[Capitolo 31.]

57 9 3
                                    

CHAD'S POV.

Era uno strazio per me vederla in quel modo, si comportava normalmente perché eravamo suoi amici e sapeva che non le avremmo mai fatto del male, ma i suoi occhi emanavano terrore.
Stanotte è stato terribile, urlava, piangeva e cercava di liberarsi da qualcosa che era solo nella sua testa.
Non la smetteva di ripetere 'lasciami', stava rivivendo per una seconda volta quello che aveva passato poche ore prima, stava rivivendo il terrore.

Ancora non riesco a capire come una persona possa arrivare a fare determinate cose, come si può fare del male ad una creatura così buona? Non è possibile.

Non so cosa mi tiene qui insieme a tutti gli altri, sicuramente la sua voglia di placare la situazione, perché se non fosse per lei lo avrei già massacrato di botte per una seconda volta quel figlio di puttana.

Guardo la sua pelle, guardo i suoi occhi e vorrei abbracciarla e tenerla stretta, solo per farle capire che tra le mie braccia è al sicuro, niente di più.

Ormai siamo rimasti soli, e non potevo più vederla seduta su quel divano a guardare il vuoto.

<<Andiamo a fare due passi, è una bellissima giornata.>> proposi.
<<Non ho voglia.>>
Mi aspettavo questa risposta, ma non mi fermai, cercai di convincerla.
<<Dai, vai a cambiarti.>>
<<NO>> urlò con voce tremante.

Non avevo mai visto una reazione così da parte sua, fu un lato del suo carattere tutto nuovo per me.
Sapevo cosa stava provando, o almeno provai a immedesimarmi nella sua situazione.
Così mi abbandonai vicino a lei e la abbracciai.

<<Non puoi stare chiusa in casa per sempre, dovrai uscire prima o poi.>>
<<Chad, ho paura. Tremo al solo pensiero di uscire da quella porta, ho i pensieri peggiori che a una persona possano venire in mente. E se lo rivedo? E se mi fa del male un'altra volta?>>
<<Ci sono io con te, non sei da sola.>>
<<E se fa del male anche a te?>>
<<Lotterò con le unghie e con i denti per tornare a casa sani e salvi.>> ironizzai.
Sorrise. E fu il primo momento più bello della giornata.

Per me vederla sorridere era qualcosa di meraviglioso, le nascevano quelle fossette sulle guance che non dico la rendevano più bella perché era già uno spettacolo della natura, ma diventava ancora più dolce in un solo secondo.

<<Dai, vai a cambiarti.>>
Alla fine ci riuscì, la convinsi ad andare a fare una passeggiata.
Fu un'enorme soddisfazione.

Iniziò a suonare il mio telefono, era Colin.
<<Ehi bello.>> risposi.
<<Come sta andando?>>
<<Molto meglio. Adesso è di sopra a cambiarsi, sono riuscito a convincerla ad andare a fare una passeggiata.>>
<<Grande bro, trattamela bene.>>
<<Come una principessa.>>

Colin per me era come un fratello, non sono mai riuscito a nascondergli niente, non perché non riuscivo a tenermi dentro le cose, ma perché gli bastava guardarmi un secondo e capiva che c'era qualcosa.
Ogni piccolo dettaglio della mia vita, lui ne è a conoscenza.
Ancora non abbiamo mai affrontato questo argomento, forse per imbarazzo o per chissà cosa, ma sono sicuro che lui è l'unico che sa tutto quello che provo per Alicia.

<<Pronta.>> esclamò senza nessun entusiasmo.
Era bellissima, indossava un paio di pantaloni di jeans, ballerine e una camicetta bianca.
I capelli raccolti in uno chignon e un filo di mascara, era semplice ma incantevole.

La presi sotto braccio e le dissi <<Ti porto nel posto più bello di Miami.>> e uscimmo.

Always || #Wattys2016Donde viven las historias. Descúbrelo ahora