Capitolo 11

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Mentre frugavo freneticamente tra i panni da mettere in valigia, c'era louis alla soglia della porta della mia camera da letto, che mi guardava di sottecchi mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

Tamburellava il piede sinistro piu' volte sul pavimento facendomi domandare il perche' fosse così ansioso.

La mia non era ansia, ma assoluta paura.

Volevo cercare in tutti i modi di reprimere quei sentimenti confusi, volendo solo che si materializzassero e si rompessero in mille pezzi così da sparire per sempre, cocci irrecuperabili.

Invece mi trovavo a lottare tra la confusione e il fastidio che crebbero proprio nel momento meno desiderato.

In quella settimana avevo scoperto la mia parte piu' vulnerabile, mi ero lasciata andare su un mondo spensierato, dove una riflettore dalla luce radiante mi illuminava interamente lasciando la mia testa finalmente tranquilla dopo anni, poi il buio piu' oscuro mi aveva lasciata sola e confusa su un grande palcoscenico.

Non volevo cedere, non di nuovo e mostrami poi fragile davanti a lui che il quel momento assumeva un comportamento, ai miei occhi, strano.

Ma come stavo veramente? Ero capace di reggermi dopo tutto quello subìto e che continuava a tormentarmi?

Mi sentivo come un libro messo su uno scaffale troppo alto per essere letto.

Mi sentivo come un libro pesante e polveroso dalle pagine nere come la cenere, dove nessuno era diposto ad alzarsi in punta di piedi per leggerlo.

Ma una nuova figura si era presentata, questa volta sicura di sè, e si era appropriato di quel libro malridotto avendo pero' la certezza di saperlo maneggiare.

Nulla sarebbe stato piu' come prima, Steven aveva mollato, era venuto alla luce dopo anni e anni di violenze effettuate sulla mia pelle, la quale lasciava ancora grandi segni, e il rapporto con mia madre... beh quello era ancora incerto.

Sarebbe migliorato o.. sarebbe andato tutto a rotoli?

Se avessi potuto, in quel momento non avrei esitato a scappare a gambe levate dalla mia vita incasinata.

I demoni del passato si erano di nuovo fatti vivi volendo attirare la piena attenzione.

Ma non vedevo l'ora di vederla, dopo quasi cinque mesi lontana da lei, avevo come un bisogno disperato di tenerla stretta e rassicurarla che tutto era finito, finalmente qualcuno lassù era dalla nostra parte.

«Vieni qui» Una voce roca mi distrasse dai pensieri fin troppo ingombranti.

Nemmeno mi ero accorta che una lacrima aveva rigato il mio volto, persa com'ero.

Mi girai e vidi Louis.

Dopo aver occupato parte del letto, tamburello' la mano sullo spazio vuoto di fianco a lui, invitandomi a sedere.

Dapprima esitai, poi compii due passi verso di lui a capo chino, essendo certa a non aver retto ai suoi occhi che mi scrutavano preoccupati.

Mi prese la mano, sudata di poco, e mi attiro' a lui.

In una frazione di secondo fui sulle sue gambe, accolta dalle sue lunghe braccia che mi avvolsero quando poggiai la guancia sul suo petto.

Il calore del suo corpo mi riscaldo' e quasi mi sentii al sicuro, fuori dai problemi.

Il suo profumo allo zucchero filato, che tanto amavo, passo' tra le mie narici facendomi sorridere timidamente.

Lo strinsi piu' forte tanto da sentire il battito accellerato del suo cuore sotto l'orecchio.

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