Capitolo 11

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Eren pov's

Mi sveglio tra due braccia che mi stringono, alzo lo sguardo e noto Levi.
Non ha un'espressione infastidita o corruciata sul volto, è completamente rilassato e... bellissimo.

Ha i capelli corvini spettinati e ribelli, le labbra semichiuse e un'espressione di completa pace, sembra cosi indifeso.

Penso che è buffo quanto la sua maschera di indifferenza sia totalmente diversa da lui, indifeso e sensibile.

Ma in un certo senso non lo biasimo, farsi vedere come realmente si è al giorno d'oggi è come segnare la propria condanna.

Il sangue attira gli squali.

-Eren-
-Che cosa hai intenzione di fare?-
-sei felice?-
-è felicità quella che sento?-
-come mai nella tua testa ora ci sono colori cosi accesi?-
-Rivoglio in nero di prima Eren, quello scuro e spaventoso.-
-Lo sai che non puoi permetterti di essere felice Eren-
-Sei un mostro.-
-Hai ucciso tu tua madre-
-se avessi reagito ora non sarebbe morta-
-E tu non saresti un fottuto frocio del cazzo!-

-Basta ti prego!-

-no Eren, devi capire. Tu non puoi essere felice!-
-Devi soffrire.-
-Come ha sofferto tua madre ad averti come figlio!-
-tu devi morire.-

-Basta!... ti prego basta...-

Narratore pov's

Eren iniziò a singhiozzare talmente forte da svegliare il corvino accanto a lui

-Eren!-

-Eren cosa succede?!-

-Che hai?-

Levi iniziò a preoccuparsi.
Poi guardò i suoi occhi.

Gialli.
Erano gialli.

-Yaaawn-

-Tu non sei Eren.-

-certo che lo sono. Abbiamo lo stesso corpo, certo lui è ripugnante ma in teoria siamo la stessa persona-

-Ooh nonono. Non paragonarti al mio Eren perchè lui non è affatto come te. Qualunque cosa tu sia, sei un fottutissimo errore, creato da una mente che ne ha passate fin troppe. Tu, non sei altro che un parassita che si è insinuato nella mente della persona più fantastica che esista al mondo, riuscendoci solo ed unicamente sfruttando il fatto della sua debolezza morale riguardo a questo argomento. Tu fai schifo.-

Nerè ignorò gli insulti.

-sbaglio o hai detto "mio"-

-ooh ecco cos'era tutta quella felicità che si sentiva non appena ti vedeva.-

-Ho capito, il frocetto si è innamorato, mi era nuova quella sensazione, adesso so cos'è. È amore, oh bhe, peccato. Mi dispiace ma ad Eren non è permesso essere felice.-

-Se è cosi allora a te non è permesso esistere.-

Levi corse fuori dalla camera andando a cercare nel suo cassetto una scatolina di pillole, che Hanji gli aveva dato per casi come questi.
Gli disse che avrebbero aiutato Eren a vincere la lotta "mentale" indebolendo cosi Nerè.
Fatto ciò si catapultò fuori dalla sua stanza ed andó in salotto a prendere un bicchiere d'acqua, lasciandola completamente in disordine.

Ritornò al piano di sopra dove trovò il ragazzo allungato sul letto, scosso da forti tremori e sul viso, dipinta un'espressione di puro dolore.

Stavano combattendo di nuovo.

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