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Circa quattro anni dopo.

«Suor Editte!!!Corri di più se vuoi acchiapparmi.Io il bagnetto non lo faccio.»
Il bimbo dalle gambe corte,si voltò col capo per fare una linguaccia scherzosa alla suora che lo stava rincorrendo con respiro affannoso lungo il corridoio che lo portava ai dormitori che condivideva con altri bambini di ogni età.La sua corsa si interruppe all'improvviso,destabilizzandolo e fancendolo cadere di sedere sul pavimento sporco e usurato.Si voltò interamente con la testa alle sue spalle per confermare che Editte fosse ancora lontana dal prenderlo,ma notò subito che aveva rallentato il passo riacquisendo l'andatura tranquilla e pacata che aveva di solito.Un profondo cipiglio si formò sulla sua fronte spaziosa e priva di impurità,domandandosi il perché dell'interruzione della sua fuga da nudo dal bagno comune.

«Suor Editte che ci fa il signorino Louis al di fuori della sua doccia durante l'ora della dedica alla propria igiene personale e persino privo dei suoi vestiti,correndo per tutto il corridoio?»
La voce austera e fredda fece scattare il volto del bambino dagli occhi azzurri,davanti a lui in alto per osservare il profilo della Madre Superiore o, come spesso la definivano lui, i suoi compagni e qualche volta anche Suor Editte, riferendosi al mortale ragno: la Vedova Nera.

«M-Madr»
Dalla voce tremante della sua suora preferita capì immediatamente che aveva paura e che non stava accadendo nulla di buono.Dei brividi scossero il suo intero corpo e sicuramente non era per il fatto di trovarsi nudo sul pavimento di marmo.

«Dopo aver fatto il bagno ai bambini e a questo moccioso,esigo che lui abbia una punizione corporale per la sua maleducazione e arroganza nel mostrarsi nudo!»
Le uniche parole che riuscì a comprendere dalla voce pungente di quella vecchia arpia fu che con quel moccioso si riferisse a lui e che presto avrebbe subito una punizione.Deglutì a vuoto sentendo pizzicare i suoi grandi occhi celesti.

«Ma-»

«Non tollero nessuna sua opinione Suor Editte.Il suo compito è quello di occuparsi dei bambini e di educarli,se non le è chiaro.
Adesso faccia quello che deve e poi lo fustighi.Devono esserne almeno venticinque.»

Disse questo prima di girare sui suoi tacchi delle scarpe nere di cuoio livellati quasi al pavimento  e con un ticchettio nervoso ritornare da dove veniva,senza più proferire parola come a rendere ciò che aveva detto più autorevole.

Un singhiozzo fuoriscì dalle labbra sottili del bambino,spaventato dalla situazione che nonostante lui non comprendesse per le parole troppo complesse che la strutturavano,sentì la tensione colpirlo come se fosse stato il bersaglio da centrare nel tiro a segno.Sentì delle braccia avvolgerlo da dietro e si strinse ad esse come sostegno morale,mentre veniva preso in braccio.Nascose il viso sotto il velo di un bianco candido della suora,formando delle chiazze su esso per le sue grosse lacrime.
Una mano calda venne strofinata sulla sua schiena eterea e morbida,nonostante dovesse ancora lavarsi.
Dei singhiozzi invasero il silenzio che si era andato a formare dopo quelle frasi pronunciate con fermezza e severità.La suora lo poggiò su un suo fianco per riuscire a coccolarlo meglio tra le sue braccia,dondolando per farlo tranquillizzare.Non c'era cosa che più duolesse in cuor della suora nel veder soffrire qualcuno,tantomeno i bambini.Secondo lei era un peccato farli soffrire o vederli piangere e perciò,nel vedere la Madre Superiore esserne soddisfatta, faceva nascere in lei un moto di pura ribellione e di odio,nonostante sapesse che queste cose non doveva neanche pensarle per un ecclesiastica come lei,ma era qualcosa di involontario che andava ignorato.
Osservare poi quegli occhi blu ricoperti da quella patina di sofferenza,la destabilizzavano ancora di più nel rimanere al suo posto senza far notare la crudeltà della Superiore nei suoi confronti.Si era sempre chiesta il perché del comportamento della Suora di alto prestigio in quell'orfanotrofio,nei confronti di quel piccolo bambino,anche se molto probabilmente lo sapeva perfettamente,ma cercava sempre di accantonare quell'ipotesi.
Dopo tutto il Vangelo non insegnava che il perdono era fonte di salvezza divina?
Quel bambino era nato da una fonte di peccato,ma questo non voleva dire attribuirgli le colpe dell'errore.
Aveva promesso di proteggerlo e così avrebbe fatto finché ne avrebbe avuto il potere.Strinse di più a sè quella creatura e posò la testa su quella testolina castana,come per fargli comprendere che lei era lì,sempre presente nel confortarlo.

«Shhh,mio dolce fiordaliso!Un fiore così bello come te non deve sprecare lacrime per qualcosa di superfluo...vedrai che tutto andrà bene.Ci sono io con te.Shh,non piangere.Non ti farei mai del male.»

La donna sentì il sospiro tremolante del fanciullo infrangersi contro quello stralcio di pelle scoperto dal collo lungo del tessuto puro e bianco come il latte che indossava ormai da sei anni, da quando divenne la sposa di Cristo.
Rivolse i suoi occhi verso il basso per osservare l'esile figura arrampicata a lei come se da ciò ne dipendesse la vita,come se allentandone la presa sarebbe sprofondato nell'Inferno.

«Me lo prometti?»
Il fanciullo fece scontrare i suoi occhi color oceano resi chiari dal pianto con quelli nocciola di Suor Editte,ma questo durò solo un secondo come se avesse potuto leggere una risposta negativa alla sua domanda in quello sguardo.

«Te lo prometto.Vedrai che tutto si sistemerà,ma adesso bisogna fare il bagnetto!O vuoi per caso che ritorni quel ragno nero rugoso?»
La donna sorrise della timidezza dell'infante,considerandola qualcosa di molto dolce che solo un bambino col cuore puro può renderla così graziosa.

A queste parole il liscio sollevò la testa facendo scontrare il suo sguardo,ancora reso offuscato dalle lacrime,con quello di quella che considerava ormai sua madre.La suora non vedendo ancora il sorriso aleggiare sulle sue labbra sottili,iniziò a solleticargli un fianco e un urlo di sorpresa fuoriuscì da quelle labbra.
Quelle iridi blu come lo zaffiro furono attraversate da una luce di divertimento rendendoli più luminosi di prima resi opachi dalla tristezza.I suoi occhi accompagnarono le risa giocose in una melodia che la suora adorava far giungere alle sue orecchie e senza accorgersene iniziò a diradarsi anche tra quelle labbra non abbellite di alcun trucco,un sorriso sincero.

E con il bimbo radioso ancora in braccio si diresse verso la porta delle docce comuni,mentre con un palmo asciugava i rimasugli di quelle lacrime che ancora bagnavano le guance piene,leggermente colorite per le risa.


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Rainbow time🌈

Vi ringrazio per le visualizzazioni e per i voti🦋

Lo so,magari alcuni di voi vi starete chiedendo dove cavolo è Harry,ma attendete un altro po' e lo scoprirete...

CHI È CON ME AL CONCERTO DI HARRY A BOLOGNA?

~βLUΣ❁

The orphanage {l.s.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora