Federico Bernardeschi, juventus
"Federico per favore, basta!" Alzò la voce Emily sedendosi sul tavolo della cucina, quella discussione non li stava portando da nessuna parte ed iniziava ad averne abbastanza. "Hai 25 anni per l'amor del cielo, inizia a rendertene conto."
Erano giorni che discutevano della stessa cosa, senza mai arrivare ad una soluzione. Federico le aveva chiesto di andare a vivere con lui, ma lei era irremovibile sulla questione.
"Andiamo ma cosa c'è di male? E' di più il tempo che passiamo insieme che separati ormai." Disse lui allargando le braccia. Lasciò che uno sbuffo gli uscisse dalle labbra, poi andò a sedersi su una sedia del tavolo da pranzo. "Non capisco perché ti ostini a rifiutare."
La ragazza chiuse gli occhi e respirò profondamente, il perché glielo aveva spiegato un milione di volte, ma lui pareva voler far finta di niente.
"Per la centesima volta, stiamo insieme da soli cinque mesi, ho bisogno dei miei spazi Fede." Disse cercando di non perdere la calma, odiava ripetere le cose più volte. "Ho bisogno della mia totale indipendenza."
"Perché non essere indipendente qui?" Quando voleva sapeva essere insistente, tanto da diventare insopportabile. "Non riesco a capirti."
"Ho 22 anni Fede, devo imparare a cavarmela da sola prima di buttarmi in una convivenza. Accettare ora sarebbe una decisione troppo forzata, ho ancora tanto da imparare e, anche se è brutto da dire, venire a vivere con te sarebbe un freno, non uno stimolo."
Il biondo abbassò lo sguardo pensieroso, sapeva che la ragazza aveva ragione al cento per cento, ma odiava sentirsi dire di no.
"Però quando ti sentirai pronta verrai qui, vero?" Le chiese alzando gli occhi verso di lei, che a quel verde smeraldo non sapeva proprio resistere.
"Si se questo serve a farti stare zitto una volta per tutte." Alzò gli occhi al cielo, soffiando via una ciocca di capelli che gli era finita davanti al viso. Quel ragazzo le toglieva tutte le energie possibili, oltre che toglierle gli schiaffi dalle mani. "Ma se sento pronunciare la parola convivenza dalla tua bocca nei prossimi sei mesi giuro che ti faccio diventare pelato." Lo minacciò puntandogli il dito contro.
Lui non rise affatto, sapeva che non stava scherzando.
"Sei così testarda." Sbuffò alzandosi, per poi mettere le mani sul tavolo, ai lati dei fianchi della ragazza. "Ma quando sarai pronta me lo dovrai dire, non pensare che sia un auto invito a stare da me, chiaro?" Emily lo guardò negli occhi qualche secondo e poi annuì, esausta da quella conversazione.
"Non sono testarda, so semplicemente quello che voglio." Gli fece la linguaccia.
"Credimi lo so. Ed è per questo che mi fai impazzire." Le sussurrò vicino alle labbra, annullò la distanza tra loro subito dopo.
Era un bacio semplice e casto, entrambi avevano le mani poggiate sul tavolo, l'unica parte del corpo che avevano in contatto erano le labbra. Le labbra di Federico scesero a lasciare dei piccoli baci quasi impercettibili sul collo di Emily, che teneva gli occhi chiusi beandosi del momento.
Il quadretto durò diversi minuti, in quel silenzio rilassante che sembrava quasi surreale. Ma a riportarlo alla realtà ci pensò Federico, che fermo per più di cinque minuti non sapeva starci.
"Ti va?" Le chiese dopo averle schioccato un ultimo e rumoroso bacio.
"Sei serio?" Lo guardò storto, ma quando lui le fece gli occhi da cucciolo e l'espressione da bambino innocente cedette anche lui, dopotutto poi non aveva che da guadagnarci. "Va bene, rompiballe." Lui se schioccò felice un bacio a stampo, per poi dirigersi verso la camera insieme a lei.
"Lo sapevo che avresti ceduto, non sai resistermi." La prese in giro facendole la linguaccia, mentre si sedeva sul letto sfilandosi i pantaloni.
"Lo sai che faccio presto ad andare a casa mia, vero?" Gli chiese lei in piedi davanti a lui, mentre si toglieva il sottotuta. Quel giorno il buon gusto in fatto di vestiti era andato in vacanza.
Lui non rispose, l'attirò a se per le cosce nude e le lasciò un lungo bacio sulle labbra, mentre le sue mani salivano in esplorazione di quello che bramavano e conoscevano alla perfezione.
Emily lasciò andare un lungo sospiro quando le sue mutandine toccarono terra, restando lucida quel che bastava per sfilarsi la maglia e sganciarsi il reggiseno, mentre lui la osservava curioso mentre si occupava di lei.
Passò le mani piccole su tutta la sua schiena coperta dal tessuto della maglia, sfilandogliela subito dopo ed iniziando a tracciare il contorno dei suoi infiniti tatuaggi.
"Emy.." La chiamò sussurrando e lei capì, voleva che ricambiasse il favore, così non perse tempo ad abbassare una delle sue mani mentre sentiva le gambe tremare sempre di più. "Vieni." Le disse dopo qualche minuto prendendola per i fianchi e trascinandola sul letto con lui.
Lei gli tolse i boxer e lo lasciò completamente nudo come lo era lei, osservandolo con occhi sognanti mentre appoggiava la schiena al materasso e le prendeva dolcemente la mano, invitandola a prendere le redini della situazione.
Poggiò le mani sulle spalle tatuate e muscolose di Federico, si abbassò su di lui e quasi subito tutto intorno a loro iniziò a sparire, mentre si perdevano l'uno nell'altra.
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