Capitolo 7

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«Mia madre e mio padre non facevano altro che litigare. Lui lavarava per il capo come lo chiamava lui. Portava soldi sporchi a casa, ricavati da erba venduta: droga.

Lui pero' non ci ha mai detto niente, lo venimmo a sapere quando la polizia busso' alla nostra porta.

Trovarono droga ovunque: nei cassetti, sotto i meterassi, perfino in soffitta.

Da lì andai a vivere da mia madre per un bel periodo di tempo, lei nel frattempo aveva trovato un compagno che l'aveva messa incinta. Nate le gemelle ci trasferimmo ma..» Finì di parlare quando la cameriera portò i piatti in tavola.

Distribuì anche le posate e

«Grazie» La ringraziai sorridendo

«Nessun problema» Ricambio' il sorriso e ando' via

Presi la forchetta e infilazai un pezzo del gatteau alle patate, lo misi in bocca e masticai velocemente.

«Ma..?» Lo spronai quando ebbi degludito

«Mangia Elly»

«Tu continua la storia e io mangio» Pregai.

Posai la forchetta e aspettai con braccia conserte che continuasse.

«Non molli eh?» Quasi rise.

Determinata, scossi la testa.

«Va bene, ma mangia» Ordinò.

Obbedii alla lettera dato che avevo una fame da lupi, il mio tipico..

C'era chi invidiava i tipi come me, che mangiavano tanto ma non ingrassavano, che il loro peso rimaneva lo stesso per molto tempo, potevano mandar giu' tanto cibo ma il loro corpo non lo dimostrava. Per me nom era una cosa su cui esultare.

Tralasciando il fatto che odiavo tutto di me, il mio corpo era tra i primi posti.

Avevo un corpo esile e piccolo, forme quasi inesistenti e un viso pallido e leggermente carnoso.

Le mie mani erano così piccole rispetto a quelle di louis.

«Allora?» Chiesi a bocca piena volendo che continuasse.

Mandò giu' per la gola, della birra e dopo che si mosse sulla sedia, per acquistare piu' tempo per pensare, parlò.

«Sì.. uhm, Daisy non ha passato molto tempo con noi.. per colpa di suo fratello che ha fatto la piu' grande cazzata della sua vita, un errore imperdonabile da farla spegnere per sempre. Ho causato lunghi litigi in famiglia tanto che mio padre si impadronì del momento offrendomi una vita da sballo e una nuova casa in cambio dei soldi per la cauzione» Serro' la mascella e le sue parole divennero sempre piu' dure mano a mano che il racconto procedeva.

«Donne, soldi, alcol: era fantastico per un ragazzo di 16 anni.» Si giustifico' quando noto' la mia espressione esterefatta.

Tocco' cibo con la forchetta spostandolo di qua e di la' nel piatto.

Eravamo gli unici in quel locale, nessun occhio era su di noi, anche perchè c'era un separè rosso a dividerci dall'altra sala.

Bevve ancora della birra tanto che ne chiese un'altra al cameriere che passo'.

«Non mangi?» Aggrottai la fronte

«Non ho fame» Parlo' con flebile voce

«Ohw..»

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