«s-smettila ti prego,m-mi fai male» balbettai dolorante con le lacrime che minacciavano di uscire.
Non ci volle molto e finii in singhiozzi disperati mentre quella figura maschile si avvicinava sempre di piú.Strinse un pugno e tonfo sordo impadronì la stanza lasciandomi accasciata a terra a piangere sempre piú forte.
Mi sentivo umiliata,sconfitta,distrutta.. come se avessi perso la parte di me che credevo indistruttibile.
Mi ero sempre promessa di non lasciarmi rovinare la vita dagli altri,di non permettere a nessuno di oltrepassare la soglia della mia personalita'. E invece avevo fallito,avevo gettato i guantoni e mi ero lasciata abbattere. Di nuovo.
Vidii un'ombra feminile dietro la figura alta di quell'essere orribile.
La fulminai con lo sguardo e lei abbasso' la testa dispiaciuta.
Non poteva essere amore.. era assolutamente assurdo.
L'amore era tutta un'altra cosa.
Signicava felicitá,passione,l'appartenersi l'uno all'altra,condividere un mondo parallelo dalla realta'. Un mondo che solo due persone conoscevano,il loro mondo fatto di carezze e sorrisi..
E invece non c'era nulla di tutto questo,era tutto inesistente.
Ancora non riuscivo a capacitarmi, a realizzare che ormai ero diventata fin troppo fragile.
Troppe sconfitte mi avevano fatta crollare,mi avevano annullato la visione su un panorama che avevo sempre sognavo di vedere,di ammirare con la famiglia unita,che simboleggiava amore evidente lontano un miglio.
Se non avessi preso in mano la mia vita, se non avessi cercato di modificare alcuni aspetti, di tagliare persone o cose che l'avevano resa un inferno, se avessi potuto distuggerla per sempre forse non mi sarei trovata lì.
Forse la fuga sarebbe stato uno dei miei ultimi pensieri.
Raggiunsi in fretta il corridoio che portava alla mia camera.
Una volta che mi trovatai di fronte alla porta richiesta, entrai, mi avvicinai ad un piccolo mobiletto color legno, proprio accanto ad un modesto comodino dello stesso colore ed aperta l'anta presi un cardigan nero e un cappello di lana, afferrai uno zaino di medie dimensioni dove riposi il minimo indispensabile.Raggiusi poi la finestra e, alzandola lentamente, scavalcai fino a trovarmi con i piedi sul prato verde del giardino sul retro.
Emisi un sospiro profondo, che non sapevo nemmeno che avessi trattenuto così a lungo.
Guardai il cielo e un debole sorriso allestì le mie labbra.
Il cielo era di un azzurro limpido, in contrasto con il bianco di quelle poche nuvole di forme diverse, il sole che spuntava da un posto indefinito illuminava l'intero quartiere sprigionanando una luce elettrica da farmi arricciare gli occhi.
Strinsi il mio piccolo zaino nero in spalla e mi incamminai alla meta desiderata.
Sorpassai le linee pedonali mentre il rumore dei clacson prodotto dalle macchine faceva eco per le strade di Manchester.
'Se non fossi nata... forse non avrei sofferto cosí tanto, forse non avrei dovuto lottare contro un uomo insaziabile e orribile e forse non mi sarei trovata a carrere per le strade di quella splendida citta' per scappare dalla mia vita, una vita fatta di sconfitte e dolori'
Notai in un punto lontano della strada una coppia di fidanzati che timidamente si scambiavano carezze, le loro guance si tinsero leggermente di rosa quando si avvicinarono per colmare il loro amore con un leggero bacio sulle labbra piene.
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Romance''Chiusa dentro un incubo dal quale pensava che non si sarebbe piú svegliata. Sola, in bagno che piangeva e sanguinava dalle sue esili braccia. Urlava aiuto ma nessuno la sentiva. Erano tutti troppo sordi. Nessuno disposto a raggiungere il fondo per...