Capitolo 14

212 8 1
                                    

Lou's pov

Erano passati due giorni, due giorni dall'ultima volta che avevo visto Ally lottare tra la vita e la morte in quella stanza d'ospedale, invasa da un odore di farmaci.

Passarono due giorni e la mia faccia era priva di espressioni, i miei occhi erano fermi su un punto indefinito della stanza e il mio corpo faticava a muoversi anche solo a compiere un'azione che richiedeva un nanosecondo.

Il mio culo, schiacciato sulla sedia poco comoda della sala d'attesa, praticamente mi provocava grandi fitte di dolore, ma non sfiorai nemmeno per un istante l'idea di andare via, di alzarmi e dimenticarmi quanto fosse accaduto.

Il mio unico desiderio era vedere arrivare l'infermiera con un gran sorriso che mi avrebbe rassicurato sulle ottime condizioni di Ally e mi avrebbe concesso di entrare e poter stare al suo fianco, in quel momento di estrema difficoltà.

Un'anziana signora aveva stretto fra le mani una collana e aveva un breviario sulle ginocchia. Sussurrava una preghiera dopo l'altra, immersa completamente, mentre guardava fisso davanti a lei, dove nell'incavo del muro era situato un crifisso di legno.

Mi unii alle sue preghiere; non c'era cosa che desideravo di più al mondo di farla guarire.

Mi affidai al Signore, aggrappandomi alla fede e alla speranza e mentre recitavo sottovoce implorazioni, suppliche profonde, non mi accorsi che le lacrime cominciarono a bagnarmi il volto pallido.

Assorto com'ero, una sottile voce mi scosse dai pensieri, con una dolce e gentille carezza sul viso alzai gli occhi fino ad incontrare quelli grigio cupo della madre di Ally.

«Tesoro, perchè non vai a riposarti?» Mormorò premurosa.

Scossi la testa, declinando l'invito, puntando i piedi a terra.

Quando capì il mio stato irremovibile, continuò piegandosi sulle ginocchia, mi prese le mani e fece sì che fossimo faccia a faccia.

«I medici hanno detto che è in fase di recupero, i risultati delle ansalisi sono negativi a qualsiasi tipo di anomalia, deve solo svegliarsi dal coma, l'ultimo passo prima di raggiungere la meta tanto attesa» Sfoggiò un sorriso tenero. «Ce la farà» Sussurrò infine sapendo che avevo bisogno di qualcuno che avrebbe alleviato la preoccupazione che mi avvolgeva.

Tirai un sospiro di sollievo e le fui grato della bella notizia che mi aveva riferito. Sorrisi anche io, felice e invidioso del gran coraggio che aveva e che continuava ad avere.

«Qual è la meta che vuole raggiungere Ally? Oltre ad avere una vita soddisfacente e senza intralci, naturalmente» Con il palmo della mano mi asciugai velocemente le lacrime che vi erano cascate e tirai su col naso.

«Allison è sempre stata una sognatrice» Si mise a sedere, non staccando il contatto visivo.

«Viveva la vita con una tale frenesia, coltivava sogni e sognava di realizzarli un giorno, tra questi c'era il laurearsi a pieni voti in Inglese, trovare un posto di lavoro come insegnante e praticarlo come ha sempre voluto»

«Poi si contrapponeva il desiderio di diventare hostess e quello di immergersi nel campo della medicina» Rispose con un sogghigno,divertita.

Le brillavano gli occhi e il suo sorriso era così accentuato in volto che era difficile non notare quanto fosse felice e fiera della sua bambina.

Quella felicita' e spensieratezza che la caraterizzava in quegli anni ma che era scomparsa nel momento in cui Steven aveva portato estremo buio nella sua vita che stava prendendo una svolta diversa, una strada indirizzata verso la felicità e che adesso andava in tutt'altro posto.

LightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora