"Va bene, mostramelo" acconsentì Will, prendendo un profondo respiro. Nico liberò la sfera e quella si ingrandì come l'altra mostrando loro il ricordo che conteneva.
Il sole di maggio splendeva sulle Highlands, facendo scintillare le acque del lago di fronte al grande castello del conte. Nico stava facendo una rilassante passeggiata a cavallo, godendosi il clima mite della primavera e i caldi raggi del sole. Nel cielo terso una coppia di uccellini si rincorreva in aria, volando in circolo e cinguettando allegramente. Un lieve venticello fece smuovere il mantello che indossava, portando con sé il dolce profumo dei fiori appena sbocciati. Nico fece voltare il suo cavallo e ritornò al castello, incitando il destriero ad un trotto veloce.
"Buono Umbreon, siamo arrivati" disse il conte, tirando le redini del cavallo per farlo fermare. Umbreon sbuffò e si fermò, permettendo a Nico di scendere dalla sua groppa.
"Bentornato, mio signore. Avete fatto una buona passeggiata?" chiese lo stalliere, prendendo le redini del cavallo nero del conte.
"Meravigliosa. Fate riposare Umbreon e dategli una razione di carote in più" rispose Nico, sfilandosi i guanti di pelle che aveva usato per cavalcare, accarezzando il muso del cavallo.
"Sarà fatto, mio signore" disse ubbidiente lo stalliere, portando il cavallo nelle stalle. Il conte salì la scalinata che portava al grande portone del castello e vi entrò, dirigendosi nel salone principale. Si slacciò il mantello e lo posò noncurante su una poltrona, insieme ai guanti. Si sedette sull'altra poltrona libera e prese il libro dal tavolino da caffè, libro che aveva cominciato a leggere la sera precedente. Pochi minuti dopo delle urla distrassero Nico dalla lettura. Il conte si alzò e lasciò il libro sulla poltrona, precipitandosi all'ingresso del castello per vedere cos'era successo.
"Fermatevi! Il conte non vuole vedere nessuno!" gridò il maggiordomo, rincorrendo una donna dal volto nascosto dal cappuccio del mantello nero che indossava.
"Che cosa succede qui?" chiese, alterato da tutte quelle urla.
"Mio signore, questa donna si è introdotta con la forza nel castello pretendendo di vedervi" spiegò l'uomo fermandosi di fronte a Nico.
"Chi siete e come osate entrare nel mio castello senza permesso?" domandò imperioso il conte, camminando intorno alla ragazza, osservandola con disprezzo. La donna non disse nulla, fece solo vedere l'anello sull'anulare della mano destra. Nico prese delicatamente la mano della ragazza e notò lo stemma sull'anello: un'aquila che stringeva tra gli artigli una rosa.
"Andatevene" disse l'angelo, rivolgendosi al maggiordomo.
"Ma, mio signore..." tentò di protestare l'uomo, ma il conte lo interruppe.
"Ho detto: andatevene! A lei penserò io" ordinò Nico e il maggiordomo si inchinò per poi andarsene. Nico prese il polso della ragazza e la trascinò nel salone, chiudendo poi le porte della stanza "Che cosa ci fai tu qui?"
"È un piacere rivederti anche per me" rispose Elisabeth, abbassando il cappuccio del mantello, rivelando il suo volto. Nico sorrise e le posò le mani sulla vita, tirandola più vicina a sé.
"Mi sei mancata" mormorò l'angelo, posando una mano sul volto della ragazza.
"Anche tu" rispose lei, guardandolo negli occhi. Nico sorrise e si chinò, baciando dolcemente la ragazza sulle labbra. Elisabeth chiuse gli occhi, deliziata dal bacio del conte, intrecciando le braccia dietro il collo dell'angelo. Fu un bacio dolce e lento, nel quale riversarono la loro felicità nell'essersi rivisti.
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Angel with a shotgun (Solangelo)
Fiksi PenggemarNico è un angelo neutrale, non si è schierato nè con il Paradiso nè con l'Inferno quando Lucifero si ribellò. Lui è convinto che l'amore non possa risolvere i problemi, che non ci si possa sacrificare per una persona e che nessuno potrà conquistare...