Capitolo 20

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Nico aveva un forte mal di testa da due giorni, e non accennava a diminuire. La cella in cui era stato rinchiuso era piccola e angusta, con una forte puzza di bruciato e marcio che gli dava la nausea. I polsi erano rinchiusi in robuste catene agganciate al muro, la pelle scorticata a sangue a furia di lottare per liberarli. Era mantido di sudore a causa delle perpetue fiamme infernali che continuavano a bruciare da millenni, surriscaldando di molto la piccola stanza, facendola assomigliare ad un forno.

La testa di Nico era a penzoloni sul suo petto, i lunghi capelli incollati alla fronte sudata. Il torso nudo era anch'esso imperlato di goccioline di sudore. Le gambe, fasciate in lunghi pantaloni neri, erano deboli e l'unica cosa che gli impediva di cadere a terra erano le manette attorno ai suoi polsi, le catene agganciate al muro lo sostenevano dolorosamente. Le sua ali erano ripiegate alle sue spalle, i tre quarti di esse era composta da piume nere, solo una piccola parte di esse era ancora bianca e pura. L'arcangelo sapeva, così come lo sapeva Lucifero, che quella trasformazione era la fase che precedeva il compimento del processo. Belial, dietro ordine di Lucifero, aveva fatto tutto ciò perché a qualunque essere vivente, angeli o umani, era severamente proibito entrare nell'Inferno, a meno che non fosse una loro scelta. Aveva dato il suo consenso per proteggere Will. Per amore lui aveva acconsentito a far parte del piano di Lucifero.

Pregava solo che Will sopravvivesse e che capisse il perché delle sue scelte. Voleva che lo dimenticasse, che andasse avanti, era giovane e aveva tutta una vita davanti. Voleva che trovasse qualcuno che lo amasse molto più di come lui avesse fatto, meritava di meglio, meritava cose che Nico non sarebbe mai stato in grado di potergli donare. Una vita normale, per esempio, una famiglia. Voleva che trovasse qualcuno che lo facesse ridere, perché il suo sorriso era quanto di più bello e dolce avesse mai visto, un sorriso caldo e radioso che era stato in grado di sciogliere il suo cuore freddo e oscuro. Voleva che trovasse qualcuno che lo proteggesse dai mali del mondo, perché Will era fragile e il suo cuore era stato spezzato due volte. Voleva che trovasse una persona che potesse donagli tutto quello che Nico non era stato in grado di dargli.

Una solitaria lacrima solcò la sua guancia bollente, una piccola perla argentea che cadde sul pavimento, evaporando senza emettere rumore, lasciando un sottile solco bagnato come segno del suo passaggio. Nonostante cercasse di nasconderlo, Will gli mancava immensamente. Aveva lasciato un vuoto incolmabile nel suo cuore, era stata l'unica persona dopo secoli a cui aveva dato accesso al suo cuore. Si era esposto completamente al ragazzo, narrandogli fatti del suo passato che solo poche persone sapevano. Sapeva bene che quella che aveva fatto era la cosa più giusta da fare, ma nonostante tutto il suo cuore era straziato dal dolore perché sapeva che non avrebbe più rivisto quel dolce ragazzo dagli occhi di zaffiro.

Lo scatto metallico della serratura lo riscosse dai suoi pensieri. Due demoni entrarono nella stanza: uno alto e muscoloso dalla pelle scura, l'altro un po' più basso, magro e scattante dalla pelle caramellata. Le ali nere dei demoni rilucevano di riflessi violacei a causa delle fiamme infernali.

"Il Capo vuole parlarti" esordì il demone di colore, mentre l'altro gli liberava i polsi dalle catene, per poi imprigionarglieli di nuovo in un paio di manette, legandogli le mani dietro la schiena, sospingendolo malamente fuori dalla cella. L'angelo barcollò in avanti, debole e spossato a causa del clima soffocante dell'Inferno. Il calore emanato dalle fiamme vermiglie surriscaldava molto l'ambiente, superando di parecchi gradi il limite di sopportazione di Nico. Sentiva la testa come se fosse sul punto di scoppiare, gli occhi bruciavano a causa dei vapori tossici infernali, la gola secca a causa delle molte ore che non beveva. Si sentiva debole e spossato, la testa continuava a pulsare dolorosamente, impedendogli di pensare con lucidità, le urla dei dannati riecheggiavano tra le mura del palazzo.

Angel with a shotgun (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora