in cambio una piccola risata da parte della ragazza. "Dimmi, cosa studi?" Aggiunse poi cercando un argomento per fare conversazione.
"Economia e commercio. Te invece, cosa fai nella vita?"
"Gioco a calcio." Ammise non smettendo un secondo di guardare la ragazza davanti a lui. "Ti va di ballare?" Chiese poi.
"Certo." Asserì la ragazza alzandosi, per poi afferrare la mano del ragazzo per trascinarlo al centro della pista.
Una volta raggiunta la pista si girò verso il ragazzo, allacciando poi le braccia dietro il suo collo, mentre lui posizionò le sue mani sui fianchi della ragazza. Iniziarono a muoversi lentamente ed in sintonia, mentre si studiavano attentamente tra di loro.
Dieci canzoni e tre Martini dopo si trovavano ancora nella stessa situazione, con i loro occhi incastonati gli uni negli altri. Lo sguardo di Davide si faceva sempre più intenso, tanto che Elena faceva una fatica non indifferente per reggerlo.
Il viso del ragazzo si faceva sempre più vicino, mentre il suo sguardo vagava sul viso della ragazza, facendosi più intenso quando cadeva sulle labbra della ragazza.
Senza pensarci due volte le unì con le sue in un bacio dolce, che divenne ben presto più intenso. Passò la sua lingua sul labbro inferiore di Elena, chiedendo il permesso di approfondire il bacio, che accettò senza esitazione. Le loro lingue si scontrarono ed iniziarono ben presto a danzare armoniosamente insieme.
Continuarono così per diversi minuti, quando iniziarono ad avvicinarsi al muro della sala, mossa dettata sia dal desiderio, sia dall'alcool che avevano bevuto in precedenza. Davide bloccò il corpo della ragazza tra il suo e il muro, mentre i loro baci si facevano sempre più intensi. Elena passò le sue dita all'interno dei capelli del ragazzo, stringendoli leggermente, mentre Davide fece entrare le sue mani all'interno delle tasche posteriori della ragazza.
Poco dopo le posò sulle cosce della ragazza, sollevandola, mentre lei le allacciò al bacino di lui. Elena staccò le sue labbra per posarle sul collo di Davide, mentre lui si diresse verso il bagno situato poco distante da lì.
Entrò all'interno di esso, facendo sedere lei sulla superficie in marmo del bagno, mentre riprese a baciarle le labbra. Le mani di Elena finirono ben presto sulla cintura di lui cercando di slacciarla, ma mentre stava per riuscirci una voce che avrebbe preferito non conoscere emise un lamento da uno dei bagni lì vicino. Controvoglia staccò le sue labbra da quelle di Davide, sbrigandosi a raggiungere la porta di esso.
"Vale? Valeria va tutto bene?" Chiese preoccupata all'amica che si trovava all'interno del del bagno. Non ricevendo risposta iniziò a preoccuparsi sempre di più. "Valeria apri questa cazzo di porta!" Urlò verso di essa. "Ma si può sapere che ti è saltato in mente?" Chiese furiosa verso l'amica dopo averla portata fuori dal bagno. L'aveva trovata completamente ubriaca mentre vomitava all'interno del water.
La fece alzare e le sciacquò il viso in uno dei lavandini, per poi portarla fuori del locale e chiamare un taxi che le avrebbe riportate al loro appartamento.
Una volta tornate a casa Elena scatenò la sua rabbia verso l'amica, ricordandole quante volte si era raccomandata di non esagerare per non rischiare di finire il quella situazione, ma a quanto pare la sua testa era troppo cocciuta per poter farvi entrare un concetto tanto semplice da ricordare.
Dopo aver ascoltato le solite scuse da parte di lei decise di lasciar perdere e di fare una lunga doccia calda per allentare i nervi. Fece scorrere l'acqua sul suo corpo una buona mezz'ora. Si sentiva tremendamente in colpa per come aveva lasciato Davide in quella situazione, mentre cercava un modo per potersi scusare con lui.
Si asciugò i capelli e si mise il pigiama, ma proprio mentre stava per spegnere la luce notò un biglietto uscire dalla tasca dei pantaloni che indossava poco prima. Lo prese tra le mani e lo aprì.
Sul suo viso si formò un sorriso quando lesse 'sono Davide, chiamami' con allegato un numero di telefono. Prese di corsa il cellulare tra le mani e compose il numero, sperando in una rapida risposta del ragazzo.
"Pronto?"
"Davide, sono Elena. Mi dispiace per stasera ma quella scema della mia coinquilina aveva bevuto trop.." Non concluse la frase che venne interrotta dal ragazzo.
"Non ti preoccupare, ti ho visto che eri dispiaciuta. Ti va se ci vediamo, ora?"
"Certo vieni da me, ti invio l'indirizzo."
"Bene. A tra poco allora." Il suo arrivo non si fece attendere, infatti dopo nemmeno dieci minuti si trovavano entrambi sul divano intenti a conversare allegramente.
"Ti va un caffè?" Chiese ad un tratto la ragazza.
"Certamente."
La seguì in cucina, osservandola in tutti i suoi gesti. Si muoveva fluidamente, senza mai spezzare l'armonia tra un movimento e l'altro. Dopo aver finito il loro caffè rimasero un momento ad osservarsi attentamente, quando il ragazzo unì le loro labbra con un movimento rapido e schietto.
Da innocente che era si intensificò rapidamente, lasciando i due senza fiato, costringendoli a staccarsi per recuperarlo. Appoggiarono le fronti tra di loro, mentre si sorridevano guardandosi negli occhi.
"Ti va di finire ciò che avevamo iniziato?" Chiese ad un tratto Davide, ricevendo in cambio un sorriso malizioso.
Si fiondò nuovamente sulle sue labbra, afferrando poi i suoi fianchi, sollevandola quanto bastava per farle allacciare le gambe al suo bacino. Raggiunsero a tastoni la camera di lei, fermandosi un paio di volte durante il breve tragitto, vogliosi di intensificare i loro vogliosi baci.
Una volta raggiunta la camera vi entrarono, per poi sbattere violentemente essa alle loro spalle.