Forty two.

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Passò un mese intero.

Durante quel mese, Harry ed io eravamo tornati a Philadelphia numerose volte. Saremmo potuti rimanere direttamente lì, ma sia a me che a lui non piaceva l'idea di stare così vicini alla mia famiglia e poi volevamo trascorrere del tempo a Londra. Londra era diventata velocemente come una casa per me. Era molto più accogliente di Philadelphia.

"Piccola, ho io la tua borsa." Harry disse, mentre scendevamo dal jet privato. "Siamo a casa!"

"Grazie a Dio." Gemetti. "Mi è mancato questo posto."

Eravamo stati fuori per una settimana. Durante quella settimana, la corte si era incontrata tre volte. Avevamo dovuto presenziare ogni singola volta, e ogni singola volta evitavamo la mia famiglia come la peste. Anche se condividevamo la stessa stanza per quelle poche ore in cui eravamo in tribunale, ci comportavamo come se loro non ci fossero. Loro erano morti per me.

"La mia famiglia dovrebbe arrivare poco dopo di noi." Harry disse, dando un'occhiata all'orologio sul suo polso. Il tempismo non è dei migliori, ma mia mamma porta il cibo quindi non dobbiamo preparare niente. Mi ha solo chiesto se potevamo riscaldare tutto a casa nostra."

"Sono nervosa." Ammisi. "Penso aiuti il fatto che io abbia già conosciuto Gemma."

"E lei ti adora, comunque. Parla di quanto tu sia carina e gentile ogni volta che la chiamo."

Io sorrisi dolcemente per le sue parole. Significava molto per me il fatto che Gemma provasse questo affetto nei miei confronti. Sapevo che la famiglia fosse importante per Harry, quindi avere la loro benedizione e la loro approvazione era cruciale. Stavo per incontrare sua madre, Anne, e il suo patrigno, Robin, e ciò aggiungeva ancora più ansia al fatto di incontrarli. Loro non mi avevano ancora conosciuta, ma avevano sentito parlare molto di me. La mia unica paura era che loro avessero dei pregiudizi su di me per tutte le complicazioni che avevo portato nella vita di Harry.

"Tua mamma ha detto qualcosa su di me?"

"Non vede l'ora di conoscerti, penso. Mi ha chiesto circa cinque volte se avessi qualche allergia quando stava preparando da mangiare. La cucina è il suo forte, se non l'avessi notato." Sorrisi per il fatto che lui parlasse con così tanto affetto di sua madre.

"Ma per quanto riguarda questa cosa con la mia famiglia? Deve avere una propria opinione. Deve pensare che io sia pazza."

Harry mi guardò, sentendo la mia preoccupazione. "Piccola, mia mamma mi chiede come stai. Per lei sei come una figlia. Non c'è niente di cui essere nervosa, promesso."

Le sue parole mi misero a mio agio immediatamente. Lui spostò la sua mano, posandola dolcemente sulla mia coscia, la coscia che non era occupata da un gatto molto grosso. Poggiai la mia mano sulla sua mentre la macchina fece una curva. Ci stavamo avvicinando alla periferia di Londra, dove casa sua si trovava. Era una parte della città isolata e tranquilla. Ecco perché a Harry piaceva così tanto.

"Ti amo." Dissi.

"Ti amo anche io." Disse in modo sincero. "Così come anche la mia famiglia."

Arrivammo al cancello e entrammo nel vialetto. Harry lasciò la Range Rover fuori, al posto di metterla in garage. Non appena aprii la portiera, Cat saltò fuori dalla macchina e corse il più velocemente possibile in giardino. Quando stavamo a Londra, il suo posto preferito era il giardino di Harry. Ciò era uno dei motivi per cui molti fiori erano disseppelliti o strappati.

"Dai Cat, entra dentro ora." Harry ordinò. Lui la prese con una mano e trascinò i bagagli con l'altra. Io presi il mio borsone e lo seguii in casa.

"Sembra che siano passati anni." Harry sospirò. "Potrei fare un pisolino proprio ora."

"Io dovrei farmi la doccia prima che la tua famiglia arrivi." Dissi, guardando l'orologio in cucina. "Dovresti fare un pisolino mentre io mi faccio la doccia e poi mi aiuti a scegliere cosa indossare."

Ready To Run // h.s (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora