Federico Chiesa

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Federico Chiesa, Fiorentina

La musica suonava forte dalle casse, centinaia di persone si muovevano in pista a ritmo, più o meno, di musica. Il caldo si faceva sentire eccome, ma nonostante ciò la festa sulla spiaggia continuava senza intoppi, sembrava che tutti quei ragazzi avessero freddo da quanto si muovevano l'uno contro l'altro. Una leggera brezza arrivava direttamente dal mare a pochi metri da loro, mentre qualcuno stava valutando l'idea di fare un bagno notturno. Tra di loro c'era Federico, che aveva alzato un po' troppo il gomito quella sera, forse per scacciare qualche brutto pensiero.

"Allora Fede? Vieni o no?" Gli urlò un suo amico dal bagnasciuga, mentre lui era ancora vicino alla folla mentre beveva l'ennesimo drink. Vedendo che non accennava a muoversi provò con una tecnica diversa. "Guarda che c'è una tipa con delle bocce da urlo!" E a quelle parole, Federico mollò il drink a qualcuno che passava li vicino e si levò di corsa la maglietta, lasciando in bella vista il petto e l'addome tonico.

Fece una corsa fino a dove si trovava l'amico, per poi afferrarlo per un braccio e trascinarlo dentro l'acqua. Riemersero poco dopo in mezzo alle risate loro e degli altri ragazzi, che nel frattempo li avevano raggiunti.

"Allora? Dov'è la tipa con le tette da urlo?" Gridò un po' troppo forte, facendosi sentire da tutti i ragazzi in acqua.
"Dietro di te." L'amico gli fece fare un giro di centottanta gradi, per farlo ritrovare proprio di fronte alla ragazza in questione. Eccome se aveva delle tette da urlo.

"Allora, da quanto ho capito ti piacciono le mie tette!" Scoppiò a ridere la ragazza, decisamente alticcia anche lei.
"Molto." Rispose il calciatore, che in situazioni normali si sarebbe vergognato come un cane. "Come ti chiami? Io Federico."
"Gaia." Gli porse una mano la ragazza, e lui l'afferrò per lasciarci sopra un bacio, suscitando la risata della ragazza.

la musica era ben udibile anche dall'acqua, così Federico non ci penso due volte ad avvicinarsi alla ragazza, mettendole le mani sui fianchi ed iniziando a ballare. Lei non si tirò indietro, anzi, allacciò le braccia dietro le spalle del ragazzo assecondando i suoi movimenti. Si muoveva davvero bene, sembrava quasi una dea, con i capelli mori che le ricadevano bagnati sulle spalle e sulla schiena, con il prosperoso seno stretto in un costume bianco striminzito che lasciava davvero poco all'immaginazione. Lui nemmeno se la cavava male, con il costume a calzoncino rosso che gli arrivava poco sopra il ginocchio, che gli fasciava il suo fondo schiena niente male. Ad certo punto le afferrò una mano e le fece fare una semi giravolta, trovandosi così schiena contro petto, iniziando ad ondeggiare i fianchi insieme, mentre lui le stringeva la vita con un braccio e passava l'altra mano sotto il seno prosperoso di lei, che nel frattempo gli baciava la mascella libera da ogni tipo di barba. L'atmosfera si stava scaldando ed entrambi ne erano consapevoli, mentre piano piano tornavano in loro riprendendosi dalla sbornia. Federico non riconosceva se stesso, mai avrebbe pensato di fare una cosa del genere, così senza pudore, ma in quel momento non gli poteva interessare di meno, stava tremendamente bene. Gaia non riusciva a più a trattenersi, lo voleva, voleva tutto di lui, e non riusciva a spiegarsi nemmeno il perché, si erano scambiati a malapena tre parole. Fatto sta che l'attrazione era troppa per entrambi da non poter più sostenere la situazione.

"Non ce la faccio più." Fu Federico il primo a cadere, ormai aveva iniziato ad ansimare senza ritegno, era troppo eccitato per darsi un contegno.
"Nemmeno io." Detto questo, non ci fu più nessuna distanza tra le loro labbra.

I gemiti non accennavano a fermarsi, entrambi erano troppo eccitati per poter smettere di emettere quei versi così melodiosi per l'altro. Federico si muoveva veloce e duramente, non riusciva a saziarsi della voglia che aveva di lei, che non era da meno, mentre assecondava i movimenti del bacino da sotto il ragazzo. Come si ritrovarono in quella situazione non era chiaro nemmeno a loro, un momento prima erano in acqua, quello dopo sul letto della camera d'albergo di lui a fare sesso come indemoniati. Mai avevano provato sensazioni come quelle, nemmeno con le persone che avevano amato in precedenti relazioni. Era come se fossero stati sempre fatti l'uno per l'altra. Un gemito di piacere e dolore lasciò le labbra di Gaia quando Federico le strizzò con prepotenza il seno destro. Ormai il massimo piacere era vicino per entrambi, era esausti, tutte le loro energie erano state dissipate per vivere una delle migliori notti della loro vita. Un gemito, due gemiti, e finalmente si lasciarono andare completamente, l'uno dentro l'altra, per poi lasciarsi un lungo bacio sulle labbra stremati. Federico si accasciò sul petto di lei sfinito, come gocce di sudore che scorrevano copiose sulla sua fronte e tra i suoi capelli, e non ne voleva sapere di uscire da quel corpo maestoso che aveva così tanto bramato e che continuava a bramare. Ormai la stanchezza stava prendendo il sopravvento su entrambi, costringendo Federico a sdraiarsi accanto alla ragazza, ma non impedendogli di abbracciarla forte e stringerla a se, per poi cadere entrambi tra le braccia di Morfeo.

Il mattino dopo si svegliarono nella stessa posizione in cui si erano addormentati, nudi. Gaia alzò leggermente la testa per mettere a fuoco la stanza, e dopo che i ricordi della resa precedente le tornarono in mente, decise di svegliare Federico con un dolce bacio sulle labbra, che non aveva niente a che vedere con quello che avevano fatto la sera precedente. Un mugolio uscì dalle labbra del castano, che dopo aver messo a fuoco la situazione, lasciò che un grande sorriso prendesse posto sul suo volto. Era felice, per una volta nella sua vita si era lasciato andare, e non poteva essere più felice del risultato, con una splendida ragazza tra le sue braccia che gli sorrideva sincera.

"Buongiorno." Le lasciò un bacio sul naso che fece sorridere entrambi. "Grazie, sono stato davvero bene."
"Anche io, tremendamente." Ammise lei mentre si accoccolava al petto di lui. "Ti va di andare a fare colazione?" Gli chiese mentre lo guardava negli occhi.
"Certo, ma prima, concedimi il quarto round." E fu così che si ritrovarono nella stessa situazione, a qualche ora di distanza.

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